Regione, stipendi a rischio: trema Palermo
di Redazione
Dipendenti
regionali, deputati dell'Ars, forestali, ex Pip, personale di Enti e
partecipate: ballano 30-40 mila persone. Dopo l'impugnativa del
commissario dello Stato, nel Capoluogo è allarme rosso per le proteste. Crocetta incontrerà il premier mercoledì
Se l’inverno pare essere arrivato anche in Sicilia, dalle parti di
Palermo non si sente affatto. Il clima è rovente. Dopo la bocciatura di
quasi tutta la Finanziaria da parte del commissario dello Stato, sono a
rischio gli stipendi di un numero imprecisato di lavoratori, ma che
secondo le stime si aggirerebbe intorno a 30 o forse 40 mila unità. Il
prefetto del Capoluogo, Francesca Cannizzo, al riguardo è stata
eloquente: “Ci sarà la massima attenzione per cogliere tutti i segnali
di allarme: la città e le istituzioni sapranno anche in questa occasione
leggere la realtà e comportarsi di conseguenza”.
Dipendenti e pensionati regionali, senza stipendio, sono una bomba ad orologeria.
Il bilancio non è ancora stato pubblicato in Gazzetta, mentre
l'impugnativa della finanziaria ha lasciato senza fondi Enti e consorzi
regionali, con migliaia di persone che non sanno quando riceveranno il
salario.
Monta la rabbia.
Stamani a Palermo ci sono state le prime manifestazioni di protesta, in piazza i lavoratori precari ex Pip, poco meno di tremila persone, anche loro coinvolti nella blocco della spesa.
Ma sul piede di guerra sono anche le associazioni e gli Enti assistenziali colpiti
dalla sforbiciata del prefetto Carmelo Aronica. I destinatari di
quell’allegato 1 che stanziava 262 milioni di euro, ripristinando in
parte la vituperata Tabella H. “Siamo pronti anche a portare diecimila
non vedenti a Palermo per cercare di far capire al commissario dello
Stato le drammatiche conseguenze provocate dal blocco della legge
regionale che dovrebbe garantirci i fondi per l'assistenza di quasi 40
mila non vedenti, 120 mila ipovedenti e quasi 500 pluriminorati”. Lo
afferma il presidente regionale dell'Unione italiana ciechi (Uic),
Giuseppe Castronovo, rilanciando l'allarme per “quel che sta accadendo e
rischia di accadere ancora più drammaticamente nelle prossime settimane
in Sicilia, dopo che il Commissario dello Stato a Palermo ha cassato
dalla Finanziaria anche la legge con cui il governo Crocetta intendeva
assicurare ai tre enti i contributi necessari per portare avanti le
varie attività”.
Tutti gli stipendi bloccati (anche quelli dei parlamentari).
Gli stipendi dei dipendenti della Regione e gli assegni ai pensionati saranno
pagati solo dopo la pubblicazione in Gazzetta del bilancio, ma per
completare le procedure informatiche di pagamento occorrerà una decina
di giorni.
Il problema rimane invece per chi lavora negli Enti Parco,
all'Ente di sviluppo agricolo, all'Ente acquedotti siciliani, nei
consorzi di bonifica, per il personale di teatri, accademie, istituti
pubblici, per i forestali: senza un’intesa per sbloccare i 500 milioni o almeno una parte questa platea di lavoratori rimarrà senza salario.
In difficoltà le società partecipate dalla Regione:
in questo caso il personale, fino a quando non sarà pubblicato il
bilancio in Gazzetta, può essere pagato solo con le anticipazioni di
cassa nel caso di disponibilità finanziaria delle singole aziende.
Anche il personale del Parlamento siciliano, circa 250 persone alle quali bisogna aggiungere i pensionati, e i 90 deputati regionali sono senza stipendi e indennità parlamentari.
Il pagamento potrà avvenire solo dopo la pubblicazione in Gazzetta
ufficiale del bilancio della Regione, poiché l'Assemblea attende il
trasferimento di 149 milioni di euro.
Non si terrà oggi, come era sembrato all'inizio, il vertice
tra il presidente della Regione siciliana e il capo del Consiglio dei
ministri. Rosario Crocetta incontrerà in settimana, forse
mercoledì, il premier Letta per affrontare l'emergenza sociale in corso
nell'Isola dopo l'impugnativa da parte del commissario dello Stato di
parte della legge di stabilità col blocco di oltre mezzo miliardo di
spesa e migliaia di lavoratori senza stipendi. Gli oltre 500 milioni
sono stati spostati in un fondo
indisponibile a garanzia dei residui attivi (una montagna di 15 miliardi
di crediti difficilmente esigibili): i fondi bloccati erano destinati
in buona parte a enti, consorzi, fondazioni, teatri pubblici e
associazioni, ma anche ai lavoratori forestali.
Ma i nodi vengono al pettine.
“Quando in una finanziaria come quella della Regione siciliana si
prevedono ingenti impegni finanziari senza un'adeguata copertura, non
bisogna meravigliarci dell'intervento del Commissario dello Stato che
esercita un ruolo di garanzia”. L'ha detto il ministro alla Pubblica amministrazione Giampiero D'Alia, parlando con i giornalisti a Ragusa a un convegno sui fondi europei 2014-2020.
“Ho dato la mia disponibilità al presidente Crocetta - ha aggiunto
il ministro - per convocare un tavolo tecnico anche a Roma, con il
presidente del Consiglio e il ministero dell'Economia, per vedere come
intervenire su alcuni settori specifici della macchina regionale che
hanno una loro complessità sul piano sociale e su cui è necessario
reperire le necessarie risorse”.
27 Gennaio 2014
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