di Antonino Lomonaco
(Lti di Linguaglossa CT)
Caro Pietro ti scrivo, così mi distraggo un pò. Da quando sei partito non ci sono grandi novità, la vecchia stagione antincendio si alterna alla nuova con lo stesso andazzo di sempre e tutto continua come negli anni in cui hai combattuto anche tu per dare dignità al nostro lavoro di repressione delle fiamme nei boschi. Certo, noi avremmo voluto occuparci anche di prevenzione, dando a questa l'adeguata importanza in una lotta che sta diventando persino esistenziale per noi tutti, sull'intero pianeta.
Ti ricordi di quando gli scribacchini scrivevano sui giornali che proprio noi innescavamo gli incendi in Sicilia? Per poi, secondo loro, andarli allegramente a spegnere, rischiando pericoli, respirando fumi nocivi, e soffrendo la fatica più estenuante, quella che davvero inaridisce la lingua fino a non permettere più neanche di parlare?
Ti ricordi di quando paragonavano la Sicilia al Canada ed il nostro numero rispetto ai Rangers canadesi?
Non tenendo conto che quel paese ha il confine col circolo polare artico, mentre noi confiniamo con il tropico del cancro e col Sahara. Dati non indifferenti per capire meglio la questione ma, evidentemente, del tutto trascurabili per chi fa del proprio lavoro di informare, un lavoro di servilismo da mero cortile, che ci ha danneggiati nella pubblica considerazione. Allora mi sbalordivo di come quel tipo di informazione fosse in grado di distorcere la realtà delle cose in quel modo balordo e stupido, senza nessuno capace di difendere i nostri meriti. Eppure adesso la stessa informazione stravolge tutto quanto, persino per una guerra dai possibili sviluppi nucleari, mandando un intero popolo al macello e mettendoci tutti quanti in pericolo, senza ragionare.
Serve il disincanto
Caro Pietro, succede che adesso purtroppo il riscaldamento globale ha fatto si che anche il Canada subisca il disastro di incendi immani, ed attualmente lì vi sono in atto centinaia di incendi fuori controllo, il cui fumo si spinge a sud fino ad arrivare in città come New York o Philadelfia, negli Stati uniti, ed intere comunità, di migliaia di persone, sono costrette a lasciare frettolosamente le proprie abitazioni per non rischiare di rimanere coinvolti nel disastro, con conseguenze letali. E' una guerra anche questa, noi lo abbiamo sempre saputo.
E rimane inutile ricordare che in Sicilia non è mai successo qualcosa di così grave, anche se i nostri incendi avvengono con temperature ambientali di decine di gradi superiori a quelli canadesi. Le nostre squadre, e l'organizzazione del corpo forestale regionale, hanno fatto in modo di intervenire sempre celermente, malgrado i terreni e le strade impervie e le peculiarità della nostra vegetazione denominata macchia mediterranea.
Solo che adesso siamo rimasti davvero in pochi a combattere questa guerra, sempre in carenza di mezzi e dispositivi, oltre al fatto che siamo ormai tutti quanti anziani. Senza l'inserimento di nuove leve giovanili niente ha più senso. La nostra esperienza virtuosa rimarrà sterile, incompresa da tutti, malgrado i nostri sforzi. Ciononostante non ho rimpianti, sono stato contento di aver fatto quello che ho fatto e nelle squadre antincendio, come tanti, mi è capitato spesso di mettere a rischio la mia incolumità e la mia vita, ma ho vissuto le mie emozioni migliori, fra amici e fratelli, a difendere la nostra terra. Un grande filosofo (Nietzsche), più di cento anni fa, ebbe a dire che quando una cosa sta per cadere è meglio dargli una spinta. Noi sappiamo quello che abbiamo fatto, sappiamo i nostri meriti e ne siamo fieri. Anche se sconfitto, mi sento in pace con me stesso.
<<Ad una certa età non è più la speranza l'ultima a morire, ma la morte è l'ultima speranza>> (Sciascia).
Noi non abbiamo più niente da sperare, abbiamo dato.
Riposa in pace amico mio.
Antonino Lomonaco
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