«Basta sporcizia e lentocrazia»
Ettore Barbagallo (Comitato Parco dell'Etna): «Nuovi progetti per favorire lo sviluppo»
Foto lasicilia.it
Andrea Lodato
Dopo anni, tanti anni, troppi anni, di commissariamenti, per il Parco dell'Etna è cominciata da qualche mese una nuova era. Quella del governo del territorio, quella delle scelte possibili, quella in cui il Comitato esecutivo può e deve fare le proprie scelte, dettare e indicare la propria agenda, progettare e provare a realizzare. Nel Comitato esecutivo c'è anche un uomo che è da sempre molto legato al territorio, alla montagna, al vulcano, alla sua storia e alle sue prospettive, ma che è anche uomo di sport, dunque, oggi più che mai, di collegamento con un universo che può tornare utilissimo e prezioso per favorire una serie di interventi e sostenere una serie di progetti legati a questa nuova era. Ettore Barbagallo, così, spiega da dove, secondo il suo punto di vista, parte questa avventura, anche alla luce di quel che gli chiediamo noi, partendo dalla realtà della Val Pusteria, zona prevalentemente di sport invernali, ma anche in estate di piste ciclabili, fun bob (i piccoli bob che scendono sui prati verdi d'estate), passeggiate ed escursioni.
«Il Parco - spiega Barbagallo - oggi finalmente, dopo tanti anni di commissariamenti, ha un suo comitato esecutivo, ha una presidente, Marisa Mazzaglia e una giunta che vuole lavorare per raggiungere obiettivi importanti. Premesso, è giusto dirlo, che anche alcuni commissari hanno svolto un lavoro egregio, l'iter per il riconoscimento Unesco è partito con il dott. Ettore Foti, oggi bisogna cercare di realizzare alcuni passaggi cruciali. Certamente intervenire per la pulizia straordinaria del territorio, poi per rendere più conosciute altre aree meno famose ma altrettanto belle, quindi regolamentare quella che oggi è una confusione diffusa su guide ed accompagnatori, quindi snellire gli iter burocratici legati ad interventi che si possano realizzare e che rientrino nel totale rispetto delle regole e dei vincoli».
Su questo aspetto, tra l'altro, Barbagallo prova ad essere ancora più chiaro quando dice che rifarsi e appellarsi al consueto "sviluppo sostenibile", non basta più.
«Non basta perché la traduzione è fare in modo che tutto resti così com'è. Invece io credo che si debba fare in modo che qualunque intervento se si può realizzare consenta di migliorare ulteriormente lo status quo, non possiamo accontentarci di conservare tutto così come lo abbiamo trovato, perché alcune cose possono anche essere migliorate».
Il tema della pulizia è fondamentale e, diciamo, è anche il primo. Perché, come abbiamo scritto più volte e come il reportage dalle Dolomiti conferma, è difficile attirare turisti tra discariche, montagne di rifiuti, strade piene di bottigliette, lattine, buste di plastica. Che è un po' la situazione in cui si presenta oggi gran parte dell'Etna. Cosa fare?
«Innanzitutto stiamo coordinandoci con l'assessorato regionale all'Energia e ai Rifiuti, perché è chiaro che serve un'azione energica e radicale. E su questo credo che l'assessore Nicolò Marino sia pronto a venire incontro alle richieste del Comitato e a cercare e trovare con noi una serie di azioni straordinarie per la pulizia. Ma, naturalmente, il vero problema nasce il giorno dopo questi interventi, perché pulire è difficile ma possibile, ma la vera scommessa sarà mantenere pulito. E per questo immaginiamo interventi con videosorveglianza, per cui esiste già anche un progetto e la possibilità di un finanziamento, pensiamo al coinvolgimento di tutti i Comuni, pensiamo, ancora, al ruolo che può avere il Corpo forestale. Deve essere uno sforzo di tutti, accompagnato ad una forte e costante opera di sensibilizzazione dei cittadini, dell'opinione pubblica, di chi vive sull'Etna».
Ma Ettore Barbagallo, come detto, è anche uomo di sport e qui è diventato un po' ufficiale di collegamento tra il Comitato del Parco e il Coni, di cui è responsabile regionale per il settore Ambiente. E lo sport, spiega Ettore Barbagallo, può dare una mano all'Etna e all'ambiente.
«Molto turismo si fonda sulle attività sportive, proprio come le poste ciclabili che ricordate voi e che in Alto Adige, ma anche in altre aree, attirano molti visitatori e appassionati, spesso al pari degli sport invernali. Io credo fermamente che le società sportive, con i tanti iscritti che hanno, ma anche per la cultura che trasmettono, per l'azione che svolgono direttamente sul territorio, nelle scuole, tra i bambini e i ragazzi, possano essere veicoli importanti per il turismo. Del resto sull'Etna si fa già tanto sport, dalla mountain bike, alle escursioni, alle gare competitive, al trekking, ci sono molte associazioni che svolgono attività importanti. Quel che ci piacerebbe fare è riuscire a coinvolgere le società e tutti gli iscritti in un movimento che abbia a cuore proprio lo sviluppo delle varie attività non solo sportive, ma anche sociali, le iniziative per curare il territorio, per proteggerlo, per ripulirlo se necessario. E per portare tante nuove iniziative in questi luoghi che possono e devono diventare belli ed attrattivi quanto e come lo sono quelli di altre località, italiane e straniere».
Più progetti, più sviluppo, più iniziative, meno impatti burocratici che paralizzano tutto. Estrema sintesi dell'idea che sta alla base dell'azione dettata da Barbagallo: «Il tutto - ribadisce il consigliere - ad impatto zero, ma anche con prospettive nuove e stavolta diciamo anche molto ambiziose».
22 Luglio 2013
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