L'assessore Bianchi
A rischio gli stipendi di 40 mila lavoratori
Crocetta: "Non fermiamo la Sicilia" LA DIRETTA
Botta è stata pesantissima. All'Ars la
preoccupazione è evidente. Governo e deputati stanno discutendo sulle
possibili contromosse. Si bloccano gli stipendi dei dipendenti
regionali, che saranno erogati non prima di febbraio. A secco anche enti e associazioni collegati alla Regione: ecco quali.
Intanto Aula rinviata alle 15, per consentire al presidente Crocetta di
raggiungere Sala d'Ercole. Il governatore conferma: "Ci sarò. Dobbiamo
promulgare la legge anche senza le parti impugnate, per evitare il
blocco dell'Isola. Ma ancora non ho compreso l'intervento del
Commissario dello Stato". LA DIRETTA DI LIVESICILIA.
PALERMO- Aggiornamento 14.47 Il presidente
della Regione Rosario Crocetta sta raggiungendo Palazzo dei Normanni e
sarà presente alla seduta dell'Ars. Sulla possibilità di andare a uno
scontro col Commissario dello Stato attraverso un ricorso alla Corte
costituzionale, però, il governatore è "tiepido": "Abbiamo la necessità -
ha detto Crocetta raggiunto telefonicamente da Livesicilia - di
promulgare la legge senza le parti impugnate, per evitare che la Sicilia
si fermi. Ma più passano le ore più considero incomprensibile, in
diversi punti, l'intervento del Commissario dello Stato".
A rischio sono in tanti. L'impugnativa del Commissario dello Stato, infatti, ha "polverizzato" le somme previste per il pagamento degli stipendi di tanti, tantissimi lavoratori. Saltano i 180 milioni per i Forestali, ma anche i soldi per gli ex dipendenti della Fiera del Mediterraneo passati in Resais, dei dipendenti del Ciapi, dell'Esa, dell'Eas, dei consorzi di bonifica, del Cerisdi. Cancellate anche la somme per Teatri, enti cattolici, associazioni che rappresentano i disabili. Dei 262 milioni previsti nel cosiddetto "Allegato 1", che finanzia 118 voci di spesa, tra cui appunto quelle destinate al personale, infatti ne restano appena una cinquantina. Quanti sono in tutto i siciliani travolti dalla bocciatura? Si parla di 30-40 mila lavoratori che rischiano di rimanere senza stipendio. "Stiamo facendo i conti - dice l'assessore all'Economia, Luca Bianchi - non sappiamo ancora con esattezza quante sono le persone coinvolte, la situazione è complessa".
Per questo, adesso il governo sta cercando un'altra soluzione. Attualmente, infatti, le somme che corrispondono agli articoli impugnati andrebbero automaticamente a rimpinguare il Fondo per i residui attivi - crediti difficilmente esigibili dalla Regione. Deputati ed esecutivo starebbero verificando attraverso colloqui col Commissario dello Stato, se sia possibile destinare al fondo una cifra intorno ai 100 milioni. Destinando il resto, così, al finanziamento di enti e associazioni lasciati "a secco". O quasi. Le somme in bilancio, infatti, consentirebbero di andare avanti per un mese, forse due. Ma senza una manovra o una soluzione tecnica in grado di recuperare quelle somme, tra poche settimane i rubinetti si chiuderebbero inevitabilmente.
Impugnativa-choc: il day-after a Palazzo dei Normanni
Servirà un’altra Finanziaria. Una manovra che dovrà ridistribuire i fondi liberati dalla pesante impugnativa del Commissario dello Stato. Un intervento durissimo, quello di Aronica, che costringerà Sala d’Ercole a chiedere la promulgazione della legge di stabilità senza le parti cassate.
Ma di quella Finanziaria resta poco. A dire il vero, il “cuore” della legge ancora batte. E solo per questo la Regione, in questo caso, non è “saltata in aria”. Non sono stati sfiorati, infatti, gli articoli centrali. I pilastri della manovra. Si tratta dell’articolo 4, sulle entrate, dell’articolo 6 sui finanziamenti ai Comuni e dell’articolo 32 sulle proroghe dei precari. Ma tutto il resto è esploso sotto i colpi del Commissario. E adesso bisognerà capire cosa fare. "Sono rimasti in piedi - ha spiegato l'ex presidente della Commissione bilancio Riccardo Savona - gli articoli fondamentali. Ma il governo ha voluto appesantire la Finanziaria con norme estranee, calate all'ultimo momento in Aula. E questo comportamento ha certamente infastidito il Commissario dello Stato".
