di Antonino Lomonaco
<<A tutti gli Operai Forestali voglio dire solamente che molta gente non sa che tipo di lavoro fate, non immagina neppure la fatica a cui siete sottoposti, il pericolo che dovete affrontare quotidianamente dato non solo dal fuoco. Vi ringrazio per la continua collaborazione. Con affetto e stima UGO Gian Pietro>>
Queste sono le gradite parole del pilota dell'elicottero "Falco 1" con cui conclude il suo messagio di cordoglio per la morte della nostra collega, operaio forestale, Marinella Sigona.
Non credo che ci possano essere parole più appropriate.
Non si tratta di parole di circostanza o del formale elogio "politico" di qualche politicante di passaggio, verso una categoria che svolge l'importante funzione quale la nostra. Si tratta di parole che sanno, perchè hanno visto, ogni volta, dall'alto dei loro veicoli, mentre ci aiutano a spegnere i disastri e le stragi perpetrate dai criminali che innescano gli incendi. Sanno perchè hanno visto e vedono cos'è il nostro lavoro: di quali fatiche, rischi, e meriti si compone. Sanno che senza la nostra preziosa presenza, la nostra terra brucerebbe irrimediabilmente come accade ed è accaduto alle Canarie, alle Hawai, nel Canada, nella Grecia, e in tutti quei posti dove non esiste una organizzazione forestale come la nostra, capace di intervenerire nei tempi e nei modi opportuni. Eppure, questa politica politicante, capace di esprimere formalmente la vicinanza e le belle parole, sta permettendo la nostra fine, cioè a dire la fine di un prezioso presidio a tutela del nostro territorio, senza nient'altro a sostituirlo che l'oblio e la distruzione.
Ciao collega Marinella Sigona, e tutti gli altri martiri del nostro lavoro, un abbraccio fraterno a tutti quanti voi. In un mondo capovolto noi siamo gli ultimi, scavalcati sempre dalla slealtà, dall'ipocrisia, e dal sorriso beffardo dell'indegna furbizia.
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