13 ottobre 2023

INCENDI, LE FIAMME SUL MONTE PELLEGRINO DIVENTA UN CASO. ITALIA NOSTRA: “COLPIRE GLI AUTORI”. ARRIVA UN INVITO A RICOSTRUIRE ANCHE LE RESPONSABILITÀ NELLA MACCHINA DELLA PREVENZIONE. NON È PIÙ ACCETTABILE CHE OGNI ANNO PARTA TUTTO IN RITARDO: DALL’ASSUNZIONE DEGLI OPERAI STAGIONALI ALLA PULIZIA DEI BOSCHI E ALLA REALIZZAZIONE DEI VIALI PARAFUOCO, DALLA RIFORMA DEL SETTORE AL MANCATO RICAMBIO NELL’ORGANICO DEL CORPO FORESTALE DOVE L’ETÀ MEDIA È ORMAI SUPERIORE AI 50 ANNI


Lettera alle Procure dopo l'ennesima stagione "di fuoco" per la Sicilia. Monte Pellegrino diventa simbolo di una prevenzione carente sul fronte dei roghi, le parole delle associazioni.

Simone Olivelli  12 Ottobre 2023
“Si è alzato fumo dal monte Pellegrino, lo stesso punto dell’altra volta”. È uno dei messaggi che anche ieri è circolato tra gli attivisti impegnati in Sicilia nell’avvistamento degli incendi. Un impegno che, da quando la Regione ha deciso di non rinnovare il protocollo che negli ultimi due anni ha previsto una collaborazione tra Corpo forestale e associazioni, va avanti in autonomia ma con risultati inevitabilmente meno buoni.

Se i tantissimi roghi che hanno colpito l’isola quest’anno – uno degli ultimi nel promontorio che sovrasta la città di Palermo – siano una conseguenza della riduzione del controllo è solo una possibilità, ma c’è chi ritiene che sia più che fondata. È il caso dell’associazione Italia Nostra, che oggi chiede le dimissioni dell’assessora regionale al Territorio Elena Pagana. “Per noi dovrebbe lasciare l’incarico, tutta la stagione antincendio è stata un disastro”, dichiara la vicepresidente di Italia Nostra Palermo Ernesta Morabito.

Incendi, quello di Monte Pellegrino diventa un caso
“Quest’anno il piano antincendio è stato approvato a estate iniziata, ma avesse almeno funzionato non saremmo qui a lamentarci, invece non si salva nulla”. La posizione dell’associazione è netta e lo è anche di più quella degli attivisti che negli ultimi anni hanno operato nell’hinterland palermitano, tra le zone più colpite nel 2023. “A luglio siamo stati per giorni accerchiati dal fuoco e non possiamo fare a meno di sottolineare – commenta Morabito – che da parte della Regione c’è stata una quasi assenza di reazioni concrete sul campo. Quest’anno non è stata attivata la vigilanza dinamica del Corpo forestale, e ciò ha portato ad avere tantissimi funzionari e dirigenti che anziché essere impegnati a presidiare il territorio sono rimasti negli uffici”.

Quello di pochi giorni fa è stato il quarto incendio divampato sul monte Pellegrino. E si fa sempre più urgente la necessità di trovare una risposta ai possibili moventi che stanno all’origine dei roghi. “I punti in cui vengono appiccati sono sempre diversi. Sulla carta non dovrebbero poterci essere interessi economici legati direttamente al monte, mentre non escludiamo che quanto sta accadendo rappresenti una sfida alle istituzioni. Come se qualcuno volesse fare pressioni e rendersi visibile a tutta la città”, continua Morabito.

Al contempo da parte di Italia Nostra arriva un invito a ricostruire anche le responsabilità nella macchina della prevenzione. “Colpire gli autori degli incendi è fondamentale, ma crediamo che anche chi ha la responsabilità di pianificare e realizzare la prevenzione debba assumersi le proprie responsabilità. Non è più accettabile – aggiunge Morabito – che ogni anno parta tutto in ritardo: dall’assunzione degli operai stagionali alla pulizia dei boschi e alla realizzazione dei viali parafuoco, dalla riforma del settore al mancato ricambio nell’organico del Corpo forestale dove l’età media è ormai superiore ai 50 anni”.





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