Uno dei passi (quasi) certi è la promulgazione della norma senza le parti impugnate, come dicevamo. Il “quasi” è legato a un'indiscrezione che vedrebbe il governo intenzionato a inserire, nell’ordine del giorno, qualche variazione rispetto all’Odg “tecnico”. Ma la promulgazione che verrà decisa oggi dall'Assemblea avrà già un effetto immediato. In Gazzetta ufficiale, infatti, la legge di stabilità arriverà la prossima settimana. E fino ad allora, gli stipendi dei dipendenti regionali non potranno essere erogati. Se ne parlerà almeno nella prima settimana di febbraio. Se non più tardi.
Intanto in mattinata, l’Aula prevista per le 11 è stata rinviata alle 15, per consentire all’assessore Bianchi di incontrare il vicepresidente dell’Ars Venturino, i capigruppo Gucciardi e Di Giacinto, il presidente della commissione Bilancio Dina, oltre ai funzionari del Bilancio e dell’Assemblea. Ma anche per permettere al presidente della Regione Rosario Crocetta, assente stamattina, di raggiungere Palazzo dei Normanni.
Anche perché, come dicevamo, il governo non si sarebbe del tutto arreso all’idea di promulgare una Finanziaria mutilata. "Questa impugnativa – ha spiegato ancora l’assessore all’Economia Luca Bianchi - non ha i presupposti di costituzionalità, è un'operazione talebana che uccide il percorso di risanamento che avevamo avviato". Il problema, però, è che ci sono delle scadenze: i precari, gli stipendi da pagare. “Entro un mese il governo - dice Bianchi - porterà in Assemblea una manovra di variazione del bilancio, con l'obiettivo di "sbloccare" i 558 milioni di euro a valere sulle norme della finanziaria cassate dal commissario dello Stato.". Nel frattempo, però, si profila anche l'ipotesi di un ricorso alla Corte Costituzionale sull'impugnativa fatta dal commissario dello Stato. L'assessore non lo dice esplicitamente, ma su una cosa è fermo: "Smonteremo l'impugnativa riga per riga".
Ma intanto, a pezzi, al momento, c’è solo la legge di stabilità. E su questo punto, appare quasi rassegnato il presidente della Commissione bilancio Nino Dina. “Servirà una sorta di Finanziaria alternativa, non credo ci siano altre strade percorribili. L’impugnativa dell’Allegato 1, ad esempio, costringe a utilizzare gli stanziamenti dell’anno precedente, che sono sottostimati e inadeguati. Nel frattempo bisognerà capire che fare con i circa 500 milioni che si sono liberati dopo l’impugnativa. E trovare i soldi per i Forestali”.
Ma gli effetti della censura del Commissario, oggi, sono tutti sui volti dei deputati presenti a Palazzo dei Normanni. La preoccupazione è evidente. Un tensione che si è ulteriormente alzata dopo la reazione veemente del governatore Crocetta che ha puntato l’indice contro il Commissario dello Stato. “Non so che dire – commenta Dina – si si diceva che in quei giorni i colloqui ci fossero stati. Evidentemente è stato un dialogo tra sordi”. Ma ovviamente, la sconfitta è anche del parlamento: “Certo – ammette Dina – la Finanziaria è di tutti. Del governo e del parlamento”. O forse è meglio dire: “Era di tutti”.
A rischio sono in tanti. L'impugnativa del Commissario dello Stato, infatti, ha "polverizzato" le somme previste per il pagamento degli stipendi di tanti, tantissimi lavoratori. Saltano i 180 milioni per i Forestali, ma anche i soldi per gli ex dipendenti della Fiera del Mediterraneo passati in Resais, dei dipendenti del Ciapi, dell'Esa, dell'Eas, dei consorzi di bonifica, del Cerisdi. Cancellate anche la somme per Teatri, enti cattolici, associazioni che rappresentano i disabili. Dei 262 milioni previsti nel cosiddetto "Allegato 1", che finanzia 118 voci di spesa, tra cui appunto quelle destinate al personale, infatti ne restano appena una cinquantina. Quanti sono in tutto i siciliani travolti dalla bocciatura? Si parla di 30-40 mila lavoratori che rischiano di rimanere senza stipendio. "Stiamo facendo i conti - dice l'assessore all'Economia, Luca Bianchi - non sappiamo ancora con esattezza quante sono le persone coinvolte, la situazione è complessa".
Per questo, adesso il governo sta cercando un'altra soluzione. Attualmente, infatti, le somme che corrispondono agli articoli impugnati andrebbero automaticamente a rimpinguare il Fondo per i residui attivi - crediti difficilmente esigibili dalla Regione. Deputati ed esecutivo starebbero verificando attraverso colloqui col Commissario dello Stato, se sia possibile destinare al fondo una cifra intorno ai 100 milioni. Destinando il resto, così, al finanziamento di enti e associazioni lasciati "a secco". O quasi. Le somme in bilancio, infatti, consentirebbero di andare avanti per un mese, forse due. Ma senza una manovra o una soluzione tecnica in grado di recuperare quelle somme, tra poche settimane i rubinetti si chiuderebbero inevitabilmente.
