02 aprile 2024

RIPROPONIAMO UN ARTICOLO DEL 14 MARZO 2024, DEL QDS. INCENDI, GIÀ IN FUMO 280 ETTARI DA INIZIO ANNO. MA LA DIFESA DEI BOSCHI NON È ANCORA PARTITA. TONINO RUSSO (FLAI CGIL): “CHIESTO UN INCONTRO ALLA REGIONE”


Simone Olivelli - 14 Marzo 2024
Banca dati Effis: da gennaio a oggi si contano 38 roghi in Sicilia. Intanto la macchina della prevenzione è ferma, con oltre 15 mila operai forestali lasciati a casa. Tonino Russo (Flai Cgil): “Chiesto un incontro alla Regione”

Come se i piccoli centri di Aci Bonaccorsi, nel catanese, e Roccafiorita, in provincia di Messina fossero andati entrambi in fumo. Ammonta a tanto la superficie complessiva incendiata in Sicilia dall’inizio dell’anno. Le informazioni provengono dall’European Forest Fire Information System (Effis), che, sfruttando le tecnologie satellitari, supporta le attività della Commissione e del Parlamento europei in tema di monitoraggio del fenomeno dei roghi di origine dolosa.

Numeri alla mano, nell’isola da inizio gennaio a ieri sono stati individuati 38 incendi, equivalenti a 280 ettari. Cifre che, considerata la stagione, non possono che preoccupare in vista di quello che potrà accadere man mano che il meteo porterà a un innalzamento delle temperature e tenendo conto di ciò che è già successo nel 2023, quando oltre alla distruzione dei boschi e degli ecosistemi si è registrata la morte di diverse persone.

Tale quadro porta con sé la domanda che mai come quest’anno incombe sul governo regionale guidato da Renato Schifani, ma su tutto l’impianto istituzionale chiamato a porre in essere le contromisure per un fenomeno in cui sembrano intrecciarsi impreparazione e mano criminale di chi – per motivi su cui ancora oggi non è stata fatta chiarezza – è interessato a danneggiare l’ambiente, approfittando di condizioni meteo-climatiche più favorevoli rispetto al passato.

La prevenzione svolge un ruolo essenziale
Per provare a rispondere, bisogna partire da un punto fermo: gli incendi non sono soltanto una questione emergenziale. Non solo perché, soprattutto in Sicilia, da decenni non possono essere ritenuti come fatti straordinari, ma perché tra le misure di contrasto ai roghi svolge un ruolo essenziale la prevenzione. Che, trattandosi di boschi, significa affrontare per tempo le esigenze poste dal ciclo biologico delle piante. In primo luogo, dunque, la manutenzione delle aree naturali: se per quelle private, il compito spetta ai proprietari su cui annualmente incombe l’onere della scerbatura dei terreni, quelli pubblici sono al centro delle attività degli operai forestali che operano sotto il coordinamento del dipartimento regionale dello Sviluppo rurale, facente capo all’assessorato all’Agricoltura.

Larga parte dei forestali assunta a tempo determinato
Si tratta per larghissima parte di operai che annualmente vengono assunti a tempo determinato. Sulla carta il loro coinvolgimento dovrebbe avvenire a partire dall’inizio della primavera, in modo da arrivare al periodo più caldo con i cosiddetti viali parafuoco realizzati. Un’operazione, quest’ultima, che risulta fondamentale in caso di incendio perché utile a contrastare l’espansione delle fiamme, ma che storicamente in Sicilia è stata sottovalutata o comunque non adeguatamente pianificata per motivi che spesso sono stati legati al ritardo nell’approvazione della legge finanziaria e al necessario ricorso all’esercizio provvisorio. Quest’anno, tuttavia, il via alla legge di stabilità è arrivato entro la fine del 2023, togliendo dunque ogni alibi di natura strettamente economica.

