23 giugno 2014

NON CI SONO RISORSE PER I VIALI PARAFUOCO. ANTINCENDIO IN SICILIA, LA REGIONE SI COMPLICA LA VITA METTENDO UNA PASTOIA AD UN MECCANISMO CHE NEL 2013 AVEVA RAGGIUNTO IMPORTANTI RISULTATI




Non ci sono risorse per i viali parafuoco e insorge l’incubo incendi 


ANTINCENDIO IN SICILIA, LA REGIONE SI COMPLICA LA VITA METTENDO UNA PASTOIA AD UN MECCANISMO CHE NEL 2013 AVEVA RAGGIUNTO IMPORTANTI RISULTATI






Il problema incendi ha costituito per anni una grave piaga per l’eco-sistema, per l’economia e per la salute dei cittadini siciliani, oltre a costare all’erario non poche risorse economiche che in tempi di magra non sono facilmente reperibili.
Però, nel corso degli ultimi anni la Regione è riuscita a creare un sistema anti-incendio che ha impedito all’Isola di subire i consueti danni. Nel 2013, si era ottenuta una riduzione degli incendi del 60% rispetto al 2012 e i danni ambientali erano passati da 50 milioni di euro nel 2012 ai 4 milioni nel 2013.
Era diminuito il costo del rispristino ambientale, passando dai 100 milioni del 2012 ai 9 milioni del 2013, garantendo tutti gli operai. Nel complesso, quindi, rispetto ai 100 milioni di euro di costi complessivi dell’apparato anti-incendio fino al 2012, sono stati spesi 80 milioni nel 2013 con un  risparmio del 20%.  Tuttavia, questi brillanti risultati sono a rischio per alcune disposizioni contenute nella legge finanziaria regionale, la n. 5/2014. L’articolo 12 di questa legge prevede l’accorpamento degli operai antincendio, gestiti sino allo scorso anno dal Corpo Forestale regionale, con quelli addetti alla manutenzione dei boschi che dipendono dall’Azienda Foreste Demaniali.
Il risultato è di bloccare importanti attività per la tutela del territorio e di scardinare assetti organizzativi ben funzionanti a ridosso della stagione estiva. Gli operai antincendio, infatti, passano dal Corpo Forestale all’Azienda Foreste ma solo per la gestione economica. Così, saranno utilizzati nuovamente dal Corpo Forestale, ma su finanziamento e assegnazione dell’Azienda, ma solo dopo la presentazione di perizie redatte dal Corpo Forestale da inviare all’Azienda stessa. Così, le risorse finanziarie per l’antincendio sono state assegnate all’Azienda Foreste, ma le attività operative devono essere svolte dal Corpo Forestale. In pratica, da un lato sono stati trasferiti gli operai al Corpo forestale, ma dall’altro i mezzi e le risorse finanziarie spettano all’Azienda Foreste.
Perciò, se quest’ultima non mette i soldi, i mezzi e gli stipendi degli operai, il Corpo forestale resta senza strumenti per contrastare gli incendi. Così, i mezzi specifici per l’antincendio sono senza autisti, senza addetti allo spegnimento e senza fondi per la manutenzione e la gestione, che devono essere trasferiti dall’Azienda al Corpo Forestale. Per fare un esempio, il Corpo forestale per rendere operativa un’autobotte, deve aspettare, ora, che l’Azienda Foreste dia i soldi per fare la manutenzione del mezzo, per acquistare la benzina e per assumere l’autista che poi invierà al corpo forestale.
Tra l’altro, i 6.900 operai saranno esaminati dalle Asp per controllarne l’idoneità, prima di essere nuovamente assunti ed equipaggiati dall’Azienda Foreste. Un altro esempio sono le tute anti-incendio che devono essere acquistare dall’Azienda Foreste e poi passate al Corpo forestale.
Tuttavia, esiste un pericolo ben più grave che rischia di vanificare tutti gli sforzi realizzati finora, poiché l’impasse in cui è caduto l’apparato anti-incendio, sta bloccando la ricostituzione dei viali parafuoco. Questi ultimi adempiono la funzione di interrompere l’espansione d’incendi nelle aree boschive, perché lasciano un corridoio libero da piante in modo da separare le aree del bosco, salvaguardandole. Questi corridoi costano circa 70 milioni di euro l’anno e sono realizzati con gli operai dell’azienda, ma, essendo questi bloccati, questi viali non sono ripuliti.


Di fronte a questa situazione, sono stati stanziati solo 18 milioni di euro a fronte di una spesa di 80 milioni del 2013, così che il servizio con un autonomia finanziaria ridotta partirà tra 15 giorni e durerà per non più di 20 giorni. Il Responsabile regionale del Dipartimento Conservazione Natura di Legambiente Sicilia, Angelo Dimarca, ha dichiarato a tal proposito: «Abbiamo presentato ricorso straordinario al Presidente della Regione, in quanto si stanno violando elementari principi di buona amministrazione e di ragionevolezza, e tutto questo in piena stagione antincendio. La convenzione, firmata tra Corpo Forestale e Azienda Foreste Demaniali, è un concentrato di bizantinismi e passaggi burocratici che stanno facendo saltare il servizio antincendio della Regione, creando il presupposto per il fallimento operativo di tutta la Forestale».
Si tratta di una convenzione che sposta tonnellate di carte tra 2 uffici della stessa Regione (fascicoli personali, certificati medici, perizie, elenco di attrezzature, fogli presenza, ecc.), producendo difficoltà e dilatando oltremodo i tempi amministrativi e tecnici in un settore delicato che non può fare a meno di rapidità,  d’efficacia e d’efficienza. Non ultimo, questa famigerata legge prevede anche che l’Azienda Foreste Demaniali si occupi non solo di demanio forestale ma anche di sviluppo rurale, trazzere, bonifica.
Dimarca ha aggiunto: «Ma la cosa più grave in assoluto è che rischia di saltare l’efficiente macchina antincendio organizzata dal Corpo Forestale regionale: lo scorso anno sono stati raggiunti obiettivi importanti, meno incendi, dismissione dei mezzi obsoleti, garantiti gli operai, ridotti i costi. In un solo anno di lavoro, l’apprezzabile attività del Dirigente Generale del Corpo Forestale siciliano ing. Di Rosa ha prodotto risultati impensabili ed è grave che la politica non ne abbia coscienza e che queste cose non vengano dette ai cittadini. Forse è proprio quello che da fastidio a gruppi d’interesse: dimostrare che con meno fondi ci possono essere maggiori risultati».
Secondo Legambiente Sicilia, «quest’Azienda è stata, di fatto, cancellata e ridotta, ad un megacontenitore per gravissime responsabilità politiche e dei sindacati tradizionali».  


 


22 Giugno 2014









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