Ricevo e pubblico
dal Segretario Gen.le Sifus Confali
Maurizio Grosso
Roma 6-07-2024 - L'emotività causata dalla tragica e vergognosa morte del Bracciante indiano, Satnam Singh fanno si che oggi tutti parlino con tono da "professore" di caporali. Tra questi professori anche coloro che si sarebbero potuti battere per ridimensionarlo in tempi non sospetti ed invece hanno preferito sedere a " tavoli istituzionali vari" per trovare palliativi.
Sul tema "caporalato" abbiamo intervistato Maurizio Grosso - Segretario Generale del SiFUS, da sempre in prima linea contro il caporalato e soprattutto, da sempre critico con le strategie messe in campo dai vari tavoli istituzionali e dalla legge 196 per affrontare l'annoso problema.
DOMANDA - Maurizio Grosso, il Ministro al Lavoro Calderone ha annunciato l'assunzione di nuovi 500 ispettori del lavoro per affrontare il problema caporalato. Si ritiene soddisfatto?
RISPOSTA - Non è per essere sempre Bastian contrario ma vi assicuro che il problema complesso del caporalato non si risolve con l'assunzione dei nuovi 500 ispettori del lavoro anche se servono al comparto come il pane agli affamati. Gli ispettori infatti, interverranno per accertare il danno causato dalle violazioni contrattuali solo verso gli sfruttati più fortunati, perché ovviamente, non possiamo prevedere controlli per tutti gli oltre 1 milione di braccianti che risultano avere rapporti con l'inps e per quelli che lavorano in nero.
DOMANDA - Grosso, allora cosa come bisogna agire?
RISPOSTA - Dobbiamo sforzarci di "prevenire" invece di curare il fenomeno del caporalato in maniera da ridurre al minimo e all'origine i danni causati dallo sfruttamento.
DOMANDA - Come si fa?
RISPOSTA - Il caporalato lo si sradica qualora si riuscisse ad acquisire in capo ad un soggetto pubblico la funzione, la credibilità e l'autorevolezza del caporale che spesso e volentieri rappresenta per il bracciante, a maggior ragione se straniero, l'unico punto di riferimento, riconosciuto e riconoscibile, poiché capace di mettere in contatto non solo la domanda e l' offerta di lavoro ma anche di procurare il posto letto ed il mezzo per il trasporto nei campi.
DOMANDA - Grosso, quindi lei sostiene che per configgere il "caporale" bisogna sostituirne la funzione con un soggetto pubblico che abbia le stesse attitudini?
RISPOSTA - Esatto: dobbiamo creare il caporale pubblico. Il "caporale pubblico" deve essere rappresentato da intelligenti, moderni ed agili "centri di collocamento" insediati nei territori agricoli con specifici sportelli aperti fino a sera tardi con il compito di mettere in contatto le domande e le offerte di lavoro.
DOMANDA - Certo, qualora funzionasse un meccanismo del genere consentirebbe via via una bella ridimensionata al fenomeno del caporalato. Sarebbe vera prevenzione! Ma una classe politica che da 20 anni lavora per smantellare il collocamento pubblico, come fa a tornare indietro?
RISPOSTA - Questo è il motivo per cui il fenomeno del caporalato non si debella. Il potere non vuole un collocamento pubblico/ intelligente e punta a mettere in campo diversi strumenti, eccetto, quello giusto. Così, tutti capiscono che ci si sta occupando di di contrasto al caporalato anche se apriori si sa che il problema non si risolverà. Cgil-cisl-uil, come emerge anche dalla legge 196, puntano ad istituire una specie di collocamento privato da tenere sotto controllo che non risolve il problema generale ma aumenta il loro potere sindacale
L'addetto stampa sifus confali
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