I vertici del Pd
dal governatore
Crocetta apre
uno spiraglio
rosario crocetta
Palermo. Sebbene il clima fosse pesante, è significativo che nella tarda serata di ieri, dopo che se ne erano dette di tutti i colori, abbia avuto buon gioco la diplomazia, visto che a palazzo d'Orléans si sono trovati faccia a faccia gli esponenti del Pd (Lupo, Gucciardi, Cracolici) e il presidente Crocetta. Ma, come dicono i metereologi, la temperatura restava stabile, mentre nel gruppo Pd all'Ars si era in attesa di notizie. È già il fatto che il vertice non volgesse al peggio apriva la speranza a una soluzione del braccio di ferro. Il tutto mentre in apparenza il dissidio tra il segretario regionale, Lupo, e il presidente della Regione non sembrava rientrare.Si era diffusa la voce che la trattativa si sarebbe spostata a Roma. Ma Lupo smentiva: «Il Pd siciliano è compatto. Il gruppo parlamentare si è già pronunciato unaninemente. Lunedì sarà la volta della direzione regionale. Noi guardiamo ai problemi siciliani, all'emergenza. Tra precari dei Comuni, forestali e formazione dobbiamo dare risposte a sessantamila lavoratori. E il governo regionale allo stato attuale non è in grado di dare risposte adeguate. Altro che ricatto, noi poniamo problemi veri. Abbiamo il diritto di intervenire laddove ci sono carenze, avendo contribuito a vincere le elezioni assieme a Crocetta che sa benissimo di non avere vinto da solo».
Tuttavia, il presidente sembrava disposto a «dare due assessori» al Pd, ma escludendo che uno di questi potesse essere Lupo: «Non può pretendere di far saltare tutto sol perché vuole fare l'assessore. Io mi oppongo non per ragioni personali ma perché, se entrasse lui, sarebbero legittime le richieste di altri segretari di partito. E la mia giunta cambierebbe profilo. Sul profilo, se mi è permesso, decido io». Replicava Lupo: «Con Crocetta il Pd non ha mai parlato né di numeri né di noi. La verità è che questa Giunta, così com'è, non ce la fa».
Malafarina (Megafono) temeva il prevalere di «vecchi riti della politica e lacerazioni del Pd, che in più circostanze nazionali hanno fagocitato esperienze di governo». E ricordava «agli amici del Pd che sono presenti nella Giunta di governo con tre assessori e che Crocetta non ha mai chiuso le porte al dialogo. Spesso nei suoi confronti sono stati usati toni di gratuita e pesante critica, a volte offensiva, da parte di qualche esponente del Pd (Lupo, ndr), leso in interessi clientelari o che appoggia frange poco trasparenti o ha interesse nell'assumere visibilità priva di contenuti. Dare voce a questi estremi interessati, alzare i toni, minacciare di staccare la spina non aiuta in una situazione prossima a un drammatico dissesto e, comunque, povera di risorse». E concludeva: «Occorre senso di responsabilità e della misura anche nel dibattito politico, senza far prevalere antagonismi personalistici privi di reali progetti di riforma e trasparenza che nessuno, e tantomeno Crocetta, ha impedito di presentare e che, in dieci mesi, nessuno ha presentato. E questo non è solo compito del governo. Bisogna ripartire dalla progettualità politica e su questo terreno può avvenire il più ampio e sereno confronto senza isolare Crocetta in un'azione di governo che in questa tormentata Sicilia appare difficile e necessita del contributo di tutte le forze politiche sane».
Infine, il gruppo parlamentare dell'Udc, riunitosi alla presenza del segretario regionale, Pistorio, esprimeva preoccupazione per le tensioni politiche di questi giorni e gettava acqua sul fuoco individuando «come unica via d'uscita il rafforzamento delle ragioni politiche originarie della coalizione; ovvero, il patto tra riformisti e moderati per il buongoverno della Sicilia che ha visto attorno alla candidatura Crocetta Pd e Udc».
Sull'ipotesi di un ingresso in Giunta di parlamentari regionali l'Udc non ha dubbi: «Il loro contributo - spiegano i deputati all'Ars - può essere un valore aggiunto non soltanto nell'azione legislativa, che è di loro competenza, ma nella stessa azione di governo, per quella vocazione tipica con cui cercano di coniugare l'attività amministrativa al territorio e alle sue esigenze».
Giovanni Ciancimino
12 Settembre 2013
Lasicilia.it
Al Pd, ora o mai piú, non avete piú alibi: fatti e non parole, queste ci sembrano dichiarazioni per la prossima campagna elettorale, proprio quattro anni fa alla vigilia delle Europee si firmava l'accordo del 14 maggio, la piú grande presa per i fondelli.
Fate cambiare idea al Governo sull'indennità di disoccupazione, ci rinunciamo SOLAMENTE in cambio della stabilizzazione! Le rivoluzioni non si fanno sulla pelle dei lavoratori.
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