Antonio Ravidà
Brucia un'enorme porzione del nostro verde anche in questa torrida estate interminabile per chi non tollera l'afa
Antonio Ravidà
Brucia un'enorme porzione del nostro verde anche in questa torrida estate interminabile per chi non tollera l'afa. Luglio-agosto il bimestre più insidioso per gli incendi - in Italia 150 al giorno - si chiude in Sicilia, fra le regioni più colpite anche quest'anno, con un disastroso incremento rispetto al 2011.
Il "the end" della soglia massima del rischio è ancora lontano e l'isola registra già un +44% che lascia attoniti. Ed è sconcertante che, nonostante i titoloni dei giornali e gli spazi radiotelevisivi, i quasi ottomila incendi divampati finora quest'anno da un punto all'altro dei 25 mila chilometri quadrati siciliani sembrino un fatto di ordinaria amministrazione, tanto da non fare neppure capolino nel dibattito pubblico ipnotizzato dalla litigiosità "permanente effettiva" della politica che il più delle volte ci gestisce in maniera assai deludente.
Di solito, con i tempi che corrono, disattenzione e sottovalutazione sono date per scontate e del resto la distrazione dei politici è allineata con quella, ugualmente disdicevole, dei comparti sociali nel loro insieme. La devastazione provocata dalle fiamme invece dovrebbe suscitare riprovazione e il primo frutto di una diffusa reazione dei cittadini dovrebbe essere un'azione collettiva capace di condurre a una gigantesca caccia al piromane.
I quasi mille ettari di querce, castagni, e altri alberi dei boschi siciliani (con tanto amore e con tanta spesa messi a dimora e cresciuti negli anni) in fumo nei primi otto mesi del 2012 urlano vendetta e richiedono severe e celeri punizioni.
Le sanzioni italiane non sono delle più tenere e bisogna darne atto ai legislatori che peraltro le hanno introdotte anche sulla pressione di una "force di frappe" tenace composta da ambientalisti, intellettuali, agricoltori avveduti, ecc.
Chi appicca colpevolmente un incendio rischia fino a 10 anni di reclusione e fino a 5 anni chi lo fa ‘'solamente'' per dolo. I pochissimi condannati contrassegnano l' ennesima sconfitta degli inquirenti, della magistratura, della società e, nel contempo, evidenziano gli ennesimi successi di quel malaffare che, con le fiamme, è alimentato da interessi illeciti.
Per impedire la resa e per frenare almeno in parte le speculazioni, con la legge 303 del 2000 al settore investigativo del Corpo forestale dello Stato e ai Vigili del Fuoco - molti sono eroici! - è stata assegnata un' arma in più: l'impossibile utilizzo per altri scopi nell'arco di anni delle aree boschive distrutte o incendiate.
Occorre però l'opera diligente, preziosa e rapida di un catasto da aggiornare in continuazione e che, appunto, certifichi lo stato dei luoghi per effetto delle ondate incendiarie.
Qual è il grado organizzativo dei nostri apparati anti-incendio, delle sale operative, di una Protezione civile in larga misura da ristrutturare dopo gli eccessi degli scandali sui Grandi Eventi? E quale può essere il ruolo delittuoso di alcuni stessi operai forestali che, con la fame di occupazione che cresce sempre più, potenzialmente guardano agli incendi come occasione prossima e futura di lavoro?
Il loro numero esorbitante in Sicilia - si sa bene - è tra gli argomenti maggiormente proposti dagli ipercritici dell'isola, mentre dev'essere reale e non pelosa la riconoscenza di tutti verso gli operai forestali morti durante lo spegnimento dei roghi.
In questo contesto allarmano le notizie sulla ventilata riduzione nel 2013 del numero e dell'uso dei provvidenziali velivoli Canadair assieme a quelle sulle prospettate cospicue riduzioni degli apparati anti-incendio nell'isola per effetto del cosiddetto patto di stabilità.
La Sicilia, con un terzo dei suo territorio destinato a verde, ha certamente il diritto-dovere di opporsi a eccessive restrizioni e di difendere la sua virtuosa ed epocale scelta ambientalista contrapposta agli sfregi di molte coste e ai troppi abusi edilizi subiti. E lo stesso deve valere per altre zone d'Italia ricche di verde come Calabria, Campania, Sardegna, Lazio, Toscana, Umbria, anche ora vittime degli incendiari peraltro facilitati da ben sette ondate di calore come non se ne registravano da anni.
24 Agosto 2013
Nessun commento:
Posta un commento
Ogni commento anonimo sarà cestinato, verranno pubblicati tutti tranne quelli offensivi e/o volgari, si ricorda che commentare significa anche assumersi la responsabilità di ciò che si dice. Qualora la loro pubblicazione violasse eventuali diritti d’autore, vogliate comunicarlo via email. Saranno immediatamente rimossi. Quelli con profilo Anonimo DEVONO essere firmati alla fine del commento altrimenti saranno cancellati. Il titolare del blog declina ogni responsabilità per i commenti rilasciati da terzi. Le immagini pubblicate sono quasi tutte tratte da internet e quindi valutate di pubblico dominio. Qualora il loro uso violasse diritti d'autore, lo si comunichi all'autore del blog che provvederà alla loro rimozione.