12 dicembre 2024

DDL 1264 COLLEGATO ALLA MANOVRA FINANZIARIA. RESOCONTO DEL 11/12/2024. EMENDAMENTO DELLA LEGA SULLA STAGIONALITÀ CHE COLPIREBBE ANCHE I LAVORATORI FORESTALI. UNA PROPOSTA SBAGLIATA - DICHIARA - LA SENATRICE FURLAN, EX SEGRETARIA NAZIONALE DELLA CISL - AUMENTA LA PRECARIETÀ DEL LAVORO. VOLETE STAGIONALIZZARE TUTTI I LAVORI IN TUTTI I SETTORI E COMPARTI, CREANDO CONDIZIONI PER CUI IL LAVORO A TERMINE SIA INFINITO - CONTINUA FURLAN - IL BLOG: GENT.MA SENATRICE FURLAN, NOI SIAMO IGNORANTI, SI POTREBBE INFORMARE LEI SUL PERCHÈ IL CCNL DEI FORESTALI DOPO 40 ANNI, SOTTOSCRITTO DALLE OO.SS. PIÙ RAPPRESENTATIVE A LIVELLO NAZIONALE, È STATO TRASFORMATO IN STAGIONALE? DA IGNORANTI CHE SIAMO, NON RIUSCIAMO A CAPIRLO. SOSTENIAMO CHE L'ULTIMO CCNL SI STA RIVELANDO UN BOOMERANG. INTERPRETIAMO LE SUE DICHIARAZIONI IN LINEA CON LE NOSTRE. DA PREMETTERE PERÒ, CHE NON ABBIAMO MOLTA DIMESTICHEZZA CON IL SETTORE E SOPRATTUTTO CON LA CONTRATTAZIONE NAZIONALE



BORGHESI Stefano (Gruppo Lega Salvini Premier - Partito Sardo d'Azione)
Si interviene poi in materia di lavoro stagionale, importantissimo per molti settori; si fa chiarezza e si amplia la possibilità per la contrattazione collettiva di individuare le ipotesi di stagionalità. Il nostro ordinamento sapete bene che non ha una disciplina specifica della stagionalità: il riferimento normativo è il decreto del Presidente della Repubblica n. 1525 del 1963, che fornisce l'elenco di una serie di attività per le quali è consentita l'assunzione di personale con contratto di lavoro stagionale. Al contempo, la contrattazione collettiva nazionale può individuare ulteriori tipologie di attività stagionali. Si tende perciò ad un ampliamento fondamentale e importante, introdotto dalla giurisprudenza, chiarendo che tra le ipotesi di stagionalità individuate dalla contrattazione rientrano anche le attività organizzate per far fronte all'intensificazione dell'attività lavorativa in determinati periodi dell'anno, quando ci sono più carichi di lavoro, nonché a esigenze tecnico-produttive o dei mercati serviti dall'impresa, secondo quanto previsto dai contratti.

