Intervista a Nello Musumeci, leader dell'opposizione Ars
“Siciliani non perdete la speranza”
Serve un piano contro la crisi
Nello Musumeci è nella propria campagna
di Militello, suo paese di origine, per qualche giorno di riposo e per
programmare un’agenda di incontri che lo terrà impegnato nel mese di
settembre, “per provare a praticare uno sport che sembra dimenticato:
ragionare senza retropensieri”, dice.
Presidente, la presentazione del Codice Etico da parte della Commissione Antimafia è stata accolta con grande interesse dalla stampa nazionale e dalle forze sociali. Soddisfatto?
“Lo saremo tutti quando il testo verrà approvato. Per ora fa piacere registrare tanto interesse. C’è un’immagine della Sicilia e del suo Parlamento che deve essere superata. Sono certo che alla ripresa potremo ottenere la corsia preferenziale per approvare il testo in tempi rapidi. Confido nel presidente Ardizzone e nel presidente Cracolici”.
A settembre si dovranno affrontare anche le riforme e l’economia. Ce la farà la maggioranza?
“A giudicare da come hanno gestito l’approvazione della manovra ter i dubbi sono giustificati. Me lo lasci dire con franchezza: la sensazione è che il governo non sia all’altezza, che non esista una programmazione e che si avverta il cupio dissolvi di una esperienza nata con il vento in poppa e incagliatasi al primo scoglio”.
Anche lei per il commissariamento della Regione come Orlando e Buttafuoco?
“Se la Sicilia venisse commissariata non sarebbe una sconfitta di Crocetta, ma di tutta la classe dirigente di maggioranza e di opposizione. Significa ammettere che la politica da sola non ce la fa. Conosco abbastanza bene Pietrangelo per sapere che egli pensa a uno scatto di reni e auspica una Sicilia libera da condizionamenti e pronta per una nuova stagione. In questo la penso come lui”.
Lei ha parlato di piano anticiclico per la Sicilia. A cosa si riferisce?
“Il bilancio della Regione non consentirà per almeno un decennio di trovare al suo interno risorse per gli investimenti. L’ottanta per cento del bilancio regionale è formato da spesa corrente, quasi tutta rigida e obbligatoria. Se non lo diciamo chiaramente, ci prendiamo tutti in giro e prendiamo in giro i siciliani. Gli investimenti devono perciò passare per una programmazione dei fondi comunitari che abbia una strategia coerente. Ecco perché occorre parlarsi e parlare al mondo dell’impresa, del commercio e del sindacato. Se non c’è un vero “progetto per la Sicilia” diventa velleitario e impossibile elaborare le poche priorità che diventino volano per l’economia. Servono iniziative immediatamente cantierabili, per ridare ossigeno alle piccole imprese, riassorbire manodopera e stimolare i consumi”.
Domani il presidente del Consiglio sarà in Sicilia proprio per parlare di spesa dei fondi Ue.
“Il problema non è solo la quantità del denaro speso ma la qualità degli interventi. Le faccio un esempio: nessuno può negare che il governo che più ha speso i fondi europei sia stato il governo Cuffaro. Ma da quella programmazione sono usciti investimenti infrastrutturali permanenti? C’era un’anima e una strategia? È stato creato un polo di sviluppo nell’Isola? Si può dire che dieci anni di programmazione abbiano cambiato il volto dell’Isola, come è accaduto in altre aree d’Europa? La presenza del capo del Governo rispetto all’assenza attuale di una programmazione seria non aggiunge proprio nulla. E poi…”.
E poi?
“Il capo del governo non mi pare abbia dimostrato di avere la bacchetta magica in economia. Certo, è il segretario del Pd, che è il partito di Crocetta ed è il partito che governa la Sicilia da cinque anni… quindi sono certo verrà anche per assumersi le sue responsabilità. O no?”.
Presidente, come trascorrerà le vacanze?
“Sarò in campagna per alcuni giorni insieme ai miei familiari. Ma non mi fermerò molto, preferisco stare in giro per la Sicilia. Questa estate è difficile per tante famiglie, che vivono una condizione economica faticosa. Spiace constatare che le attese dei siciliani non siano state ripagate e che nessuno si accorga fino di in fondo di come il nostro popolo sia allo stremo”.
I siciliani sembrano rassegnati.
“Lo vivo, lo vedo. Nella mia esperienza di presidente della Provincia in ogni atto di governo, in ogni atto amministrativo avvertivo la responsabilità di creare sviluppo, di sostenere l’economia del mio territorio: e i risultati li abbiamo raggiunti davvero! All’opposizione è diverso: ti rendi conto che si sta sbagliando tanto, che la Sicilia avrebbe meritato azioni e non annunci, che si sarebbe dovuto correre e invece si è scelto il passo del gambero. Questo mi spinge a stare tra la gente per provare a dire a ciascun siciliano di non perdere la speranza”.
