«Molte aree a rischio idrogeologico» Vertice alla Provincia regionale
per la pianificazione locale e sovracomunale di Protezione Civile
I partecipanti al vertice nell'aula consiliare
della provincia regionale. Foto lasicilia.it
Una forte sollecitazione ai Comuni per redigere il proprio piano di protezione civile, ma anche le difficoltà operative denunciate dagli stessi enti per le poche disponibilità finanziarie: su tutto, comunque, la necessità di una maggiore presa di coscienza culturale sui temi della prevenzione delle emergenze e della gestione delle stesse.
Sono, questi, alcuni dei punti su cui s'è articolato l'incontro di coordinamento operativo svoltosi alla Provincia convocato dal commissario straordinario Raffaele Sirico e inerente, appunto, alla pianificazione locale e sovracomunale di protezione civile, la prevenzione dei rischi e le modalità operative dei sistemi di allerta.
All'incontro erano stati invitati a presenziare, oltre ai componenti il comitato provinciale di protezione civile, tutti i rappresentanti degli organismi chiamati in causa per la gestione delle situazioni di emergenza, ad iniziare dai sindaci del territorio che però si sono presentati a questo appuntamento in numero molto ridotto, assenza che è stata stigmatizzata data l'importanza del tema da trattare.
Il nostro territorio - ha rimarcato in apertura il commissario Sirico - presenta alcuni gravi problemi di vulnerabilità, compresa la situazione della viabilità, con alcune aree a forte rischio idrogeologico, per cui era necessario questo momento di confronto sull'attuale sistema provinciale di protezione civile con i vari soggetti chiamati in causa: e ciò, non potendo però prescindere dai piani comunali delle emergenze che rimangono gli strumenti essenziali da cui far scaturire ogni azione.
Sono stati numerosi gli interventi nel corso dell'incontro, ad iniziare dal comandante dei Vigili del fuoco di Caltanissetta Michele Burgio che ha richiamato l'esigenza di sperimentare i piani attraverso esercitazioni pratiche con cui verificare l'efficacia della catena di comando in caso di emergenza. Elio Barnabà, responsabile del servizio 118 dell'Asp, ha ricordato l'esercitazione effettuata qualche anno fa a Gela, e che aveva presentato alcune criticità, fermi restando i problemi prettamente economici anche per affrontare esercitazioni complesse come quella gelese.
Luigi Stuppia ha ricordato l'attività capillare sul territorio del Corpo forestale, invitando i sindaci ad accentuare la vigilanza sulle aree di pertinenza, anche se non tutti i Comuni dispongono di personale adeguato. Sergio Morgana, responsabile provinciale del Dipartimento regionale di protezione civile, ha ricordato come siano solo 9 i Comuni nisseni che ad oggi dispongono del piano, mentre altri li stanno rivedendo e 7 ne sono del tutto sprovvisti, specie i più piccoli che su tale fronte potrebbero anche consorziarsi tra loro. Salvatore Losardo, sindaco di Bompensiere, ha ribadito la poca disponibilità di risorse che fa sì che al proprio piano manchi, ad esempio, la relazione geologica (ma Sirico ha in tal senso messo a disposizione gli uffici della Provincia), così come risulta difficoltoso gestire per lo stesso motivo il gruppo comunale di protezione civile. Per Arcangelo Ardillo (Genio Civile di Caltanissetta) le maggiori emergenze sul nostro territorio sono legate all'esondazione di fiumi e torrenti e per questo ha auspicato un'adeguata manutenzione degli alvei.
A richiedere un maggiore coinvolgimento, non solo operativo ma anche progettuale, delle associazioni di volontariato è stato Emanuele Barberi (Rangers International di Niscemi) che ha ricordato l'attività divulgativa di protezione civile svolta presso le scuole, mentre Pino Cincotta (Comune di Niscemi) ha anch'egli ribadito le difficoltà operative in ambito comunale, lamentando il fatto che le amministrazioni s'interessano di protezione civile solo quando si verifica l'emergenza. Antonino Manfrè e Paolo Iannello, in rappresentanza rispettivamente dei Comuni di Resuttano e San Cataldo, hanno invece lamentato l'assenza di finanziamenti per interventi o progetti presentati a risanamento e consolidamento del territorio (a Resuttano insiste una grossa frana, a S. Cataldo sono a rischio molte abitazioni del centro storico), mentre Angelo Sciandrù (Comune di Butera) ha criticato l'assenza amministrativa sulle tematiche della prevenzione. Angelo Fasulo, sindaco di Gela, ha richiamato quelle che sono le priorità, e se la fondamentale è quella di salvare vite umane - ha detto - allora occorre lanciare un forte grido per avere nuove risorse e adeguati interventi legislativi, con una forte azione anche al di fuori delle emergenze.
Ha concluso Calogero Foti dirigente generale del Dipartimento regionale di protezione civile che, dopo aver lamentato l'assenza massiccia dei sindaci (ma Sirico ha detto che informerà tutti sugli esiti dell'incontro), nel suo lungo intervento ha focalizzato i temi essenziali della protezione civile, la cui filosofia - ha detto - deve ispirare l'azione di ogni Comune. Manca una programmazione per gli interventi strutturali - ha aggiunto - ma più in generale il problema diventa anche di approccio culturale con la tematica: ecco perché c'è il progetto di creare un'Accademia della protezione civile per la formazione di tutti coloro che, a vario titolo, sono chiamati in causa. Ma anche la cittadinanza va educata su più corrette norme comportamentali.
11 Dicembre 2013
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