19 giugno 2013

SIFUS. I FORESTALI: NON SIAMO TANTI MA SOLTANTO UTILIZZATI MALE


I forestali: «Non siamo tanti
ma soltanto utilizzati male»

Stabilizzazione. «Sarebbe possibile con risorse Ue, utilizzando gli operai per messa in sicurezza del territorio»



Andrea Lodato
Catania. I forestali siciliani non ci stanno, non ci stanno proprio. Non accettano di continuare ad essere etichettati come l'esempio della cattiva politica che ha prodotto sprechi, assunzioni e precariato senza criterio e senza logica. Correggono le cifre, spiegano, dopo che nei giorni scorsi sul nostro giornale la Uila aveva sollecitato l'approvazione del decreto attuativo della Legge 25 per l'utilizzazione fuori dalle aree demaniali dei lavoratori e dopo che l'assessore Cartabellotta aveva confermato che il decreto è quasi pronto, partirà, ma aggiungendo anche, per la verità, che tutto è anche legato ad una utilizzazione razionale e corretta di queste risorse umane.
I forestali siciliani, però, al contrattacco vanno decisamente e Maurizio Grosso, segretario del Sifus, sindacato autonomo rispetto ai confederali, che si batte per la stabilizzazione dei lavoratori, spiega: «Si parla sempre dei 24 mila forestali, tralasciando di dire che ad essere stabilizzati sono un migliaio. Degli altri 10 mila lavorano per 78 giornate l'anno, 7 mila per 101 e 8 mila per 151. Sono troppi per il territorio siciliano? Manco per niente, perché chi lo dice non sa, o finge di non sapere, che il nostro patrimonio boschivo non è naturale come in Lombardia, ma presenta una serie di difficoltà nella gestione che i tecnici e gli esperti conoscono bene. Il problema è che da decenni anziché organizzare strutturalmente i servizi di prevenzione, di tutela, contro gli incendi, la Regione continua a non investite, ma a spendere solo quando ha le risorse. Con il risultato che, spesso, i forestali vengono spediti al lavoro a dicembre, quando non ce ne sarebbe bisogno, e nei mesi più caldi non possono essere utilizzati».
Questo il quadro visto dal Sifus, dunque. Ma questa legge 25 che consentirebbe di far lavorare i forestali sempre, anche fuori dalle aree demaniali, a loro piace o no? Per Grosso, e per quel 10% di lavoratori che si sono iscritti al sindacato, il problema non è accettare la legge, ma la logica.
«La logica del governo regionale è quella di tagliare i fondi, tanto per cominciare e questo è il punto inaccettabile. Perché rispetto a due anni fa c'è stata una sottrazione del 40% e rispetto all'anno scorso del 30%. A fronte di questi tagli, a fronte dello stanziamento di 205 milioni per coprire le ore lavorative per un numero uguale di giornate nel rispetto della legge 14 del 2006, mentre la copertura sarebbe dovuta essere di 260 milioni, ai forestali è stato chiesto di fare attività alternative. Ma come, ci sono meno fondi e ai lavoratori viene chiesto di più? Chiesto, peraltro, con un vago impegno su fondi che avrebbero dovuto mettere, per integrare quei 205 milioni, il Consorzio autostrade e le province. Noi non siamo contrari a fare attività alternative, ma tutto deve seguire una logica».
Anzi, dicono i forestali, loro una proposta di legge rivoluzionaria l'hanno anche presentata, legge di iniziativa popolare. Che aiuterebbe la Regione anche a stabilizzare questi circa 25 mila lavoratori.
«Il peccato originale sta nel fatto che si continuano ad utilizzare, per pagare i forestali, i fondi di bilancio. Addirittura il presidente Lombardo lo fece attraverso i 400 milioni di un mutuo. Noi diciamo che la stabilizzazione è possibile facendo in modo che per una quota parte dell'anno i forestali continuino a fare il loro mestiere di tutela del patrimonio boschivo e interventi antincendio, negli altri mesi, attingendo ai fondi europei, si potrebbero utilizzare, invece, per il controllo del territorio, contro i rischi idrogeologici, per il minitoraggio dei torrenti, in una parola per la messa in sicurezza del territorio. Spesa che, appunto, rientrerebbe nei programmi comunitari e che consentirebbe di attingere da quei fondi che, al contrario, non si riescono a spendere. In sostanza 700 milioni verrebbero da quelle risorse e 200 continuerebbe a metterli la Regione, e ci sarebbero anche i fondi da recuperare all'Inps sulle indennità di disoccupazione».
Così i forestali vorrebbero fosse messo ordine sul loro status eternamente discusso e costantemente contestato. Intanto da più parti l'idea che i forestali possano essere utilizzati per altri impieghi di pubblica utilità, naturalmente, è piaciuta molto. E lo stesso Sifus, detto e sottolineato che sostiene prevalentemente la propria proposta di legge e la sua visione dell'utilizzazione per la messa in sicurezza del territorio, non esclude ciò che è contenuto nella legge.
«Non c'è una preclusione per le utilizzazioni di cui ha parlato l'assessore - conferma Maurizio Grosso - i lavoratori sono pronti a mettere le loro professionalità a disposizione, ma, ripeto, bisogna fare delle scelte precise ed inequivocabili, anche perché, per esempio, l'estate è già cominciata e la Sicilia non può dirsi per nulla al sicuro o tutelata dal rischio incendi.

19 Giugno 2013















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