Finanziaria, appello al governo
Crocetta: "Assassinio per la Sicilia"
Il presidente della
Regione tuona contro l'impugnativa del commissario dello Stato che ha
falcidiato la Finanziaria e chiede al governo un incontro: "In nome dei
forestali l'Isola alla paralisi". Tagliati i fondi a teatri, scuole,
enti, famiglie e disabili
"Sono tagliati i fondi per le Ipab, anziani, malati, orfani e senza parenti troveranno asilo nelle sale di aspetto delle stazioni ferroviarie. Sono tagliati i fondi per i talassemici. Sono tagliati i fondi per le riserve naturali e per i parchi. Brucino. Sono tagliati i soldi per l'EAS ; il personale vada al macello. I consorzi di bonifica sono tagliati : niente più acqua nelle campagne. Naturalmente tutti questi tagli vengono giustificati in nome dei forestali assunti negli ultimi 30 anni dai governi precedenti e mai dichiarati illegittimi da nessun Commissario dello Stato", dice ancora Crocetta.
Poi l'accusa: "Ci si rende conto ( finalmente?) che la Sicilia ha assunto troppi precari per cui al macello forestali, lavoratori Resais (società nella quale negli anni sono stati assunti lavoratori dipendenti di società private in fallimento, in contrasto con leggi e la costituzione. Tutto questo era costituzionale fino al 2012. Dal 2013, con 2 miliardi e mezzo di risparmio, e dal 2014 con 450 milioni di risparmio, è diventato incostituzionale".
"Il popolo siciliano è diventato incostituzionale, quando si impongono a tale popolo tagli indiscriminati, dopo decenni di spese folli. Perché lo Stato non fa lo stesso? Non taglia le partecipate statali? Le super consulenze? Gli stipendi altissimi dei dirigenti pubblici strapagati? Sono perfino stati tagliati i fondi di sostegno alle associazioni antiracket e antimafia; che chiudano pure, la solidarietà alle vittime della lotta alla mafia diventa superflua. I ciechi e i sordi non hanno diritto di studiare. Sono tagliati tutti i fondi per i musei siciliani. Chiuderanno".
"Come presidente della Regione Siciliana - conclude il governatore - chiedo di incontrare i rappresentanti del governo, per capire se la politica nazionale chieda oggi un vero massacro sociale, se chieda lo scoppio di una situazione eversiva incontrollabile. Se chiede al popolo siciliano di non fidarsi più della democrazia. Il governo siciliano non cede e fa la sua battaglia, ma, mai come adesso è necessaria una larga e unita convergenza che faccia uscire la Sicilia dal baratro in cui ci ha trascinato il passato. Si chiede responsabilità a tutte le parti politiche e sociali".
"Nessuno pensi di rovesciare sul Presidente della Regione e la sua Giunta la responsabilità di anni di mala gestione. Ho visto perfino cancellare le norme di sostegno alle imprese, o quelle destinate a contenere la rabbia dei poveri e delle
24 Gennaio 2014
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