Forestali senza soldi: la protesta, da Enna, si allarga a Caltanissetta e Agrigento. Licenziamenti in vista?
IL PRESIDENTE DELLA REGIONE, CROCETTA, IN QUESTE ORE, E’ IMPEGNATO IN QUESTIONI DI POLTRONE DI GOVERNO. MENTRE CENTINAIA DI FORESTALI NON VENGONO PAGATI CHI DA DUE, CHI DA TRE, CHI DA QUATTRO MESI. IL DUBBIO E’ CHE AI LAVORATORI NON POTREBBERO ESSERE GARANTITE LE GIORNATE PREVISTE DALLA LEGGE
Mentre il presidente della Regione, Rosario Crocetta, e i suoi ‘sodali’ interni ed esterni al Governo discutono su chi ‘premiare’ con la poltrona di assessore tolta a Mariarita Sgarlata, monta la protesta nel mondo degli operai della Forestale. Ieri abbiamo scritto della protesta della provincia di Enna, dove all’appello mancano da tre a quattro mensilità. Oggi scendono in campo anche i forestali di Caltanissetta e Agrigento. La storia è sempre la stessa: il Governo non paga.
Siamo davanti a un esecutivo di ‘malupaaturi’ (cioè di un Governo che non paga), oppure sono finiti i soldi? Il presidente Crocetta non vuole sentir parlare di regione fallita: ma allora perché non paga i dipendenti della formazione professionale in subbuglio da quasi dieci giorni? E perché non paga gli operai della forestale?
Conti alla mano, sono quattro i mesi di ritardo nell’erogazione degli stipendi in provincia di Enna. Le rassicurazioni del Governo regionale e dell’assessore alle Risorse agricole, Paolo Ezechia Reale, dello scorso luglio rese in Commissione Territorio e Ambiente dell’Ars non sono servite a nulla.
Ieri Ugl Agricoli, Forestali e Pesca ha rappresentato al Prefetto di Enna la gravità della situazione nel territorio che vede i lavoratori in arretrato di fino a quattro mensilità.
A ricevere la delegazione di Ugl composta dal segretario regionale Franco Arena, dal coordinatore provinciale di categoria Valentino Balbo e da una delegazione di lavoratori forestali, il capo di gabinetto del Prefetto, il dottor Salvatore Grasso.
Diversi i temi affrontati a partire dalla questione dei gravi ritardi nei pagamenti delle mensilità pregresse relative ai mesi di maggio, giugno, luglio e agosto per il cantiere di Rossomanno tra la Riserva naturale orientata compresa nei territori del comune capoluogo, di Piazza Armerina e di Aidone e le pendici del Monte Rossomanno nel territorio di Valguarnera Caropepe. Mentre il ritardo per tutti gli altri cantieri operanti nel territorio ennese concerne i mesi di giugno, luglio e agosto.
Per i lavoratori del servizio antincendio boschivo l’arretrato si è ridotto a luglio ed agosto dato che nei giorni scorsi è stato pagato il mese di giugno.
Va anche ricordato che gli operai a tempo indeterminato (Oti), che operano in provincia di Enna sono 136 di cui 23 in servizio presso il Sirf del Corpo forestale della Regione siciliana e 113 in servizio presso Upa dell’Azienda foreste demaniali di Enna ed ancora devono percepire le mensilità di luglio e agosto.
“Abbiamo sollecitano la Prefettura di Enna – afferma Arena – a farsi carico di sensibilizzare il Governo regionale e gli uffici periferici dell’Azienda foreste demaniali per superare in tempi rapidi i motivi ostativi che non permettono ad oggi la corresponsione delle paghe ai lavoratori che in provincia di Enna sono 2400 suddivisi in 136 Operatori a tempo indeterminato, 680 Operatori a tempo determinato (Otd) addetti al servizio antincendio boschivo (Sab) del Corpo forestale della Regione siciliana e 1700 Operatori a tempo determinato addetti alla manutenzione e prevenzione dell’Azienda foreste demaniali”.
“La situazione economica dei lavoratori è al limite – ci dice Arena – abbiamo comunicato alla prefettura i nominativi di alcuni lavoratori del servizio antincendio boschivo che non riescono più a recarsi al lavoro perche impossibilitati ad acquistare il carburante per le proprie auto, chiedendo che si trovi una immediata soluzione”.
“Abbiamo denunciato i gravi ritardi nell’avvio dei lavori di prevenzione e del servizio antincendio – puntualizza Arena -. Ritardi che hanno portato a una maggiore spesa per pagare gli interventi aerei. Per non parlare dei gravissimi danni causati al demanio boschivo”.
La vicenda dovrebbe essere oggetto di un’inchiesta della magistratura penale e della Corte dei Conti. E’ già dimostrato, infatti, che i lavori di prevenzione degli incendi, in molte parti della Sicilia, non sono stati effettuati non per mancanza di soldi, ma per disorganizzazione dell’attuale Governo regionale.
I ritardi nella realizzazione di opere per la prevenzione degli incendi hanno agevolato il fuoco. Per spegnere gli incendi sono dovuti intervenire gli aerei chiamati da fuori la Sicilia. Con un aggravio dei costi: su questo punto dovrebbe intervenire la magistratura contabile per far pagare a chi è responsabile di questi ritardi il costo legato agli interventi degli aerei.
Poi c’è l’aspetto legato ai danni al patrimonio boschivo: e qui, in un Paese normale, la vicenda dovrebbe diventare interessare la magistratura penale.
Detto questo, non si può non sottolineare un paradosso: il Governo Crocetta ha iniziato la stagione provando a risparmiare. Ma, a quanto pare, a causa degli incendi – e degli aerei arrivati per spegnerli – c’è il dubbio che abbia speso di più. E il fatto che non abbia pagato gli operai della Forestale di Enna, ma anche quelli di Caltanissetta e Agrigento, la dice lunga su quello che sta succedendo.
Da qui un dubbio: si va verso il licenziamento per mancanza di soldi? In altre parole, si teme che agli operai della Forestale, quest’anno, non vengano garantite le giornate di lavoro previste dalla legge.
16 Settembre 2014
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