“Abbiamo richiesto un incontro con il dirigente generale del dipartimento Sviluppo rurale e territoriale, Fulvio Bellomo. Dovrebbe riceverci la prossima settimana”, dichiara al Quotidiano di Sicilia Tonino Russo, segretario generale di Flai Cgil Sicilia. Russo conferma che al momento gli operai stagionali, che prima di essere assegnati ai vari distaccamenti provinciale per occuparsi dei terreni demaniali dovranno svolgere le visite mediche, non hanno iniziato le giornate di lavoro. “L’incontro servirà anche per discutere del calendario degli avviamenti”, aggiunge il sindacalista.

Ad attendere notizie sono anche gli addetti all’antincendio, un sottoinsieme del comparto di forestali che – stando a recenti dati divulgati dal sindacato Sifus, da sempre su posizioni più oltranziste rispetto a Cgil, Cisl e Uil – conta attualmente quasi 15.500 lavoratori stagionali, divisi tra 151isti, 101isti e 78isti, a cui vanno aggiunti poco più di 1.300 a tempo indeterminato.

La Regione avvia la campagna antincendio com un mese di anticipo
Tra le risposte che il governo Schifani ha voluto dare guardando al 2024, c’è stato l’avere fissato a metà maggio, un mese in anticipo rispetto alla tradizione, l’avvio della campagna antincendio e l’aumento delle giornate al comparto dei 78isti, che da 78 giornate dovrebbero vedere prorogata loro assunzione fino a 101 giornate. Tali misure, martedì scorso, sembravano poter essere a rischio per le voci riguardanti l’impugnativa da parte del Consiglio dei ministri della legge finanziaria. Il governo Schifani, tuttavia, ha escluso che l’iniziativa presa da Roma riguardi le norme attinenti la materia forestale: “Grazie all’impegno del presidente Renato Schifani – ha fatto sapere l’ufficio stampa della Regione – la norma è stata riformulata e trasmessa agli uffici del ministero. In sostanza, è stato chiarito che non è prevista alcuna nuova assunzione, ma si tratta piuttosto di un incremento delle giornate di lavoro per una parte degli operai forestali già interni al bacino, in modo da potenziare le attività di contrasto agli incendi”.

Se gli operai rappresentano l’arma principale per il contrasto da terra ai roghi – nonostante negli ultimi anni a più riprese ci siano state polemiche sia sul fronte dei dispositivi di protezione assegnati al personale che su quello delle condizioni del parco macchine, il cui rinnovo è stato al centro di una gara d’appalto tanto onerosa quanto dall’iter controverso –, la Regione anche quest’anno si affiderà agli interventi aerei.

Oltre al contributo offerto dai canadair, la cui competenza è statale, il governo Schifani ha indetto una gara per l’acquisizione del servizio elicotteri. L’iter, avviato a dicembre, ha portato all’aggiudicazione per poco più di 3,7 milioni di euro nei confronti delle imprese E+S Air, Helixcom ed Eliossola, che insieme hanno presentato l’unica offerta ricevuta dalla Centrale unica di committenza. Per le prime due imprese – la campana E+S e la siciliana Helixcom – si tratterà della sesta fornitura consecutiva fatta alla Regione Siciliana: dal 2018, infatti, sono le uniche ad aver presto parte alle gare d’appalto indette.

Restando in tema di elicotteri, tuttavia, una novità c’è: la Regione, dando seguito a un annuncio fatto da Schifani in autunno, ha bandito una seconda procedura per l’acquisizione di due mezzi pesanti.

“Da quanto si è avuto modo di osservare nel corso della stagione 2023 – si legge nella relazione allegata ai documenti di gara – il verificarsi, su quasi tutto il territorio della Regione, di incendi di vasta entità, anche in concomitanza di forte vento e di alte temperature, ha limitato e talora impedito l’operatività dei velivoli leggeri che, ad oggi, hanno costituito la flotta regionale. Il ricorso ad elicotteri pesanti, utilizzabili anche in presenza di venti sostenuti, risulta più idoneo a contrastare il fenomeno degli incendi boschivi e, in particolare, affiancandoli ai 10 elicotteri leggeri, già annualmente schierati. La gara d’appalto, per un importo che supera i 13 milioni di euro, prevede l’acquisizione dei mezzi per tre anni....

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