26 dicembre 2024

PRECARI SCUOLA: OLTRE I 36 MESI DI SUPPLENZE MAXI RISARCIMENTO DI 74MILA EURO PER ABUSO DEI CONTRATTI A TERMINE. L’INSEGNANTE HA LAVORATO CON CONTRATTI A TERMINE PER BEN 25 ANNI. ALLA FINE HA DECISO DI INTRAPRENDERE UN’AZIONE LEGALE CHE GLI HA CONSENTITO DI OTTENERE IL MAXI RISARCIMENTO


Dal sito www.miuristruzione.com

25 Dicembre 2024 - 
By Ilaria Staffulani

Inizia a tramutarsi in risultati concreti la battaglia contro il precariato. I tribunali emettono sentenze in favore dei docenti penalizzati dall’abuso dei contratto a termine e l’ultimo risarcimento in questo senso può essere considerato un vero e proprio record almeno dal punto di vista dell’importo assegnato.

Le norme internazionali

Il risarcimento in questione è andato a favore di un docente di religione cattolica dal tribunale di Torino. Per l’insegnante un indennizzo di 73.711,44 euro, erogato in virtù della sua condizione di docente precario protratta per anni. L’insegnante ha lavorato con contratti a termine per ben 25 anni, obbligato ad accontentarsi di supplenze. Alla fine ha deciso di intraprendere un’azione legale che gli ha consentito di ottenere il maxi risarcimento.

A pesare nella decisione del giudice la reiterazione di contratti a termine su cattedre vacanti. Una pratica che secondo il giudice andava in contrasto con le direttive europee, tra cui la Direttiva UE 70/CE del 1999. L’abuso di contratti a termine è in contrasto anche con le norme nazionali e sovranazionali e i principi sanciti dalla Costituzione italiana, che tutelano i diritti dei lavoratori.  

Il caso del docente è andato ben oltre il limite di mancate stabilizzazioni fissato a 36 mesi di precariato. E’ questa la soglia massima consentita prima di procedere all’immissione in ruolo.

I precedenti 

Il giudice ha deciso anche in virtù delle precedenti sentenze che hanno già condannato l’amministrazione scolastica italiana per pratiche analoghe. Nell specifico, si è fatto riferimento alla mancata applicazione della Direttiva UE 70/CE del 1999, che disciplina i contratti a tempo determinato e al recente deferimento dell’Italia alla Corte di Giustizia Europea per l’abuso di supplenze e l’assenza di stabilizzazioni adeguate.




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