03 maggio 2024

INCENDI, LA REGIONE PRONTA A SCENDERE IN CAMPO. MA DA INIZIO ANNO GIÀ IN FUMO OLTRE MILLE ETTARI. DAL 15 MAGGIO, CON UN MESE DI ANTICIPO, PARTIRÀ LA CAMPAGNA CONTRO I ROGHI: I FORESTALI 151ISTI DESTINATI SOLO ALLO SPEGNIMENTO. INTERVISTA A GIUSEPPE BATTAGLIA, DIRIGENTE GENERALE DEL DIPARTIMENTO REGIONALE DEL CORPO FORESTALE. CON LA RIFORMA DEL SETTORE FERMA AL PALO...


Simone Olivelli - 03 Maggio 2024
Dal 15 maggio, con un mese di anticipo, partirà la campagna contro i roghi: i forestali 151isti destinati solo allo spegnimento. Intervista a Giuseppe Battaglia, dirigente generale del Dipartimento regionale del Corpo forestale

PALERMO – Due settimane, anzi qualcosa meno. È il tempo che la Regione ha a disposizione per farsi trovare pronta prima che inizi la campagna antincendio. Il cronoprogramma è più serrato rispetto al passato, dopo che il governo Schifani ha deciso di anticipare di un mese – dal 15 giugno al 15 maggio – le tradizionali scadenze. L’accelerata riguarderà più fronti: dall’entrata in azione delle squadre antincendio, composte dai lavoratori stagionali del comparto forestale, al termine entro cui i proprietari dei terreni privati sono tenuti a effettuare la scerbatura delle aree, pena – almeno sulla carta, considerata che la difficoltà nel far rispettare le ordinanze emesse dai sindaci – il rischio di andare incontro a pesanti multe.

Incendi, il 2023 per la Sicilia è stato un anno tragico
Date ufficiali a parte, però, il conto alla rovescia nella lotta contro gli incendi per la Sicilia è partito già da un pezzo. E forse sarebbe meglio dire che non si è mai fermato: se il 2023 è stato un anno tragico, per i non pochi morti causati dai roghi e per i danni ambientali registratisi in tutta l’isola, il 2024 non è iniziato tanto meglio. Che quella degli incendi sia una minaccia ormai destagionalizzata è una sensazione diffusa, ma a confermarlo sono i numeri del progetto europeo Copernicus. Basato su tecnologie satellitari, il progetto mappa i territori percorsi dalle fiamme, localizzandoli e misurandone l’estensione.

Nel 2024 in Sicilia in fumo oltre mille ettari
Ponendo l’attenzione su ciò che è accaduto in Sicilia nei primi quattro mesi dell’anno, si scopre che ad andare a fuoco sono stati già oltre mille ettari. Un numero preoccupante, se si pensa che tutto – a partire dalle poche precipitazioni e dalla conseguente siccità – fa pensare che il peggio debba ancora arrivare. La provincia più colpita, sia in termine di aree bruciate che di numero di eventi incendiari, è stata fino ad ora quella di Messina, con oltre quattrocento ettari in fumo. Subito dopo si trova Trapani, l’altra in cui il numero di ettari interessati dai roghi ha già superato soglia cento: dei 129 bruciati, la stragrande maggioranza è stata distrutta a inizio marzo. La classifica va avanti con Palermo, dove in provincia sono stati fin qui 92 gli ettari incendiati, e poi ancora Enna (85), Ragusa (80), Siracusa e Catania (68), Agrigento (64) e infine Caltanissetta, che è quella maggiormente risparmiata dal fuoco, con 22 ettari colpiti. In totale poco più di mille ettari già andati in fumo.

Davanti a questa fotografia impietosa, è inevitabile chiedersi quali sono le armi che la Regione sfodererà da qui in avanti. Il problema da risolvere è tanto ramificato quanto incompreso. Politici, esperti, organi inquirenti si chiedono quali logiche possano esserci dietro i roghi, quali i moventi che spingono ad appiccare il fuoco. E se, per tanti anni si è parlato, spesso a sproposito, di autocombustione, ormai la preponderanza della matrice dolosa non è messa in dubbio. La domanda però resta: cui prodest? A chi può interessare dare fuoco? Ogni tentativo di risposta finora è apparso monco: dalle presunte speculazioni sul fronte edilizio e dell’impiantistica energetica, dall’azione di pastori poco propensi ad attendere la rigenerazione naturale dei campi, fino a chi potrebbe scegliere il fuoco come linguaggio per lanciare messaggi di sfida allo Stato.

Per il momento, quindi, non resta che ragionare su come le istituzioni si apprestano a fronteggiare il pericolo. Con la riforma del settore ferma al palo, la Regione continuerà ad avvalersi degli operai stagionali appartenenti – in base al numero di giornate di lavoro garantite – alle canoniche categorie di 151isti, 101isti e 78isti. La piccola novità è rappresentata dalla decisione di assegnare i 151isti soltanto all’antincendio, lasciando alle altre due fasce il compito di lavorare agli interventi di manutenzione.

Questi ultimi sono il primo tassello della difesa contro i roghi ma nel corso degli anni si sono rivelati piuttosto l’anello debole della catena: i terreni incolti, con l’erba alta, facilitano la propagazione delle fiamme trasformando roghi potenzialmente domabili in gravissime minacce per l’ambiente e per l’incolumità delle persone. L’assessore Sammartino, poche settimane prima di essere costretto alle dimissioni per il coinvolgimento nell’indagine Pandora, ha annunciato l’aumento delle giornate retribuite per gli stagionali. Una decisione che ha spaccato il fronte sindacale, con le sigle confederate che hanno ben visto l’iniziativa e il Sifus che invece l’ha etichettata come una mera trovata elettorale in vista delle Europee.

Anche quest’anno l’aiuto arriverà dall’alto: oltre ai canadair messi a disposizione dello Stato, la Regione si avvarrà di dieci elicotteri, il cui servizio – implementato nella campagna antincendio da oltre un lustro – è già iniziato ad aprile. Rimarranno a disposizione fino all’autunno, a meno che il monte ore previsto nell’appalto non si esaurisca prima. Schifani e l’assessora Elena Pagana speravano di poter contare anche su due elicotteri pesanti per rispondere alle critiche di chi fa notare come nelle giornate di scirocco, quando il forte vento rende le fiamme incontrollabili, i mezzi aerei a disposizione non possono decollare per motivi di sicurezza. Così, però, non sarà: la gara d’appalto indetta dalla Regione è andata deserta.

Un passo falso non prevedibile, ma che tutti i siciliani che tengono alla propria terra sperano possa rivelarsi l’unico da qui in avanti. Affidarsi alla speranza, tuttavia, non è il modo migliore per iniziare.

Intervista a Giuseppe Battaglia, dirigente generale del Dipartimento regionale del Corpo forestale

“In Sicilia attività criminale diffusa e ciclica, molti pensano di farsi giustizia dando fuoco”


“Ce la stiamo mettendo tutta per farci trovare pronti, ma...

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