08 settembre 2024

IN SICILIA VOLONTARI CONTRO GLI INCENDI


Dal sito www.ilpuntoquotidiano.it

di Maria D'Asaro 8-9-2024
PALERMO – Secondo l’ultimo aggiornamento del 30 luglio fornito dall’EFFIS (European Forest Fire Information System) dal 1° gennaio di quest’anno sono stati rilevati su scala nazionale ben 615 incendi, che hanno interessato una superficie complessiva di 221 kmq. Sicilia, Calabria, Sardegna e Puglia sono le regioni più colpite dai roghi e insieme rappresentano circa l’85% delle aree complessive andate a fuoco. In particolare, la Sicilia ha il 45% del totale, la Calabria il 20% mentre Sardegna e Puglia entrambe il 10% ciascuna. Le suddette regioni hanno anche il triste primato di detenere l’80% del totale forestale nazionale incendiato. In particolare, il 34% ricade in Sicilia, il 30% in Calabria , il 12% in Sardegna, solo il 4% in Puglia. L’isola siciliana, tra le quattro regioni più colpite, risulta quindi in assoluto la più martoriata dalle fiamme, sulle cui cause è urgente indagare e per la cui prevenzione è indispensabile adoperarsi.

Il 26 agosto scorso, al TG regionale della Sicilia, il giornalista Fabio Butera ha raccontato la storia di alcuni volontari che si sono impegnati per prevenire e arginare il flagello degli incendi nei pressi della valle dell’Alcantara, nel territorio del comune di Castiglione di Sicilia, che si trova nella zona orientale dell’isola, tra la provincia di Catania e quella di Messina.
Si tratta di un gruppo di giovani eterogeneo, originario sia dalla zona e proveniente anche dal nord Italia e dall’Europa: insieme già da alcuni anni, stanno portando avanti alcuni progetti culturali e di agricoltura sostenibile, come quello denominato Settevoci. La collaborazione è la parola chiave per il gruppo di Settevoci: chi all’inizio guardava con diffidenza e curiosità a questi giovani venuti da fuori e stabilitisi in un luogo da cui invece si emigra, oggi si interessa alla loro attività, magari dà consigli e condivide esperienze: “Stiamo creando una bella rete di mutuo aiuto e di collaborazione, ci sentiamo sempre più radicati e sappiamo di essere un po’ i custodi di questa zona”, dicono i giovani. Uno dei problemi in cui si sono imbattuti spesso, specie nella stagione estiva, sono gli incendi: per questo il gruppo si è attrezzato per supportare tempestivamente i Vigili del Fuoco e il Corpo Forestale.

Ecco cosa hanno detto Guido e Luca al giornalista Fabio Butera: “L’11 agosto c’è stato un incendio, uno dei più forti e più gravi di questo mese. Le fiamme sono arrivate sino a sei metri. Sono intervenute diverse squadre sia dei Vigili del Fuoco che della Forestale. Abbiamo dato una mano anche noi e siamo stati al lavoro per tantissime ore”. “Abbiamo fatto diversi laboratori per costruire noi stessi dei flabelli battifuoco, attrezzi utilizzati anche dai Vigili del Fuoco. Siamo riusciti a costruire una trentina di flabelli, che possono essere utilizzati in tutta la valle”.

I giovani di Settevoci hanno sempre pronti zaini con tutto il necessario per affrontare eventuali roghi: tute ignifughe, maschere con filtro antifumo, pinze e roncole per farsi strada tra il fuoco, oltre ovviamente a bottiglie d’acqua. Ma ancora più importante è la loro opera di prevenzione: dalle loro postazioni, controllano il territorio circostante con binocoli e droni: appena si accorgono di qualche focolaio, forniscono immediatamente informazioni preziose a chi di competenza. Infine, il gruppo di ‘Settevoci’ sottolinea un obiettivo importante che dovrebbe prefiggersi ogni comune siciliano: l’aggiornamento annuale del catasto/incendi, per evitare che vengano fatte speculazioni sui terreni colpiti dal fuoco.

Forse anche grazie alle loro sollecitazioni, il comune di Castiglione di Sicilia lo ha subito aggiornato. Speriamo che non sia uno dei pochi comuni isolani ad averlo fatto.





1 commento:

  1. Confesso che sono preoccupato dall'idea sempre più manifestata di affrontare gli incendi boschivi in modo "non professionale", senza una adeguata preparazione, senza una sorta di dispositivi di protezione individuale.
    Prima o poi può succedere l'irreparabile e la Regione o lo Stato non possono adaggiarsi sulla buona e giusta volontà delle persone ad autoproteggere il loro territorio. Se lo Stato pubblico, che dovrebbe assicurare tutta una serie di apparati, non esiste più, chi supplisce alle sue deficienze, rischiando persino la vita, almeno non dovrebbe più pagare alcuna tassa. Ecco un argomento da trattare con questa classe di politacanti incompetenti che non vivono né i territori né i problemi reali delle genti.

    Antonino Lomonaco

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