Presidente, la presentazione del Codice Etico da parte della Commissione Antimafia è stata accolta con grande interesse dalla stampa nazionale e dalle forze sociali. Soddisfatto?
“Lo saremo tutti quando il testo verrà approvato. Per ora fa piacere registrare tanto interesse. C’è un’immagine della Sicilia e del suo Parlamento che deve essere superata. Sono certo che alla ripresa potremo ottenere la corsia preferenziale per approvare il testo in tempi rapidi. Confido nel presidente Ardizzone e nel presidente Cracolici”.
A settembre si dovranno affrontare anche le riforme e l’economia. Ce la farà la maggioranza?
“A giudicare da come hanno gestito l’approvazione della manovra ter i dubbi sono giustificati. Me lo lasci dire con franchezza: la sensazione è che il governo non sia all’altezza, che non esista una programmazione e che si avverta il cupio dissolvi di una esperienza nata con il vento in poppa e incagliatasi al primo scoglio”.
Anche lei per il commissariamento della Regione come Orlando e Buttafuoco?
“Se la Sicilia venisse commissariata non sarebbe una sconfitta di Crocetta, ma di tutta la classe dirigente di maggioranza e di opposizione. Significa ammettere che la politica da sola non ce la fa. Conosco abbastanza bene Pietrangelo per sapere che egli pensa a uno scatto di reni e auspica una Sicilia libera da condizionamenti e pronta per una nuova stagione. In questo la penso come lui”.
Lei ha parlato di piano anticiclico per la Sicilia. A cosa si riferisce?
“Il bilancio della Regione non consentirà per almeno un decennio di trovare al suo interno risorse per gli investimenti. L’ottanta per cento del bilancio regionale è formato da spesa corrente, quasi tutta rigida e obbligatoria. Se non lo diciamo chiaramente, ci prendiamo tutti in giro e prendiamo in giro i siciliani. Gli investimenti devono perciò passare per una programmazione dei fondi comunitari che abbia una strategia coerente. Ecco perché occorre parlarsi e parlare al mondo dell’impresa, del commercio e del sindacato. Se non c’è un vero “progetto per la Sicilia” diventa velleitario e impossibile elaborare le poche priorità che diventino volano per l’economia. Servono iniziative immediatamente cantierabili, per ridare ossigeno alle piccole imprese, riassorbire manodopera e stimolare i consumi”.
Domani il presidente del Consiglio sarà in Sicilia proprio per parlare di spesa dei fondi Ue.
“Il problema non è solo la quantità del denaro speso ma la qualità degli interventi. Le faccio un esempio: nessuno può negare che il governo che più ha speso i fondi europei sia stato il governo Cuffaro. Ma da quella programmazione sono usciti investimenti infrastrutturali permanenti? C’era un’anima e una strategia? È stato creato un polo di sviluppo nell’Isola? Si può dire che dieci anni di programmazione abbiano cambiato il volto dell’Isola, come è accaduto in altre aree d’Europa? La presenza del capo del Governo rispetto all’assenza attuale di una programmazione seria non aggiunge proprio nulla. E poi…”.
E poi?
“Il capo del governo non mi pare abbia dimostrato di avere la bacchetta magica in economia. Certo, è il segretario del Pd, che è il partito di Crocetta ed è il partito che governa la Sicilia da cinque anni… quindi sono certo verrà anche per assumersi le sue responsabilità. O no?”.
Presidente, come trascorrerà le vacanze?
“Sarò in campagna per alcuni giorni insieme ai miei familiari. Ma non mi fermerò molto, preferisco stare in giro per la Sicilia. Questa estate è difficile per tante famiglie, che vivono una condizione economica faticosa. Spiace constatare che le attese dei siciliani non siano state ripagate e che nessuno si accorga fino di in fondo di come il nostro popolo sia allo stremo”.
I siciliani sembrano rassegnati.
“Lo vivo, lo vedo. Nella mia esperienza di presidente della Provincia in ogni atto di governo, in ogni atto amministrativo avvertivo la responsabilità di creare sviluppo, di sostenere l’economia del mio territorio: e i risultati li abbiamo raggiunti davvero! All’opposizione è diverso: ti rendi conto che si sta sbagliando tanto, che la Sicilia avrebbe meritato azioni e non annunci, che si sarebbe dovuto correre e invece si è scelto il passo del gambero. Questo mi spinge a stare tra la gente per provare a dire a ciascun siciliano di non perdere la speranza”.
13 Agosto 2014
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