Ragazzi, ci risiamo: Crocetta & Bianchi ripropongono il mutuo da un miliardo di euro…
OGGI ALL’ARS CONFERENZA DEI CAPIGRUPPO. SETTE GIORNI FA ERA GIA’ PRONTA LA MANOVRA BIS PER TEATRI, ASSOCIAZIONI, FONDAZIONI, PARCHI E RISERVE NATURALI, ARPA E, IN GENERALE, PER TUTTI I SOGGETTI RIMASTI PRIVI DI RISORSE. OGGI, VISTO CHE 30 MILA SICILIANI SI SONO GIA’ ABITUATI ALLA FAME, LE ‘PRIORITA’ DEL GOVERNO SEMBRANO ALTRE: PER ESEMPIO, I ‘DEBITI’ DA PAGARE NON SI CAPISCE ANCORA A CHI. FORSE SI PARLERA’ ANCHE DI ABOLIZIONE DELLE PROVINCE, DI CITTA’ METROPOLITANE E DI SOPPRESSIONE DI OLTRE 200 COMUNI. IL GIOCO ALLA SFASCIO DI MEZZO PD CONTRO L’UDC
In un clima da ultimi giorni di Pompei oggi si riunisce la conferenza dei capigruppo dell’Assemblea regionale siciliana. All’ordine del giorno c’è il calendario dei lavori d’Aula. sarà l’occasione per capire quali sono le vere intenzioni del Governo di Rosario Crocetta.
La confusione è tanta. E come spessa capita quando c’è di mezzo questo sconclusionato Governo regionale, le parole in libertà fanno il paio con la confusione. E’ il caso dei dipendenti regionali che due giorni fa sono scesi in strada per manifestare contro lo stesso Governo. Uno sciopero voluto dall’organizzazione sindacale più rappresentativa dei dipendenti della Regione: i Cobas Codir.
Come al solito, a loro Crocetta ha riservato il solito trattamento. Il giorno prima della manifestazione – lunedì scorso – li ha incontrati avallando le loro ragioni. Tant’è vero che, dopo la manifestazione di martedì, scorso, i sindacati hanno allentato la presa, annunciando la fine dello stato di agitazione.
Appena incassato l’ammorbidimento da parte dei Cobas Codir, Crocetta – e siamo arrivati a ieri – ha dato i ben servito agli stessi dipendenti regionali cambiando le carte in tavola. Dicendo che chi chiede aumenti di retribuzione lo fa contro i disoccupati. Peccato che tra i dipendenti regionali ce ne sono oltre 5 mila con retribuzioni da fame: poco più di mille euro al mese. Insomma, gente che ha tutto il diritto di chiedere un almeno minimo aumento di retribuzione. Ma il governatore Crocetta, si sa, è quello che è.
Serviti i dipendenti della Regione, che già dovrebbero essere pentiti di aver intavolato una discussione con un presidente della Regione che lunedì ha detto una cosa e due giorni dopo ha affermato l’esatto contrario, tocca alla politica. Che farà il Governo?
A rigor di logica, oggi la conferenza dei capigruppo parlamentari dovrebbe mettere al primo posto dei lavori parlamentari la manovra bis annunciata dall’assessore all’Economia, Luca Bianchi. Quest’ultimo, appena una settimana fa, dava per scontato un Decreto legislativo che dovrebbe consentire alla Regione siciliana di utilizzare una parte delle risorse del fondo rischi (circa 550 milioni di euro).
Questo decreto legislativo approvato a velocità supersonica dal Governo Letta – così diceva sette giorni fa l’assessore Bianchi – dovrebbe consentire alla Regione di sbloccare un bel po’ di soldi. A noi questa storia è sempre sembrata una favola: e l’abbiamo pure scritto. E infatti, a nostro modesto avviso, di questa storia del Decreto legislativo sui residui attivi non se ne farà nulla.
