di Antonino Lomonaco
LTI di Linguaglossa
A volte si diventa "cornuti" perché non ci si accorge delle qualità del coniuge che si ha accanto e, invece, si celebrano le virtù e le delizie di altri, ritenuti sempre migliori: si è ciechi di fronte alla bellezza! Per cui, così, niente potrà mai diventare "bellissima" se prima, questa, neanche viene vista davvero.
Il nostro Musumeci regionale, in visita alla provincia autonoma di Trento, è stato abbagliato dalla "bellezza" dell'antincendio boschivo di tale provincia... e, come novello Saulo, cade dal ronzino rischiando di rompersi l'osso del collo.
In effetti il paragone migliore sarebbe, più che con Saulo, con don Chisciotte che scambia mulini a vento con giganti, fischi con fiaschi e lucciole per lanterne.
Perché, senza nulla togliere ai meriti dell'antincendio trentino, dovremmo capire quali caratteristiche possono essere avvicinate alle peculiarità del clima, della vegetazione, delle condizioni del territorio, ed altro ancora, della nostra "regione siciliana", così come dice Musumeci, tanto da poterle confrontare, con le nostre e prenderle come esempio da seguire.
In Trentino gli incendi si verificano in autunno e primavera, cioè a dire, quando l'erba secca per le gelate, non quando le temperature ambientali superano i quaranta gradi! E, caro presidente, non è la stessa cosa spegnere un incendio con differenze ambientali di tale portata!
Inoltre, da noi predomina una conformazione vegetativa chiamata "macchia mediterranea", la quale si compone di erbacee che seccano in estate per la calura (non per le gelate!) e la carenza di precipitazioni, di arbusti oleosi, di alberi bassi e fitti. Componenti che, insieme, favoriscono particolarmente l'innesco e lo sviluppo degli incendi boschivi.
Conformazioni e caratteristiche molto lontane dai boschi alpini, per cui, ancora, quali esempi potremmo prendere dall'esperienza dell'antincendio trentino?...
Inoltre, con quale incidenza numerica di incendi si confrontano in Trentino, da trent'anni a questa parte, senza che mai qualcuno di questi incendi sia degenerato in un "fuori controllo" e in danni incommensurabili a cose, ambienti e persone, così come succede in tanti altri posti del pianeta, ma mai in Sicilia?!
Eppure... Eppure... C'è da dire che forse siamo noi operatori dell'antincendio siciliano ad esser stati troppo frettolosi nell'interpretare le esternazioni del buon don Chisciotte nostrano e del suo seguito di Sancho Panza: il senso era un altro!
Il senso delle parole del buon Musumeci forse era indirizzato all'apparato regionale Trentino, il quale probabilmente fornisce con puntualità i mezzi, i dispositivi di sicurezza e l'attrezzatura alle sue squadre di addetti allo spegnimento! Il riferimento era forse agli automezzi non obsoleti che utilizzano, a differenza dei nostri utilizzati con scarsissima manutenzione da oltre trent'anni! Il riferimento è forse al numero di addetti in confronto al fenomeno da affrontare: il nostro sempre più esiguo e di età sempre più avanzata (essendo escluso il turnover), con il rischio che questi due fattori portino all' estinzione di una esperienza che in Sicilia, pur con tutte le possibili migliorie da apportare, può esser presentata solo come un vanto, così come poche altre.
Ecco! Mi sarebbe piaciuto avere dal nostro presidente della Regione Siciliana tali considerazioni prima che si lanciasse in un elogio entusiasta dell'altrui beltà, come fosse fanciulla in fiore.
Tuttavia bisogna capirle certe cose... certi politici: certi "geni" talmente fuori dal comune, dalla regione, dalla vita reale della gente, da essere quasi alieni, come personaggi della migliore letteratura mondiale, che non vivono il loro tempo ma "altro", in altro modo, e vi si schiantano contro, rompendosi ..., così come capita a quei conuigi ciechi ma desiderosi dell'altrui beltà, che svalutano chi gli sta accanto, senza riconoscerne i meriti.
Peccato! È così che si rovina la "bellezza"!
Antonino Lomonaco
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