FURLAN (PD-IDP). Ex segretaria nazionale della Cisl
Signor Presidente, colleghe senatrici e senatori, arriva in Aula un provvedimento di cui il Paese, in particolare i lavoratori e le lavoratrici, avrebbero fatto sicuramente a meno; una proposta sbagliata, che aumenta la precarietà del lavoro, con meno regole a tutela dei lavoratori e, soprattutto, meno diritti. Stiamo parlando di un disegno di legge collegato al cosiddetto decreto lavoro, approvato dal Governo il 1° maggio 2023, che è rimasto fermo per mesi nei cassetti e nei corridoi parlamentari e che portate all'approvazione un anno e mezzo dopo. Avrebbe dovuto essere il completamento delle norme contenute in quel decreto, ma alla fine, nonostante la mole voluminosa, contiene scarsi contenuti e tutti con forti accenti negativi per gli uomini e le donne del lavoro.
Proviamo a guardare i numeri del mondo del lavoro per capire come le norme che oggi venite a presentarci siano completamente disallineate rispetto alla realtà. Dietro il dato sugli occupati di cui vi vantate, si nasconde una realtà drammatica del lavoro in Italia:
trend negativo per l'occupazione femminile e aumento dei giovani inattivi, cioè quelli che non hanno un'occupazione e non cerca nemmeno lavoro. Nel 2023, il numero di persone comprese nella fascia tra quindici e trentaquattro anni che lavorano è aumentato di 96.000 unità, mentre quello degli inoccupati di ben 166.000. A proposito di giovani, c'è un altro tema che si configura come emergenza: aumentano costantemente le ragazze e i ragazzi che fuggono all'estero, perché non trovano occupazione di qualità nel nostro Paese.
Il mondo del lavoro è però attraversato da una profonda diseguaglianza che le vostre proposte di legge non sembrano vedere: migliorano i contratti a fascia alta, aumentano a dismisura le partite IVA e invece i salari sono degradati sempre più in basso, in un terreno in cui il part-time involontario e la precarietà sono diventati ordinari. L'Istat ha fotografato un aumento preoccupante dei lavoratori poveri nel nostro Paese. Un terzo delle persone che vivono in condizioni di povertà assoluta sono lavoratrici e lavoratori. È inaccettabile, perché significa che in molti casi non basta più lavorare per non essere assolutamente poveri. Sapete cosa significa? Significa che il lavoro ha perso il suo valore morale e sociale, quello impressone all'articolo 1 della nostra Costituzione.
Signor Presidente, adesso proviamo a sovrapporre a questa desolante fotografia del mondo del lavoro, gli articoli della legge che oggi arriva al Senato. È un quadro desolante, perché sono norme che invece di risolvere i problemi, li aggirano per ampliarli. Le misure previste da questo provvedimento, in particolare quelle contenute negli articoli 9, 10 e 11, in nessun modo andranno a risolvere gli annosi problemi che ci affliggono. Basti pensare alla liberalizzazione selvaggia della somministrazione del lavoro, che non porterà altro che ulteriori sacche di precariato; o, peggio, si pensi alla reintroduzione delle cosiddette dimissioni in bianco, mascherate da licenziamento a seguito di un tot di giorni di assenza.
Mettendo insieme tutte le novità che introducete con questo collegato lavoro, è evidente come il Governo stia promuovendo una massiccia esternalizzazione della forza lavoro temporanea, che andrà sicuramente a favore di qualche agenzia di somministrazione, ma soprattutto delle aziende utilizzatrici.

Durante il lavoro in Commissione abbiamo presentato emendamenti che avevano l'obiettivo di reintrodurre le causali dei contratti a termine, che erano state tolte con il decreto lavoro del 2023, che, come abbiamo verificato, portava il lavoro soltanto nel nome e che - come rivelano i dati che ho esposto poco fa - ha portato una serie di norme che di fatto hanno aumentato la marginalità e l'esclusione e hanno moltiplicato il lavoro povero e precario. Ovviamente le nostre proposte sono state tutte respinte, con una riduzione dei tempi di confronto che ancora una volta, come ormai è vostra pessima abitudine, ha compromesso il lavoro parlamentare.
C'è bisogno di un confronto vero, perché con questo disegno di legge non applicate solo una profonda deregolamentazione a danno dei lavoratori, ma aumentate la precarietà e riducete ancora una volta il perimetro dei diritti. Il pacchetto di norme, in alcuni punti, arriva a mettere in discussione le prerogative del contratto collettivo nazionale del lavoro, come sulle risorse del Fondo bilaterale per la formazione. A parole questa maggioranza sembra favorevole a un percorso per accrescere il valore della partecipazione, ma al momento del voto in Aula sembra invece smantellare le conquiste della contrattazione collettiva.
(Applausi).
E ancora, con questo provvedimento si amplia il criterio di classificazione dei contratti stagionali, aumentando in questo modo la precarietà. Venendo meno i paletti, tutto è stagionale, con la conseguenza che si potranno aggirare i vincoli che impediscono a un contratto a termine di essere ripetuto a oltranza.
Intravediamo anche il rischio di un ritorno alle dimissioni in bianco. Con l'articolo 19 si apportano modifiche sostanziali ai rapporti di lavoro, prevedendo la risoluzione dopo cinque giorni di assenza dal lavoro per volontà del lavoratore. Sono norme che attribuiscono un potere di recesso alla parte datoriale che, così come definito, senza i tempi e le procedure necessari al reale accertamento della volontà del lavoratore assente, è semplicemente inaccettabile.
Meno diritti, come vediamo, e una trasformazione del mondo del lavoro a cui state lavorando, continuando a premiare fiscalmente le partite IVA a danno dei contratti di lavoro. Lo vediamo con la norma sui contratti misti, che rischia di allargare il bacino delle finte partite IVA nel nostro Paese, che significano meno diritti e meno tutele.

