A luglio legge per riordinare le partecipate
Sicilia, extra gettito dalla sanità
per “salvare” il bilancio della Regione
Bisognerà aspettare la chiusura del tavolo tecnico al Ministero dell’Economia sulla situazione della sanità siciliana per poter procedere alle variazioni di bilancio nella Regione siciliana. Proorio dall’equilibrio della spesa sanitaria la Sicilia conta di ottenere un extra gettito che le permetterà di “salvare” il bilancio 2013 attualmente insufficiente a coprire tutte le poste.
E’ sereno l’assessore all’economia Luca Bianchi che, dice a BlogSicilia “E’ già pronto il disegno di legge di assestamento tecnico di bilancio. Sarà approvato dalla prossima giunta e trasmesso al Parlamento per l’analisi”. Bisognerà attendere, invece, qualche settimana per il disegno di legge di variazioni di bilancio necessario per riallineare entrate ed uscite non solo dopo l’impugnativa del Commissario dello Stato ma anche per correggere alcuni “errori” di valutazione fatti su alcune spese.
“La variazione di bilancio si farà entro fine luglio – continua Bianchi – sarà un intervento di entità molto modesta. Abbiamo da sanare alcuni elementi ma – conferma – dobbiamo attendere la chiusura del tavolo tecnico al Ministero dell’Economia sulla sanità che, ci aspettiamo, riconosce che il bilancio sanitario della Sicilia è, sostanzialmente, in equilibrio. Grazie al lavoro dell’assessore Borsellino questo ci garantirà un extra gettito sulla sanità che potremo mettere a copertura della manovra di variazione di bilancio. Non ci saranno nuovi tagli ne nuove tasse, questo è da dire con chiarezza, Ci saranno degli interventi correttivi necessario ma saranno certamente di entità minore”.
Ma le richieste di correttivo sono tutt’altro che modeste. Fra i correttivi ci sono da reperire almeno 5 milioni di euro necessari per evitare il blocco degli stipendi dei dipendenti della Province regionali. C’è da aspettarsi, inoltre, una serie di richieste da parte di vari enti come sordomuti, ciechi ecc che denunciano il rischio chiusura se i fondi non saranno rimpinguati. In questa condizione i teatri, le associazioni sanitarie che si occupano delle cure di fine vita e della lungo degenza. Ci sono, poi, i precari di tutti i generi e tipo che bussano con insistenza alla porta. Mancano i fondi per completare la cassa integrazione. Insomma le esigenze non mancano, i soldi sembra di si.
“Noi ormai siamo proiettati sul Dpef (Documento di programmazione economica e finanziaria che stabilisce le priorità pluriennali ndr) – aggiunge l’assessore considerando chiuso il capitolo bilancio 2013 – e sul bilancio di previsione dell’anno prossimo. La prossima settimana convocherò le parti sociali per un confronto sulla bozza del governo che conterrà le linee strategiche di intervento dei prossimi 4 anni e da loro, come è sempre stato in questo Paese, mi aspetto un contributo fondamentale allo sviluppo del documento”.
Ma oltre le grandi emergenze sociali che non potranno essere coperte con i soldi disponibili, un nodo di difficile soluzione per il governo è rappresentato dalle società partecipate. Stanno, ormai, scadendo i termini imposti dal decreto Monti e parecchie di queste società rischiano la chiusura. a rischio anche migliaia di dipendenti oltre ai servizi che vengono coperti.
“Stiamo lavorando con il Ministero dell’economia e con l’antitrust per comprendere quali partecipate della Regione possono essere mantenute perché fanno attività di interesse pubblico in base al decreto Monti, e quali, invece, dovranno essere cedute o chiuse per mettere i servizi a bando di gara perché questa sarà la scelta finale. Abbiamo già avuto il via libera per Riscossione Sicilia. Entro fine giugno si completerà questo lavoro e nel mese di luglio presenteremo al Parlamento un disegno di legge di riordino che comporterà una forte riduzione del numero delle partecipate. Sui servizi, sull’informatica e su tanto altro dovremo decidere quale parte resterà pubblica e quale sarà messa a gara”.
Ma il vero grande nodo che fa tremare altri lavoratori siciliani è proprio quello del personale della partecipate “E’ chiaro che dovremo farci carico dell’ampio numero dei dipendenti, ridistribuendolo secondo le esigenze, ma cercheremo di non lasciare fuori nessuno. Non possiamo accanirci sull’anello debole dello scambio politico”.
Questo, però, non garantisce tutti. Al contrario sono parecchi i dipendenti a rischio “Con il blocco del turn over nelle pubbliche amministrazioni le partecipate sono state usate per assunzioni improprie – denuncia Bianchi -. Tutte quelle effettuate dopo il 2009 in violazione della legge verranno segnalate alla Corte dei Conti. Salvaguarderemo quelle effettuate prima”.
Ma c’è anche un problema nel problema delle partecipate che si chiama Irfis- FinSicilia, una società sulla quale la Regione punta molto tanto da prevedere una fusione con sviluppo Italia Sicilia e forse anche con Crias e Ircac. una procedura “stoppata” dal Commissario dello Stato “C’era questa ipotesi ma bisogna dire che Irfis e sviluppo Italia Sicilia sono cose abbastanza diverse. Irfis per noi è uno strumento indispensabile per fare anche politica di investimento. Ora abbiamo nominato un nuovo consiglio di amministrazione di alto profilo e competenza. sarà il Consiglio a verificare se è il caso di modificare il piano industriale. aspetteremo una loro proposta e valuteremo”.
21 Giugno 2013
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