Dopo quasi 10 mesi di Governo Crocetta la Sicilia è in ginocchio
L’INTERVISTA/ A PARLARE IL DEPUTATO DEL PARTITO DEI SICILIANI-MPA, GIOVANNI LO SCIUTO
In Sicilia le condizioni economiche e sociali sono peggiorante nell’ultimo anno. Aumentano i disoccupati, soprattutto fra le fasce deboli della popolazione, come donne e over 50. Duplicato, inoltre, l’esodo migratorio nell’ultimo anno di personale specializzato e laureato. I nostri giovani cervelli che vanno via per assenza totale di programmazione degli incentivi agli investimenti in ricerca e sviluppo.
A parlare dei risultati prodotti dal Governo regionale in questo primo scorcio di legislatura Giovanni Lo Sciuto, deputato all’Assemblea regionale siciliana ed esponente del Partito dei Siciliani–Mpa. Lo Sciuto, componente della commissione Cultura e Lavoro al parlamento siciliano, nel tirare le somme dell’azione dell’esecutivo, non si sottrae affatto al giudizio negativo sotto il profilo politico e amministrativo sull’operato di Crocetta & C.
“Quanto visto finora è il risultato di un anno fallimentare – ci dice il deputato regionale -. Di fatto, il Governo di Rosario Crocetta ha operato all’insegna dei proclami e non dei fatti concreti”.
Nel redigere il bilancio dei primi 300 giorni di Governo, il deputato trapanese all’Ars, non lesina accuse attraverso un’analisi approfondita per i contenuti e senz’appello per il puntiglio critico.
“Questo Governo – prosegue Lo Sciuto – è incapace di dotarsi di una politica seria di sviluppo e programmatica per la nostra Isola”.
Nella sua disamina il parlamentare autonomista punta il dito sull’assenza di iniziative su diversi ambiti dell’economia con conseguente peggioramento delle generali condizioni di vita dei siciliani. “Non esiste una pianificazione turistica adeguata alla valorizzazione siti archeologici della Sicilia, che rappresentano il 40 per cento dei siti archeologici italiani – dice il parlamentare -. A stagione estiva quasi conclusa – aggiunge – i dati indicano un calo netto delle presenze turistiche. A Parte le parole, non c’è alcuna iniziativa politica sulle energie alternative, settore in enorme espansione, ma che in Sicilia si scontra con una gestione politico amministrativa carente”.
Un dato per esprimere il caos nel settore: sono centinaia le pratiche di autorizzazione all’installazione di impianti fotovoltaici o eolici bloccati presso l’assessorato competente. “Questo Governo regionale – sottolinea Lo Sciuto – mostra un’allarmante incapacità programmatoria, se è vero che la Sicilia non ha ancora un proprio Piano energetico”.
Manca il Piano territoriale urbanistico che detti regole uguali per tutti i Comuni siciliani sul riordino delle coste – precisa Lo Sciuto – così come sono ferme da anni migliaia di pratiche di sanatoria presso gli enti locali senza alcuna definizione dell’iter previsto dalla legge 28 febbraio 1985, n.47”.
Resta il caos nella gestione delle migliaia di precari degli Enti locali. “Il governo dei tecnici che avrebbe dovuto dare uno slancio alla soluzione di diverse emergenze economico-sociali ereditate dal passato non si è ancora visto – precisa il parlamentare autonomista -. Al di là di proclami e slogan dal sapore elettorale, nessuna proposta seria è stata ufficializzata da Crocetta ad oggi sul riordino dei precari degli Enti locali, lasciando nell’incertezza migliaia di lavoratori”.
Nel suo ragionamento il deputato autonomista esprime il proprio disappunto sulla gestione dei beni culturali, vero patrimonio siciliano invidiato da tutto il mondo che continua ad essere sprovvisto dei Servizi aggiuntivi. “Questione non di poco conto – riferisce il deputato – che mortifica l’immagine dell’Isola allorquando, come è spesso successo in questo scorcio di stagione, il turista non trova un’adeguata accoglienza”.
Nel proseguire il suo affondo sul fallimento della politica crocettiana degli slogan e dei proclami fini a se stessi, Lo Sciuto affronta le criticità di altri settori economici.
Nessuna iniziativa, per esempio, per sostenere la pesca professionale siciliana, soffocata dalla crisi strutturale e congiunturale, con il costo del gasolio alle stelle che ha tolto ogni margine di competitività al settore. Settore abbandonato a se stesso dal Governo precedente dell’allora presidente della Regione Raffaelle Lombardo, ed oggi imitato dal governatore Crocetta nell’insensibilità mostrata verso i circa 10 mila pescatori e migliaia di imprese di pesca che movimentano un’importante economa diretta e indotta. Non cala giù all’esponente autonomista all’Ars, l’incredibile scelta dell’assessore regionale per le Risorse agricole e forestali, Dario Cartabellotta, che ha negato, nei giorni scorsi, alle associazioni datoriali del settore lo stanziamento di risorse aggiuntive per sostenere l’accesso dei pescatori siciliani alla Cassa integrazione guadagni in deroga. Somme previste dalla legge 24 dicembre 2012, n.228 (legge di stabilità del 2013) e stanziate dal Governo nazionale, ma insufficienti a coprire le richieste per il 2013 in quanto circa mille e 500 pescatori della piccola pesca artigianale (Legge 13 marzo 1958, n.250) potranno accedervi per la prima volta.