A nostro modesto avviso, questa storia del Decreto legislativo sui residui attivi è stata una mossa cinica del Governo per tenersi buone tutte le categorie sociali rimaste senza soldi. Teatri, associazioni, fondazioni culturali, Arpa, forestali, Parchi e Riserve naturali, insomma tutti i soggetti che sono rimasti a leccare la sarda – cioè mezza Sicilia! – in questo momento, nella testa di Crocetta e Bianchi, debbono stare buoni e lasciare ‘lavorare i manovratori’.
Per loro il Governo ha pronto un ‘zuccherino’: gli 80 milioni di euro che dice di aver trovato. Messi a tacere le categorie rimaste senza risorse finanziarie, il presidente e l’assessore all’Economia, dopo aver ridotto in mutande la Regione, già da oggi, dovrebbero tornare a fare quello che hanno fatto sin da quando si sono insediati: i fatti propri (la dizione precisa sarebbe un’altra…).
Già da oggi, infatti, potrebbe ricomparire la storia del mutuo da un miliardo. E questa sarebbe la terza volta che il Governo presenterebbe questo assurdo progetto. Oggi, però, ricomparirebbe mentre mezza Sicilia è alla fame. Cosa, questa, che dovrebbe suscitare una protesta popolare.
La storia è nota. Il Governo di Rosario Crocetta ha deciso di “pagare i debiti alle imprese”. A quali imprese? A quelle siciliane? Il Governo si è impegnato con la Commissione Bilancio e Finanze a far conoscere l’elenco dettagliato delle imprese che dovrebbero essere pagate con il mutuo da un miliardo di euro che la stessa Regione siciliana dovrebbe contrarre presso la Cassa Depositi e Prestiti.
Ovviamente, com’è nello stile di questo Governo di fanfaroni, Crocetta e l’assessore Bianchi si sono guardati bene dal far conoscere ai parlamentari della Commissione Bilancio e Finanze dell’Ars l’elenco di questi ‘creditori’.
Prima hanno detto che una buona parte dei creditori sono rappresentati dalle Asp siciliane (le Aziende sanitarie provinciali), Poi hanno tirato fuori una lista di Comuni. Ma, nel complesso, rimane un mistero il nome dei soggetti che dovrebbero ‘sciropparsi’ oltre 700 milioni di euro. Tant’è che la Commissione Bilancio ha bloccato l’operazione.
Con una faccia tosta che è pari solo alla loro arroganza, negli ultimi giorni di dibattito sulla Finanziaria, Crocetta e Bianchi si sono presentati a Sala d’Ercole per farsi riapprovare il mutuo da un miliardo. Ma, sotto il profilo strettamente ‘tecnico’ sono stati ‘assicutati’ (leggere cacciati) per la seconda volta dai parlamentari.
Ora Crocetta e Bianchi vorrebbero provarci per la terza volta. E, ovviamente, per la terza volta senza far conoscere ai parlamentari dell’Ars – e quindi ai siciliani, se è vero che il Parlamento rappresenta i 5 milioni di siciliani i quali, alla fine, sono quelli che dovrebbero pagare questo mutuo con un aumento delle tasse! – chi sono i soggetti che dovrebbero prendersi questi soldi.
Il dubbio – tutt’altro che campato in aria – è che questo miliardo di euro di mutuo dovrebbe servire, in massima parte, per pagare strani debiti con i gruppi economici nazionali. E questa sarebbe la beffa finale per la Sicilia: non solo Teatri, associazioni, fondazioni culturali, Arpa, Parchi e Riserve naturali, forestali e via continuando sono rimasti senza soldi, ma la Regione andrebbe a contrarre un prestito per pagare i debiti a soggetti in buna parte esterni alla stessa Sicilia!
Oltre a questa bella storia del mutuo che per la terza volta tornerebbe in auge, l’Ars dovrebbe occuparsi della riforma delle Province. Riforma che dovrebbe essere varata entro il 15 febbraio. Se entro questa data non ci sarà una legge, i siciliani saranno chiamati a rieleggere i presidenti delle nove Province siciliane e i consigli provinciali. Questa sarebbe la prospettiva più intelligente, visto che fino ad oggi, su tale materia, Sala d’Ercole e il Governo hanno fatto solo una grande confusione.
