06 febbraio 2014

NOTO. LA FORESTALE POTREBBE FARE TANTO, IMPIEGANDO GLI OPERAI PER IL RISANAMENTO


Contrada Caffitella

I residenti: «Uscire di casa ci mette paura e nessuno interviene» Con la pioggia quella strada va chiusa

Il torrente che le auto sono costrette ad attraversare
Foto lasicilia.it

Noto. Il fiume Asinaro lentamente si sta ritirando dalla strada dove si è consumata la tragedia, lasciando sul tappeto, oltre al dolore per le tre vittime innocenti, le congetture sulla dinamica dell'incidente e il senso di frustrazione dei residenti, inascoltate Cassandre.
«Qui l'acqua c'è sempre, anche d'estate, seppure in quantità ridotta- rileva una residente di contrada Coffitella - Evidentemente il povero conducente dell'auto è stato tratto in inganno dal buio e forse dal pezzo d'asfalto che si intravvede dal versante opposto della strada. Pensando che potesse farcela, ha attraversato ed è finita come è finita».
La cosa incredibile è che questa strada che finisce dentro il fiume è molto trafficata. La donna racconta che quando l'Asinaro è in piena per non restare isolata a casa e raggiungere Noto, deve chiedere al proprietario di un appezzamento di terreno che sta più in alto la cortesia di farla passare.
«E come me tante altre famiglie sono nella stessa condizione. Per non parlare dei residenti di contrada Romanello, Monaca, Busulmone». Il territorio dello storico Asinaro è da tempo degradato e dimenticato dagli enti preposti. Tutti. Il fiume scorre tra un groviglio informe di canne, cumuli di detriti, rami secchi, tronchi d'albero che rendendo difficoltoso lo scorrere delle acque, determinano l'innalzamento del livello e lo rendono impetuoso e ostile. Eppure, nonostante ciò, non si vede alcun segnale di pericolo, alcun divieto. Un'inadempienza incomprensibile da parte di chi dovrebbe pensarci e non lo fa.
«Nessuno mai si è premurato di chiudere la strada - incalza -. A nessuno importa se restiamo sequestrati in casa o se passiamo a nostro rischio e pericolo. Tutto è lasciato al nostro buonsenso». D'altra parte non è la prima volta che automobilisti restino nel guado. «Ne abbiamo soccorsi tanti, spesso aiutandoci col trattore, solo che stavolta ci sono stati tre morti». Se d'inverno il fiume esonda, d'estate ci sono gli incendi che trasformano l'Asinaro in un inferno per lo stato pessimo in cui sono tenuti i luoghi.
«E dire che la forestale potrebbe fare tanto, impiegando gli operai per il risanamento, invece di far fare loro lavori secondari».
Cetty Amenta

05 Febbraio 2014




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