E’ corsa contro il tempo per chiudere la programmazione europea 2007-2013: dopo avere certificato in tempi record una spesa di 1,7 miliardi, alla Sicilia restano diciotto mesi per non perdere neppure un euro dei 2,3 miliardi residui. Non sarà facile, ma il presidente della Regione Rosario Crocetta, si dice fiducioso: “E’ stato fatto molto e raggiungeremo il traguardo”. Cosi’ come, assicura il governatore, nessun ritardo sulla nuova Agenda 2014-2020, il nuovo ciclo di programmazione dei fondi europei per le aree meno sviluppate, come la Sicilia: in tutto circa 7 miliardi, quattro dei quali di provenienza comunitaria.
Esiste un primo step del 22 luglio, a partire dal quale le regioni potranno presentare i programmi di spesa a Bruxelles. Il nuovo ciclo entra in un quadro congiunturale di grande sofferenza. “Obiettivo – ha spiegato Vincenzo Falgares, del dipartimento regionale della Programmazione – è creare una visione collettiva di questo territorio con una forte sinergia tra i diversi partner, coniugano innovazione, ricerca e cittadinanza”.
Il programma è legato alla “Strategia regionale di specializzazione intelligente”. Cinque le sfide: rafforzamento rapido delle misure anticicliche, favorendo la natalità delle imprese e l’occupazione e lanciando un piano importante di opere per infrastrutture pubbliche; competitività del sistema economico, sostenendo l’innovazione e migliorando l’efficienza dei servizi pubblici; valorizzazione del patrimonio culturale e naturale; qualità della vita, puntando a periferie più vivibili, ad aree marginali più accessibili e al rafforzamento delle competenze; sostenibilità ambientale e qualità dei servizi ambientali. Il programma sara’ redatto dai dipartimenti regionali.
Il nuovo ciclo di programmazione, in definitiva, ha proseguito Falgares, “mira a costruire un vantaggio competitivo durevole basato sulla capacita’ di diversificazione produttiva e specializzazione tecnologica”. Tra gli obiettivi tematici, l’incremento dell’attivita’ di innovazione delle imprese, il rafforzamento delle strutture di ricerca, la promozione di nuovi mercati per l’innovazione. Poi l’Agenda digitale, attraverso la riduzione dei divari digitali nei territori, la digitalizzazione dei processi amministrativi; la promozione della competitività delle piccole e medie imprese mediante l’incentivazione degli investimenti e dell’accesso al credito. La tutela ambientale. La riduzione dei consumi energetici, il maggiore utilizzo di rinnovabili e bioenergie, forme di mobilita’ sotenibili. Quindi, la riduzione del rischio idrogeologico e di erosione costiera, la riduzione del rischio incendi. A seguire, l’efficientamento dell’amministrazione pubblica, il potenziamento di sistemi di trasporto sostenibili, col potenziamento dell’offerta ferroviaria, l’aumento della competitivita’ del sistema portuale e interportuale. Infine la promozione dell’inclusione sociale, delle azioni contro la poverta’ e ogni forma di discriminazione, l’investimento nell’istruzione, formazione e formazione professionale per le competenze e l’apprendimento permanente.