Si amplifica, inoltre, il caos nel settore della Formazione professionale, nonostante i continui proclami e gli accordi sottoscritti dai rappresentanti dell’esecutivo regionale. Si avvicina, infatti, la scadenza del 30 settembre e nessuna soluzione è stata adottata dal Governatore Crocetta e dal suo assessore al Lavoro,Ester Bonafede, per garantire la prosecuzione delle attività degli Sportelli multifunzionali ed il mantenimento dei livelli occupazionali per i circa mille e 850 lavoratori. Non si conosce la data dell’inizio della seconda annualità degli Interventi formativi che tengono bloccati almeno altri 5 mila lavoratori del settore, nonostante le rassicurazioni, che a nulla valgono, dell’assessore alla Formazione professionale, Nelli Scilabra. Inoltre pare abbandonato a se stesso il segmento dell’Obbligo scolastico (Oif) indirizzato ai minori a rischio dispersione scolastica che annovera poco meno di 2 mila addetti.
“Le attività della filiera dell’Oif – ricorda Lo Sciuto – termineranno il prossimo 31 dicembre e ad oggi il Governo non ha uno straccio di idea sul dopo. Uno stato di incertezza sul cosa fare che potrebbe provocare un collasso sociale di dimensioni catastrofiche, alimentando la dispersione scolastica nei quartieri a rischio delle grandi città”.
“E’ incredibile il caos nella gestione dei rifiuti in Sicilia – ricorda Lo Sciuto – messa in serio pericolo dal dilettantismo mostrato negli ultimi mesi da Crocetta e dai suoi tecnici al governo”. Va detto che gli Ato (Ambiti territoriali ottimali), hanno ad oggi gestito, seppur in liquidazione, la raccolta dei rifiuti nei Comuni siciliani, ma saranno dismessi il 30 settembre prossimo. Legittime le domande che pone il deputato autonomista. Quale scenario si presenta ai cittadini dal primo ottobre? Quali iniziative ha assunto il Governo regionale per garantire la prosecuzione dell’attività? Niente o quasi.
La legge n.9 dell’8 aprile 2010, approvata dall’Ars, ha introdotto il nuovo soggetto giuridico che sostituirà gli Ato: si tratta delle Società per la regolazione del servizio di gestione dei rifiuti (Srr) che dovranno essere attivate entro la fine dell’anno.
Nella sua analisi Lo Sciuto sottolinea al nostro giornale come Il Governo Crocetta sia riuscito, con grande caparbietà, ad ingarbugliare un settore di per sé complesso sotto il profilo giuridico e funzionale. Ed ecco gli interrogativi che pone il deputato. Quale sarà il destino della racconta dei rifiuti alla luce della nuova normativa introdotta dal parlamento siciliano attraverso la legge regionale n.9/2010, come integrata dalla legge regionale n.3/2013 che ha introdotto le Aree di raccolta ottimale (Aro)? Argomento oggetto di una nostra inchiesta pubblicata ieri su LinkSicilia.
Sarà precarizzato anche il personale amministrativo come conseguenza del passaggio dagli Ato alle Srr per il tramite del soggetto intermedio Aro? Il rischio è fondato atteso che il richiamo all’articolo 19 comma 7 della legge 9/2010 fa riferimento solamente al passaggio del personale assunto al 31 dicembre del 2009. Con un verbale trilaterale sottoscritto con i sindacati dei lavoratori e con le associazioni datoriali il Governo regionale ha assunto l’impegno di garantire presso le Aro la continuità lavorativa anche di coloro che sono stati assunti entro il 31 dicembre del 2012. Cosa che non risulta avere ancora legittimato il Governo con apposita norma o atto amministrativo vincolante.
Per non parlare dell’abolizione degli organi di rappresentanza delle Province siciliane. Di fatto, le Province sono nel caos. Una condizione di incertezza che dovrebbe portare, non si capisce quando, alla nascita dei Consorzi di Comuni. “ Fatto questo che ha provocato la chiusura – ricorda il parlamentare del Pds-Mpa – di molti istituti superiori di proprietà provinciale dislocati sul territorio siciliano. La decisione di Crocetta sembra essere figlia della smania di apparire ed essere protagonista piuttosto che incisivo”.
Non va dimenticato il settore forestale. Lo Sciuto: “Anche in questo caso registriamo l’incapacità dell’esecutivo di garantire le risorse necessarie al mantenimento dei livelli occupazionali previsti dalle leggi in vigore per circa 24 mila forestali in assenza di una programmazione degli interventi di prevenzione al dissesto idrogeologico al quale la Sicilia è soggetta”.
Una vera e propria ecatombe emerge dall’analisi di quanto fatto da Crocetta e dalla sua giunta regionale secondo Giovanni Lo Sciuto. Un fallimento che accresce il malcontento non solo tra gli ‘inquilini’ di Palazzo dei Normanni, sede del Parlamento siciliano, ma anche, e soprattutto, tra i cittadini siciliani, traditi dal progetto rivoluzionario che non è mai decollato.
Crocetta alla ripresa dei lavori parlamentari all’Ars si ritroverà oltre all’emergenza sociale ed economico-produttiva, un’annunciata mozione di sfiducia del M5S, come riportato ieri in diversi quotidiani, che potrebbe trovare terreno fertile nei partiti di opposizione al governo.
16 Settembre 2013
A Voi dell'Mpa i forestali rimproverano la non attuazione tramite provvedimento legislativo dell'Accordo del 2009.
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