Siracusa. La Sicilia 14/11/2023
Ricevo e pubblico
Coordinatore regionale dei forestali "CONFELP"
Guglielmo Monello
Terre desertificate, ettari ed ettari devastati dagli incendi e oltre un milione di alberi che non ci sono più. E’ questo quello che negli ultimi anni sta succedendo in Sicilia, dove il punto di non ritorno sembra sempre più vicino. A cercare di invertire la rotta ci sta provando Guglielmo Monello, Coordinatore regionale dei forestali "CONFELP "che attraverso i social ha lanciato una sfida dalla forte impronta Green.
“Cari amici e colleghi ho letto alcuni articoli da cui si evince che in Sicilia mancano almeno 1,4 milioni di alberi e allora vorrei lanciare un idea/sfida/iniziativa. Perché non piantiamo, tutti noi che del settore ce ne occupiamo quotidianamente con amore e dedizione, almeno un albero a testa? Voi mi direte perché? Io vi rispondo semplice!!!! perché piantare un albero significa: produrre ossigeno che aiuterà noi e i nostri figli a respirare; offrire riparo ai viaggiatori che visitano il nostro territorio; nutrire la terra; filtrare l’aria privandola del pulviscolo inquinante; garantire il naturale ciclo dell’acqua; e infine significa trovare un posto dove potersi sedere, rilassarsi e leggere un buon libro.
Che ne dite lo facciamo? #unforestaleunalbero #noitifiamoperlaterra #perunmondomigliore”
Raggiunto da ilSicilia.it Guglielmo Monello ha spiegato da dove nasce questa iniziativa: “E’ una mia idea. Da ormai 30 anni la Sicilia è stata martoriata e soprattutto negli ultimi 15 anni il verde e la macchia mediterranea sono stati devastati. Ci assale una profonda amarezza nel vedere un territorio così deserto. In Sicilia è tutto distrutto: le riserve, i nostri territori, i monti iblei e tutta la fauna e la flora che popolano questi ambienti. Per come vanno le cose tra 4/5 anni non avremo più un albero a causa del ripetersi di questi incendi così devastanti. La Sicilia va in fiamme perché i forestali hanno una carica di lavoro allucinante, mezzi di lavoro usurati al massimo, torrette abbandonate e servizi quasi inesistenti“.
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