FURLAN (PD-IDP). Ex segretaria nazionale della Cisl
Aggiungo che, come in ogni disegno di legge del Governo Meloni, anche questo non poteva non prevedere una norma che, ancora una volta, strizza l'occhio a chi evade gli oneri contributivi. L'allungamento dei tempi di pagamento dei contributi diluisce ulteriormente la certezza della riscossione, potenzialmente incentivando i datori di lavoro a rimandare obblighi essenziali, con possibili effetti negativi sulle risorse di INPS e INAIL.
Vengo al grande tema scomparso da questo disegno di legge. In un anno tragico per il numero di incidenti e morti sul lavoro, vi presentate in Aula con un collegato che non contiene alcuna norma migliorativa per rispondere all'esigenza di contrastare questo dramma del Paese; anzi, fate peggio, perché l'aumento della precarietà produce inevitabilmente anche un aumento dei rischi per la sicurezza dei lavoratori. Secondo tutti gli studi effettuati, in Italia si continua a morire sul lavoro, con una media di tre decessi al giorno: una vera e propria strage annuale a cui non provvedete per niente. Dilungate invece i tempi di pagamento degli oneri per le imprese, senza assicurare risorse necessarie a INPS, a INAIL e all'Ispettorato del lavoro per assumere personale. La mancanza di controllo è una delle cause dei tanti morti sul lavoro.
Signor Presidente, in questo disegno di legge la maggioranza ha posto le basi per una riscrittura delle regole del lavoro, tutte indirizzate verso una flessibilità vantaggiosa per le imprese, a danno delle lavoratrici e dei lavoratori. Si tratta di un'operazione preoccupante, costruita seminando qualche aiuto agli evasori, sottraendo i vincoli sui contratti stagionali, allargando somministrazione e precarietà, con qualche regola per i sindacati più piccoli, e aggredendo invece la partecipazione e il ruolo fondamentale dei sindacati maggiormente rappresentativi: una sommatoria di norme pericolose, che rischiano di aggravare ulteriormente la condizione dei lavoratori.
La superficialità con cui avete affrontato la discussione su questo provvedimento è ancora più preoccupante dei risultati a cui si è arrivati: niente per fermare l'emorragia degli incidenti sul lavoro; niente per sanare le ferite profonde del lavoro precario. Parliamo di famiglie di lavoratori che si spaccano la schiena e non arrivano alla fine del mese, ma voi guardate da un'altra parte. Parlate di imprese, ma sostenerle ha un significato ben diverso: significa accompagnarle nel processo di transizione ecologica e digitale; significa mettere risorse sulla formazione, vera piaga del mondo del lavoro in Italia; significa lavorare a un piano industriale che ponga le basi per una vera ripartenza, cosa che ancora, dopo due anni e mezzo, continuiamo a non vedere.
(Applausi)

FURLAN (PD-IDP). Ex segretaria nazionale della Cisl
Signor Presidente, l'emendamento 11.4 è molto importante, perché di fatto ripristina il concetto reale di stagionalità. I lavori stagionali ci sono già adesso, non ce li dobbiamo inventare, e sono legati alle stagioni. È ovvio che la stagionalità è fortemente utilizzata in agricoltura, ma lo è anche in molti comparti del turismo; d'inverno c'è bisogno di pochi bagnini e la raccolta si fa in periodi diversi dalla semina.
In questo modo stagionalizzate tutto e confondete la stagionalità dai necessari momenti di picchi di lavoro delle imprese, che sono da augurarsi e che hanno altri strumenti di organizzazione e flessibilità del lavoro in cui trovare una loro giusta risposta. In questo modo voi volete precarizzare ancora di più un settore di mercato del lavoro che ha già alcune criticità e difficoltà. Volete stagionalizzare tutti i lavori in tutti i settori e comparti, creando condizioni per cui il lavoro a termine sia infinito.
È per questo motivo che siamo assolutamente contrari alla misura e abbiamo presentato emendamenti per ripristinare la stagionalità, così come intesa oggi, nel lavoro.


Resoconto stenografico integrale (all'interno, oltre ai vari senatori, ci sono anche le dichiarazioni interessanti della senatrice Camusso, ex segretaria nazionale della Cgil)




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