Crocetta: «Crisafulli vuole avere poteree Cracolici mi odia»
Il governatore Rosario Crocetta
Lillo Miceli
Palermo. Lo scontro tra il presidente della Regione e una parte del Pd non conosce soste. Ma sarà mercoledì, probabilmente, che si toccherà il livello più alto. Crocetta, dopodomani, interverrà a Sala d'Ercole per lanciare il «patto per le riforme» a tutte le forze parlamentari, ma anche per disinnescare le mozioni di censura presentate dai partiti del centrodestra e dal M5S, nei confronti dell'assessore alla Formazione professionale, Nelli Scilabra, all'indomani del flop del Click Day. Sarà anche l'occasione per ripercorrere i primi due faticosi anni di presidenza in cui Crocetta ha spesso dovuto difendersi dal «fuoco amico».
Presidente, il suo compagno di partito Cracolici le ha lanciato l'aut aut: o dai una svolta al governo della Regione o ti dimetti.
«Cracolici mi deve spiegare perché dovrei dimettermi io e non lui, che ha sostenuto Lombardo nonostante avesse un'imputazione coatta. Perché a Lombardo non chiese di dimettersi e a me, invece, sì? Cracolici mi odia, voleva essere lui il candidato alla presidenza della Regione, per perdere. Mi sarei aspettato da lui collaborazione. L'ho proposto per la presidenza della commissione Affari istituzionali perché volevo da lui un importante aiuto per le riforme. Ma il vero proprobema non è lui».
Chi?
«Il problema è Crisafulli che dai tempi di Cuffaro è nostalgico del potere. Ma mi dispiace, abbiamo un pensiero diverso. Devono convincersi che il presidente della Regione è eletto direttamente dal popolo e non è riconducibile a gruppi e gruppetti. Talvolta, il consenso proviene da categorie con interessi contastanti. Loro vorrebbero presidente e assessori eletti dall'Aula. I partiti devono cominciare ad avere una visione alta della politica. Il sistema è in crisi».
Insomma, lei si sente assediato, come se fosse in guerra.
«Nessuno pensi che l'assedio a Crocetta sia occasionale, perché è strutturale. C'è un dissidio enorme tra chi era abituato a gestire tutto attraverso le mediazioni dell'Ars e chi ha una visione più larga. Io voglio la pace, ma se una parte del Pd mi attacca e fa opposizione, non sono disposto a subire».
A quale data potrebbe fare risalire l'inizio dell'«assedio»?
«Il primo giorno che mi sono insediato, ho trovato sotto Palazzo d'Orleans forestali che non venivano pagati da un anno, ex Pip, precari della Gesip. Per pagare i forestali si sarebbe dovuto ricorrere ad un mutuo, ma io li ho fatti pagare senza ricorrere ad ulteriore indebitamento e con un risparmio di 40 milioni; per gli ex Pip la spesa prevista era di 60 milioni, ma ci costano 20 milioni perché alcune centinaia di questi precari sono risultati incompatibili, alcuni addirittura condannati per mafia e in carcere. La Regione paga gli operai della Gesip che il Comune di Palermo non utilizza, mentre la città è sommersa dai rifiuti. Problemi che si risolvevano, facendo debito. I dipendenti dello Ial, dopo un mese, volevano i soldi dalla giovane Nelli Scilabra, ma la Regione li aveva già dati all'ente. Poi sono scoppiati i problemi della Formazione professionale, il "caso Ciapi" e il "sistema Giacchetto". Ho visto volare le bombe molotov. Domani (oggi per chi legge, ndr) in giunta approveremo definitivamente il disegno di legge di riforma della Formazione professionale che da 480 milioni ora costa 150 milioni. La transizione si paga, non mi sembra che prima era meglio».
La riforma delle Province sembra segnare il passo.
«Piaccia o non piaccia le Province sono sono state abolite. Dicono che è incompleta? Perché a Roma è stata fatta? Però, si tace sulle gare che abbiamo revocato sull'acquisto dei pannoloni o l'assicurazione che ci sarebbe costata 180 milioni di euro, oltre i 100 milioni risparmiati per l'acquisto di farmaci. Per non dire del tetto massimo di 160 mila euro per i dirigenti generali della Regione e l'effettiva messa in liquidazione delle società partecipate che producevano solo una enorme spesa. Tutto questo per i critici non vale nulla, così come il recupero dei terreni "rubati" dai mafiosi alla Regione o il finanziamento del "Zfu" dove si stanno definendo le graduatorie dei partecipati ai bandi».
In che stato di salute sono i conti della Regione?
«Ci sono parecchi sprechi da eliminare, tenendo anche conto del contributo che siamo chiamati a dare al risanamento delle finanze nazionali. Però, forse qualcuno ha dimenticato che l'ex Ragioniere generale della Regione (Bossone, ndr) che aveva certificato i bilanci del 2011 e del 2012, all'indomani del mio insediamento scrisse al ministero dell'Economia dicendo che la Sicilia era a rischio default. Un fatto che si commenta da solo».
Alla fine nel suo governo ci saranno assessori politici?
«Il tormentone del rimpasto iniziò nel dicembre del 2012 con le polemiche sulla nomina di Battiato e Zichichi, perché intellettuali; poi, polemiche anche per la nomina ad assessore della mia assistente parlamentare a Bruxelles, Michela Stancheris, che conosce benissimo i meccanismi della spesa europea. Alcuni sono convinti, invece, che le capacità risiedano soltato nei parlamentari dell'Ars, ma la maggioranza risicata non lo consente».
Dialogo chiuso?
«La partita è tutta aperta. Non mi pare che ciò che accadendo a Renzi sia diverso da ciò che sta succedendo a me».
Intende dire che pure Renzi è assediato dai cuperliani?
«È il potere che tenta sempre di perpetuarsi».
22 Settembre 2014
Nota
Presidente, lei ha decurtato le buste paga e l'antincendio è partito in netto ritardo.
A proposito di buste paga, ma lei lo sa che i lavoratori forestali a differenza di voi Politici, non percepiscono lo stipendio da giugno e stanno maturando anche settembre?
Che agli addetti antincendio aspettano ancora il saldo degli arretrati contrattuali del vecchio CCNL 2006-2009?
Quanto ha risparmiato quest'anno nelle visite mediche? Prima con le Asp e adesso con i privati?
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