La verità è che il Governo non ha mai presentato alcuna riforma. L’unico obiettivo – disperato più che politicamente pensato – è la riduzione dei costi eliminando le istituzioni che costano di meno, cioè le Province. Una somma fesseria.
Questa storia dell’abolizione delle Province si lega alla nascita dei “Liberi consorzi di Comuni”, come prevede l’articolo 15 dello Statuto siciliano. Dovrebbero essere i Comuni ad autodeterminarsi, secondo quanto previsto dallo Statuto. Ma la Prima Commissione legislativa – Affari istituzionali – presieduta da Antonello Cracolici – ha messo giù una ‘frittata’ che prevede tutto e il contrario di tutto. E, soprattutto, cerca di imporre ai Comuni siciliani i Consorzi calati dall’alto: ovvero la negazione di quanto previsto dallo Statuto!
Tanto per completare il ‘bordello’ amministrativo, c’è anche il tentativo di dare vita a tre improbabili città metropolitane – Palermo, Catania e Messina – che dovrebbero ‘inghiottire’, secondo la logica del pescecane, da 50 a 60 Comuni per depredarli e risanare i propri bilanci. Il risultato finale sarebbe la scomparsa di questi Comuni che dovrebbero ‘immolarsi’ per far sopravvivere Palermo, Catania e Messina.
Una bella ‘riforma’, come si può notare. Che dovrebbe trasformare 50-60 Comuni siciliani in squallide periferie! Per non parlare di altri 200 Comuni che dovrebbero pure consorziarsi, di fatto per scomparire e attuare risparmi, peggiorando i servizi per i cittadini. Insomma grandi ‘riforme’ attendono i siciliani…
Tutto questo dovrebbe avvenire in un quadro politico sempre più sfilacciato, con i Partiti di una presunta maggioranza divisi su tutto.
A tenere banco è l’Udc di Casini, che si rifiuta di farsi ‘scannare’ dalla riforma elettorale Renzi-Berlusconi. Avendo capito che nel PD gli vogliono fare fare la fine dell’agnello a Pasqua (o del cappone a Natale), casini, novello figliol prodigo, è già tornato con Forza Italia.
Una parte del Pd siciliano ne ha approfittato pe rporre la questione politica in Sicilia, dove l’Udc ha, di fatto, portato Crocetta alla presidenza della Regione. Approfittando della mossa romana di Casini, mezzo PD siciliano (e precisamente i cuperliani e i renziani che candidano Fausto Raciti alls egreterie del Partito in Sicilia) vorrebbe ‘sbarellare’ l’Udc fuori dalla Giunta Crocetta per arraffare le tre poltrone di Governo oggi controllate dal Partito di Casini.
Come si può notare, una ‘grande’ prospettiva politica, quella portata avanti dall’asse Renzi-Cuperlo in salsa sicula. Cosa che, giustamente, ha fatto notare ieri sera il segretario uscente del PD siciliano, Giuseppe Lupo, ricandidato da solo alla segreteria del Partito. Forse uno dei pochi diritenti di questo PD siciliano a non aver perso la lucidità.
06 Febbraio 2014
Nessun commento:
Posta un commento
Ogni commento anonimo sarà cestinato, verranno pubblicati tutti tranne quelli offensivi e/o volgari, si ricorda che commentare significa anche assumersi la responsabilità di ciò che si dice. Qualora la loro pubblicazione violasse eventuali diritti d’autore, vogliate comunicarlo via email. Saranno immediatamente rimossi. Quelli con profilo Anonimo DEVONO essere firmati alla fine del commento altrimenti saranno cancellati. Il titolare del blog declina ogni responsabilità per i commenti rilasciati da terzi. Le immagini pubblicate sono quasi tutte tratte da internet e quindi valutate di pubblico dominio. Qualora il loro uso violasse diritti d'autore, lo si comunichi all'autore del blog che provvederà alla loro rimozione.