Impugnativa-choc: il day-after a Palazzo dei Normanni
Servirà un’altra Finanziaria. Una manovra che dovrà ridistribuire i fondi liberati dalla pesante impugnativa del Commissario dello Stato. Un intervento durissimo, quello di Aronica, che costringerà Sala d’Ercole a chiedere la promulgazione della legge di stabilità senza le parti cassate.
Ma di quella Finanziaria resta poco. A dire il vero, il “cuore” della legge ancora batte. E solo per questo la Regione, in questo caso, non è “saltata in aria”. Non sono stati sfiorati, infatti, gli articoli centrali. I pilastri della manovra. Si tratta dell’articolo 4, sulle entrate, dell’articolo 6 sui finanziamenti ai Comuni e dell’articolo 32 sulle proroghe dei precari. Ma tutto il resto è esploso sotto i colpi del Commissario. E adesso bisognerà capire cosa fare. "Sono rimasti in piedi - ha spiegato l'ex presidente della Commissione bilancio Riccardo Savona - gli articoli fondamentali. Ma il governo ha voluto appesantire la Finanziaria con norme estranee, calate all'ultimo momento in Aula. E questo comportamento ha certamente infastidito il Commissario dello Stato".
Uno dei passi (quasi) certi è la promulgazione della norma senza le parti impugnate, come dicevamo. Il “quasi” è legato a un'indiscrezione che vedrebbe il governo intenzionato a inserire, nell’ordine del giorno, qualche variazione rispetto all’Odg “tecnico”. Ma la promulgazione che verrà decisa oggi dall'Assemblea avrà già un effetto immediato. In Gazzetta ufficiale, infatti, la legge di stabilità arriverà la prossima settimana. E fino ad allora, gli stipendi dei dipendenti regionali non potranno essere erogati. Se ne parlerà almeno nella prima settimana di febbraio. Se non più tardi.
Intanto in mattinata, l’Aula prevista per le 11 è stata rinviata alle 15, per consentire all’assessore Bianchi di incontrare il vicepresidente dell’Ars Venturino, i capigruppo Gucciardi e Di Giacinto, il presidente della commissione Bilancio Dina, oltre ai funzionari del Bilancio e dell’Assemblea. Ma anche per permettere al presidente della Regione Rosario Crocetta, assente stamattina, di raggiungere Palazzo dei Normanni.
Anche perché, come dicevamo, il governo non si sarebbe del tutto arreso all’idea di promulgare una Finanziaria mutilata. "Questa impugnativa – ha spiegato ancora l’assessore all’Economia Luca Bianchi - non ha i presupposti di costituzionalità, è un'operazione talebana che uccide il percorso di risanamento che avevamo avviato". Il problema, però, è che ci sono delle scadenze: i precari, gli stipendi da pagare. “Entro un mese il governo - dice Bianchi - porterà in Assemblea una manovra di variazione del bilancio, con l'obiettivo di "sbloccare" i 558 milioni di euro a valere sulle norme della finanziaria cassate dal commissario dello Stato.". Nel frattempo, però, si profila anche l'ipotesi di un ricorso alla Corte Costituzionale sull'impugnativa fatta dal commissario dello Stato. L'assessore non lo dice esplicitamente, ma su una cosa è fermo: "Smonteremo l'impugnativa riga per riga".
Ma intanto, a pezzi, al momento, c’è solo la legge di stabilità. E su questo punto, appare quasi rassegnato il presidente della Commissione bilancio Nino Dina. “Servirà una sorta di Finanziaria alternativa, non credo ci siano altre strade percorribili. L’impugnativa dell’Allegato 1, ad esempio, costringe a utilizzare gli stanziamenti dell’anno precedente, che sono sottostimati e inadeguati. Nel frattempo bisognerà capire che fare con i circa 500 milioni che si sono liberati dopo l’impugnativa. E trovare i soldi per i Forestali”.
Ma gli effetti della censura del Commissario, oggi, sono tutti sui volti dei deputati presenti a Palazzo dei Normanni. La preoccupazione è evidente. Un tensione che si è ulteriormente alzata dopo la reazione veemente del governatore Crocetta che ha puntato l’indice contro il Commissario dello Stato. “Non so che dire – commenta Dina – si si diceva che in quei giorni i colloqui ci fossero stati. Evidentemente è stato un dialogo tra sordi”. Ma ovviamente, la sconfitta è anche del parlamento: “Certo – ammette Dina – la Finanziaria è di tutti. Del governo e del parlamento”. O forse è meglio dire: “Era di tutti”.
24 Gennaio 2014
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