30 luglio 2024

LA DISTRUZIONE


di Antonino Lomonaco (30 Luglio 2021

A differenza del giorno prima, stamani, il servizio antincendio della mia squadra, è stato fortunato.
Invece, tutto attorno (nella provincia) vi era una spaventosa guerra che trapelava dalle comunicazioni radio degli altri distaccamenti e del centro operativo di Catania. Le vedette segnalavano continui inizi di incendi a cui le squadre rispondevano con il loro pronto intervento... sempre più in affanno.
Fino, anche, a sentire la segnalazione gridata con disperazione, che porta il gelo anche in presenza dei quaranta gradi di temperatura ambientale e che a me fa tornare ricordi e brividi di qualche anno fa: chiediamo l'intervento urgente di un'ambulanza!
Una mattina terribile, che dovrebbe essere insopportabile per chi possa avere un po' di coscienza o di sensibilità per la vita.
Mandrie di animali circondate dalle fiamme e colleghi che penosamente cercano di salvarle, rischiando persino di esser incornati per il terrore delle bestie imbizzarrite dall'incendio che le avvolge.
Ci sarebbe da chiedersi: perchè tutto questo?!...
L'unica risposta che riesco a darmi è: perchè le vere bestie siamo noi!
Eppure quel "noi" generico si compone anche di gente come noi, come la mia squadra, che interveniamo, ogni volta, contro questa distruzione, operando in modo attento quanto più possibile, arrivando allo stremo delle forze, per la fatica, per il fumo inghiottito, per le alte temperature, per gli indumenti di protezione personale che indossiamo.
Eppure poi, una volta finito, domato ed estinto il male che incenerisce le cose, riusciamo anche a scherzare, prendendo in giro il nostro bravo caposquadra, che è il più giovane fra noi ed ha da poco compiuto i cinquanta anni: un ragazzino! 
Noi, che abbiamo tutti fra i cinquanta ed i sessanta anni, ci complimentiamo a vicenda per l'agilità e la forza che riusciamo ancora ad esprimere. Con ironia, certamente, ma anche con la caparbietà di chi non si vuole arrendere e vorrebbe che le cose fossero migliori di quel che sono o a cui sembrano indirizzarsi.
Allora forse che le "bestie" siano altri ed altrove.
Le "bestie" sono coloro che non capiscono le esigenze dei territori, chi regolarmente fornisce mezzi ed attrezzature antincendio in ritardo anche se poi osa vantarsi di averlo iniziato prima questo servizio: un servizio che, però, era disarmato!
Chi sperpera soldi per la fornitura di droni che nessuno userà, sia per mancanza di personale in divisa, sia perchè le nostre vedette coprono già egregiamente i territori.
Chi inizia un progetto di riforma del settore vantando i meriti del lavoro forestale e le necessità e l'importanza di questi lavori, dovute ai cambiamenti climatici, e finisce presentando una riforma   peggiorativa ed umiliante per chi ha rischiato e continua a rischiare la vita. Una riforma che non tiene in alcun conto di una prospettiva futura, come se estinti noi si possano estinguere tutti gli incendi del mondo. Ipocriti! Superficiali! Insufficienti che non siete altro!
Certo! Parlo di questi che sono, per i motivi che ho detto, delle "bestie", senza dimenticare che chi li appicca, questi incendi, non è semplicemente una bestia ma un criminale capace di perpetrare stragi.
Giorno 18 del prossimo agosto, al distaccamento di Linguaglossa, in contrada Boriglione, ricorderemo, con la dovuta commemorazione, i nostri fratelli morti nel "93.
Ragazzi allora trentenni! Fra loro vi era il solo caposquadra che aveva 52 anni. Un uomo arcigno, di altri tempi, e che a me, poco più che ventenne, sembrava, allora, vecchio come di una età che non avrei mai raggiunto.
Oggi mi avvicino ai cinquantasei anni e so che quei "ragazzi" di allora, "ddhi carusi", hanno fatto una fine terribile, che nessuno merita: io so cosa si prova quando si è avvolti dalle fiamme e quando le fiamme ti erodono la carne.
So, leggendo negli occhi del figlio di quel caposquadra, che ora fa da autista nella mia squadra, il rancore mai sedato per il vuoto lasciato dall'improvvisa scomparsa straziante di un padre... di una madre, di un fratello, di un congiunto.
Per la morte senza senso di qualcosa che ha un grande senso.
Antonino Lomonaco



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