Dal sito focusicilia.it
Con i numeri degli operai forestali, si completa il quadro delle forze in campo attive per la campagna antincendio, tra Corpo forestale, Vigili del fuoco e Protezione civile. Le principali criticità: anzianità e mezzi inadeguati. Necessaria una riforma del settore dei forestali
Di Agostino Laudani 20 Luglio 2023
L’incendio all’aeroporto di Catania ha ricordato a tutti quanto può essere devastante il fuoco. E quando si pensa a un incendio il pensiero va in automatico a chi per lavoro lo spegne: vigili del fuoco e forestali. Vi abbiamo parlato qui delle difficoltà di organico e mezzi dei vigili del fuoco ma pure i forestali non se la passano bene. L’addetto squadra pronto intervento (Aspi) è l’uomo più vicino alle fiamme, il primo a combattere l’incendio. A coprirgli le spalle con i mezzi motorizzati e i serbatoi d’acqua c’è l’addetto guida autobotti e mezzi speciali (Agams), che manovra il mezzo antincendio in strade sterrate e impervie, dove la visibilità è scarsa e lo scenario può cambiare in continuazione. Prima ancora, a grande distanza, era stato l’addetto alla torretta avvistamento incendi (Atai) che dall’alto aveva notato per primo il fumo e dato l’allarme via radio ai colleghi addetti radio della centrale operativa (Arco). Sono tre delle figure impegnate sul fronte antincendio nel grande esercito degli operai forestali siciliani, che non vanno confusi con gli uomini in divisa del Corpo forestale della Regione Siciliana (Cfrs). Gli operai forestali sono oltre 17 mila, distribuiti tra varie categorie contrattuali, che si occupano di attività rurali durante tutto l’anno nelle aree demaniali forestali della Sicilia, come usare il decespugliatore e costruire muretti a secco. Di questi, seimila sono impegnati in particolare nel periodo estivo, durante la campagna Aib (antincendio boschivo), che quest’anno si è aperta il primo giugno e si concluderà il 30 settembre.
L’organizzazione e le categorie di forestali
Gli operai forestali che svolgono attività rurali fanno capo all’Azienda foreste e quindi all’assessorato regionale dell’Agricoltura. “Si occupano della manutenzione del bosco, della piantumazione, della realizzazione di viali parafuoco e di altre attività boschive di salvaguardia”, spiega Alfio Turrisi, segretario Fai Cisl Catania. Gli operai assunti a tempo indeterminato, sono 1.329 in tutta la Sicilia. Tra loro “solo il dieci per cento opera nell’antincendio – precisa Adolfo Scotti, segretario generale Fai Cisl – mentre gli altri coordinano le parti amministrative, i servizi, i dispositivi di protezione individuale, curano il raccordo tra gli uffici e la parte operativa”. A tempo determinato, invece, ci sono le altre categorie che prestano servizio per un numero preciso di giornate lavorative ogni anno: 151, 101 o 78. Da qui la definizione di centocinquantunisti, centounisti, settantottisti. Del bacino complessivo dei forestali, sono in particolare i 101isti ad essere impegnati nel contingente che si occupa di antincendio, ma anche i 151isti possono essere impegnati per una quota delle loro giornate nell’antincendio, con una doppia qualifica quindi. Chi svolge attività antincendio fa capo agli Ispettorati ripartimentali delle foreste, che dipendono dall’assessorato regionale Territorio e Ambiente.
Età media 60 anni e automezzi vecchi di 30 anni
I forestali dell’antincendio rappresentano di certo le forze in campo più numerose. Ma l’età degli uomini e l’età dei mezzi a disposizione sono tra i problemi più evidenti. Come raccontano a FocuSicilia Scotti e Turrisi, “con le assunzioni bloccate, l’età anagrafica media è salita oltre i 60 anni. A quell’età ci sono patologie e tantissime limitazioni. Lavorare nel bosco diventa complicato. Non tutti riescono ad affrontare le fiamme mentre ci sono temperature di 45 gradi. Lo denunciamo da anni. Chiederemo un ingresso di giovani nel settore”. I mezzi non adeguati sono un altra grande zavorra che pesa molto sull’operatività dei forestali durante l’antincendio. “I mezzi purtroppo sono ormai obsoleti, hanno più di 30 anni, sono sottoposti a una manutenzione continua. Con molta probabilità, entro novembre dovrebbero arrivare nuovi mezzi, speriamo ne arrivi almeno uno per ogni distretto”, proseguono. Sono problemi che l’assessore regionale dell’Agricoltura, Luca Sammartino, conosce bene. Proprio due giorni fa ha voluto incontrare le organizzazioni sindacali per lavorare a una riforma del settore, “finora però tracciata solo per grandi linee”, dicono dalla Fai Cisl.
Quali sono le forze antincendio in Sicilia
Con i seimila operai forestali si completa il quadro delle forze pronte a intervenire durante gli incendi estivi nei boschi. Questi compongono circa 150 squadre, unendosi ai 463 agenti in divisa del Corpo forestale della Regione Siciliana. Impegnati sullo stesso fronte caldo, ci sono 2.900 vigili del fuoco divisi tra 80 e 100 squadre, che però non intervengono generalmente nei boschi, competenza dei forestali. La linea di confine però, quando si è impegnati sul campo e bisogna fare in fretta, può diventare sottile. I vigili del fuoco dovrebbero essere quasi 3.200 e ne mancano quindi 300 in organico. Infatti, per supportare la campagna antincendio boschivo, tolgono personale alle squadre ordinarie e lo inviano nelle 13 squadre aggiuntive formate quest’anno per presidiare i luoghi più a rischio e pagate secondo una convenzione con la Regione Siciliana, che non ha ancora liquidato i compensi dell’estate 2022. Poi ci sono una ventina di distaccamenti di vigili del fuoco volontari che però devono operare insieme ai vigili ordinari. A questi uomini si aggiungono i mille volontari della Protezione civile regionale che formano 200 squadre operative. La scorsa estate, andarono in fiamme 55 mila ettari di terreni, ottomila di boschi, pe un costo stimato in 22 milioni di euro. Il personale diminuisce sempre più e non conforta che le 500 unità in meno di forestali usciti dall’organico tra il 2022 e il 2023 siano in gran parte i 101isti: proprio quelli chiamati a spegnere gli incendi.
Fonte: focusicilia.it
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