20 aprile 2023

NEL PACCHETTO INFRAZIONI DI APRILE SI EVINCE CHE LA COMMISSIONE UE BACCHETTA ANCORA UNA VOLTA L'ITALIA PER I CONTRATTI A TERMINE DEI LAVORATORI FORESTALI. SONO TRA LE CATEGORIE DOVE NON SI APPLICANO LE GARANZIE PER EVITARE ABUSI. L'ITALIA DISPONE ORA DI 2 MESI PER RIMEDIARE, TRASCORSI I QUALI LA COMMISSIONE POTRÀ DECIDERE DI DEFERIRE IL CASO ALLA CORTE DI GIUSTIZIA DELL'UE


Dal sito ec.europa.eu

Bruxelles, 19 aprile 2023
Condizioni di lavoro: la Commissione esorta l'ITALIA a prevenire l'abuso di contratti a tempo determinato e ad evitare condizioni di lavoro discriminatorie nel settore pubblico
La Commissione ha deciso oggi di inviare un parere motivato all'Italia (INFR(2014)4231) per il recepimento non corretto nell'ordinamento nazionale della direttiva 1999/70/CE del Consiglio, che impone di non discriminare a danno dei lavoratori a tempo determinato e obbliga gli Stati membri a disporre di misure atte a prevenire e sanzionare l'utilizzo abusivo di contratti o rapporti di lavoro a tempo determinato. La normativa italiana non previene né sanziona in misura sufficiente l'utilizzo abusivo di una successione di contratti a tempo determinato per diverse categorie di lavoratori del settore pubblico in Italia. Tra questi, insegnanti e personale amministrativo, tecnico e ausiliario della scuola pubblica, operatori sanitari, lavoratori del settore dell'alta formazione artistica, musicale e coreutica e del settore operistico, personale degli istituti pubblici di ricerca, lavoratori forestali e volontari dei vigili del fuoco nazionali. Alcuni di questi lavoratori hanno anche condizioni di lavoro meno favorevoli rispetto ai lavoratori a tempo indeterminato, situazione che costituisce una discriminazione e contravviene al diritto dell'Unione. La Commissione ha avviato la procedura di infrazione inviando una lettera di costituzione in mora alle autorità italiane nel luglio 2019, seguita da una lettera complementare di costituzione in mora nel dicembre 2020. Sebbene l'Italia abbia fornito spiegazioni sulle proprie norme nazionali, la Commissione le ha ritenute non soddisfacenti e dà ora seguito all'esame con un parere motivato. L'Italia dispone ora di 2 mesi per rimediare alle carenze individuate dalla Commissione, trascorsi i quali la Commissione potrà decidere di deferire il caso alla Corte di giustizia dell'UE.

Fonte: ec.europa.eu







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