Prosegue l'esame, sospeso nella seduta antimeridiana del 20 novembre.
La senatrice FURLAN (PD-IDP) critica la tendenza ad apportare frequenti modifiche di portata limitata all'ordinamento del lavoro per mezzo di differenti veicoli normativi, con l'effetto di determinare instabilità e incertezza nel mondo del lavoro e delle imprese. Il disegno di legge in esame, inoltre, elude la questione delle tutele da accordare al lavoro, consistendo piuttosto in una serie di interventi sull'ordinamento vigente volti sostanzialmente a deregolamentare e ad espandere l'area della precarietà. Non può pertanto che aggravarsi un quadro caratterizzato dalla presenza di rilevanti sacche di disoccupazione e di lavoro precario, riguardanti in special modo le donne e i giovani. Ciò è reso evidente anche dal favore accordato all'espansione delle possibilità di ricorso al lavoro in somministrazione e alla stagionalità, immotivato in quanto in contraddizione con le reali esigenze di efficienza del sistema produttivo, mentre l'espansione della possibilità di intervento normativo nell'ambito dei fondi di solidarietà bilaterali rappresenta un fattore di indebolimento della partecipazione e della contrattazione collettiva.
Risulta particolarmente deludente la mancanza di previsioni idonee a contrastare i gravi problemi dell'evasione contributiva e degli incidenti nei luoghi di lavoro. Il disegno di legge pone inoltre le condizioni per un affievolimento delle tutele nei confronti del fenomeno delle dimissioni in bianco, in contrasto con le importanti conquiste ottenute dal mondo del lavoro, mentre appare scarsamente comprensibile l'assenza di misure volte ad agevolare il ricorso al lavoro agile, benché questo costituisca uno strumento fondamentale in ordine alla tutela di categorie fragili e alla conciliazione lavoro-famiglia.
In conclusione, preannuncia la presentazione di emendamenti tesi a porre rimedio alle criticità rilevate, con particolare riferimento alle garanzie in tema di stabilità lavorativa.
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(1264) Disposizioni in materia di lavoro, risultante dallo stralcio degli articoli 10, 11 e 13 del disegno di legge n. 1532 d'iniziativa governativa e approvato dalla Camera dei deputati
(Seguito dell'esame e rinvio)
Prosegue l'esame, sospeso nella seduta del 5 novembre.
La presidente CANTU' dichiara aperta la discussione generale.
La senatrice CAMUSSO (PD-IDP) esprime inizialmente perplessità in relazione al procedimento di approvazione del disegno di legge in esame, fortemente in ritardo rispetto alla manovra di bilancio di cui pure costituisce un collegato.
Nel merito, desta particolare preoccupazione la presenza di disposizioni che appaiono mirate a comprimere gli spazi della contrattazione e a privilegiare l'intervento del legislatore, in aperta contraddizione con la dinamica storica dell'evoluzione dell'ordinamento del lavoro e con la normativa dell'Unione europea in materia di salario minimo e contrattazione collettiva. Inoltre, la proposta in esame pare non tenere conto della constatata assenza di effetti economici positivi delle politiche di deregolamentazione del lavoro, ma semmai favorire il ricorso alla somministrazione e la precarizzazione dei rapporti di lavoro, oltre ad estendere in maniera del tutto ingiustificata l'area del lavoro stagionale. A tale proposito, risulta evidente la contrapposizione all'evoluzione compiuta particolarmente nel settore agricolo circa le garanzie sulla continuità dei rapporti di lavoro.
Il disegno di legge in esame risente inoltre della tendenza ad assecondare l'impostazione strategica di un'ampia area del sistema delle imprese, che punta prevalentemente sulla riduzione dei costi, specialmente del lavoro. Tuttavia, è riconosciuto che l'esito di tale impostazione consiste in bassi livelli di competitività. Pertanto, sarebbe stato apprezzabile un intervento mirato piuttosto a incoraggiare gli sforzi della parte del sistema produttivo, che accorda priorità all'innovazione e all'investimento nel lavoro qualificato.
La proposta in esame non reca poi alcuna seria misura in materia di prevenzione, con riguardo alla sicurezza nei luoghi di lavoro, creando invece le premesse per una maggiore deresponsabilizzazione delle imprese e risente nel complesso di un'impostazione ideologica, che ignora la necessità di porre rimedio alla questione del lavoro povero e di supportare la ripresa della contrattazione collettiva, pur a fronte di un numero elevato di contratti scaduti.
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