06 febbraio 2014

PERCHE' LETTA NON PARLA DI SICILIA AGLI EMIRI? IL FATTO E' CHE DI NOI SI PARLA SOLO PER L'ECCESSIVO NUMERO DI FORESTALI E DIPENDENTI, FRUTTO DELLE PASSATE AMMINISTRAZIONI CLIENTELARI


Eppure nell'Isola ci sono tante cose da comprare

Perché Letta non parla di Sicilia agli Emiri?


Il premier Enrico Letta, serio ed equilibrato, sta guadagnando la simpatia degli italiani, che certamente vorrebbero di più da lui, ma capiscono anche che non ha la bacchetta magica. In questi giorni è andato negli Emirati arabi che hanno 300 miliardi da investire in Europa, sono molto meno dei 3000 miliardi di surplus della Cina, ma sono sempre una bella somma. Gli sceicchi di Abu Dhabi, Dubai, Doha, Qatar e dintorni sono interessati a venire in Italia e ad acquistare quote dell'Alitalia, di aeroporti, di Finmeccanica eccetera e Letta è arrivato portando su un piatto tutte le offerte convenienza, con in più il gentile omaggio di un museo islamico a Venezia. Gli sceicchi amano l'Italia, molti ci hanno studiato da ragazzi, hanno anche acquistato marchi di lusso come Valentino, ora vediamo quanto sono disposti a spendere.
Forse noi siciliani abbiamo sbagliato cavallo, abbiamo puntato sulla Cina, sul suo interesse a insediarsi nel Mediterraneo e abbiamo affidato all'allora premier Monti una serie di progetti in Sicilia da prospettare a Pechino. Monti ha preso e portato in Cina questo dossier, ma non ha ricevuto alcuna risposta seria e dire che il terreno era stato ben preparato dall'archistar Pier Paolo Maggiora che ha progettato la nuova Pechino sul mare.
Noi abbiamo sbagliato, ma anche Letta ci ha trascurato perché nelle sue proposte ci sono solo aziende del centro-nord come Eni, Poste, Grandi Stazioni, Sace, alberghi sulla Costa Smeralda, ma niente di siciliano a parte la Stm che è a Catania, ma di comproprietà italo-francese. Ci saremmo augurati che parlasse di due fattori fondamentali per il nostro sviluppo, e cioé del Ponte sullo Stretto e del porto hub di Augusta, l'unico che può intercettare le 2000 navi al giorno che passano lo Stretto di Suez per entrare nel Mediterraneo. Volendo scendere di qualche livello ci sono gli alberghi di Taormina e i sei hotel del gruppo Acqua Marcia di Caltagirone Bellavista. Insomma, ce n'è roba da comprare in Sicilia. Forse gli emiratini saranno frenati dall'esperienza allucinante fatta dallo sceicco di Abu Dhabi Hamed bin al Hamed che da quattro anni cerca di venire in possesso della Perla Jonica di Capo Mulini (ora pare che siamo in dirittura finale), ma Letta nelle sue proposte avrebbe potuto inserire anche la Sicilia. Il fatto è che di noi si parla solo per l'eccessivo numero di dipendenti regionali e di forestali, frutto delle passate amministrazioni clientelari, ma mai in termini concreti di sviluppo. Eppure siamo la più grande isola del Mediterraneo, o no?



05 Febbraio 2014






1 commento:

  1. Ci sono investitori cinesi che stanno aspettando da due anni con parecchi miliardi di euro.perché non spalanchiamo le porte subito? Ma parlate ne in maniera più risonante!!(articolo de la Sicilia) Enzo spina

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