09 settembre 2022

ELEZIONI SICILIANE, BASTA SONDAGGI (INUTILI), PROVIAMO A SCENDERE NEI PARTICOLARI. DUE SOLI CANDIDATI VERI PER LA PRESIDENZA: DE LUCA E SCHIFANI


Dal sito www.inuovivespri.it

09 Settembre 2022

  • Gli altri quattro candidati alla presidenza della Regione siciliana sembrano fuori corsa
  • Renato Schifani sulla carta è il favorito. Ma è un favorito un po’ fragile, perché le liste del centrodestra siciliano non sono più quelle di un tempo (e nemmeno i siciliani sono più quelli di un tempo, come hanno dimostrato cinque anni fa)
  • La presidenza della Regione siciliana è una partita a due: Cateno De Luca Renato Schifani prenderanno il 65% dei voti circa. De Luca può vincere
  • Rinnovo dell’Ars: due possibili sorprese: le liste di De Luca e la lista nata dall’alleanza tra la Nuova DC di Totò Cuffaro e l’UDC
  • Lega e Popolari e Autonomisti rischiano di restare fuori dalla Nuova Assemblea regionale siciliana
Gli altri quattro candidati alla presidenza della Regione siciliana sembrano fuori corsa
Con questa settimana si chiude il festival dei sondaggi elettorali. Che poi sondaggi non sembrano: sembrano più tentativi, piuttosto goffi e in buona parte anche tragicomici, per condizionare il voto. Con molta probabilità, resterà agli annali il sondaggio sulle elezioni regionali siciliane diffuso qualche sera fa durante la trasmissione Porta a Porta: il candidato del centrodestra alla presidenza della Regione siciliana, Renato Schifani, avanti con oltre il 40% dei voti (“Non c’è partita”, ha detto un commentatore che di politica siciliana non deve sapere molto); la candidata del centrosinistra Caterina Chinnici al 25%; al terzo posto il candidato del Movimento 5 Stelle, Nuccio Di Paola e al quarto posto Cateno De Luca. Questo sondaggio tragicomico – che non è altro che il sogno del centrodestra – fa solo sorridere. Noi, ai sondaggi, preferiamo le previsioni. Ebbene, come scriviamo da tempo, il nostro favorito nella corsa alla guida della Sicilia è Cateno De Luca, con il suo movimento Sicilia Vera e con le sue 39 liste. La nostra è un’analisi in parte politica e in parte tecnica. Proviamo a illustrarla.

Renato Schifani sulla carta è il favorito. Ma è un favorito un po’ fragile, perché le liste del centrodestra siciliano non sono più quelle di un tempo (e nemmeno i siciliani sono più quelli di un tempo, come hanno dimostrato cinque anni fa)
Renato Schifani, nel mondo della Regione siciliana, è un illustre sconosciuto. Forse il candidato del centrodestra alla guida della Sicilia si sarà occupato della Regione per qualche causa al Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) della nostra Isola, visto che fa l’avvocato. Questo elemento conta, soprattutto nel voto degli addetti ai lavori: non sono grandi numeri, ma alla fine potrebbero contare. Un altro elemento che gioca a sfavore di Schifani è la non conoscenza del territorio siciliano: e quaranta giorni di campagna elettorale sono troppo pochi per farsi conoscere e riconoscere. In altre parole, la candidatura di Schifani alla presidenza della Regione siciliana dipende quasi per intero dalle liste del centrodestra che, per carità, sono forti, ma non fortissime come quelle degli anni passati. Ora un candidato presidente quasi sconosciuto che dipende quasi esclusivamente dalle liste con la possibilità, per gli elettori, di effettuare il voto disgiunto – voto per il presidente della Regione di un certo schieramento politico e voto per il candidato all’Assemblea regionale siciliana di un altro schieramento politico – non parte avvantaggiato: anzi. Concludendo, il fatto che Schifani sia estraneo al mondo della Regione siciliana, il fatto che sia sconosciuto in quasi tutto il territorio siciliano e la possibilità, per gli elettori, di effettuare il voto disgiunto sono tutti elementi che gli faranno inevitabilmente perdere consensi.

La presidenza della Regione siciliana è una partita a due: Cateno De Luca Renato Schifani prenderanno il 65% dei voti circa. De Luca può vincere
Chi è messo molto bene è Cateno De Luca, che invece è molto conosciuto in Sicilia, è molto conosciuto nel mondo della Regione e, soprattutto, è molto conosciuto nel mondo della burocrazia regionale (De Luca è molto competente in materia di Bilancio e contabilità pubblica). Non solo. A differenza di Schifani, che è candidato da meno di un mese, Cateno De Luca è in campagna elettorale da quasi un anno. De Luca prenderà il voto anche di buona parte dell’elettorato siciliano che entra nella cabina elettorale per ‘rompere’ l’attuale sistema politico. A che percentuale può arrivare questo elettorato? Ricordiamoci che alle elezioni regionali siciliane di cinque anni fa i grillini hanno raggiunto il 30 circa dei consensi proprio grazie al voto di chi voleva ‘rompere’ il sistema. Insomma, non si può escludere che buona parte di questo voto di ‘rottura’ vada a De Luca e alle sue liste. Di più. De Luca – caso unico nella storia delle elezioni del Parlamento siciliano – ha presentato ben 39 liste nelle elezioni per il rinnovo dell’Assemblea regionale siciliane. Alcune di queste liste sono stata fatte in frett’e furia, altre sono frutto del lavoro di un anno. Morale: queste 39 liste faranno ‘danni seri’ e tutte le altre liste. Per essere ancora più chiari: la presenza di queste liste e del ‘ciclone’ De Luca in generale ridurrà i voti di tutte le altre liste, forti o deboli che siano. Le liste del centrodestra e del centrosinistra sono destinate a pagare un certo prezzo alle 39 liste di De Luca. Per tutti questi motivi noi vediamo De Luca leggermente in vantaggio rispetto a Schifani che, a differenza di De Luca, deve essere ‘portato in spalla’ dalle liste del centrodestra. A nostro avviso, De Luca e Schifani si contenderanno il 65% circa dei voti per l’elezione del presidente della Regione. E gli altri candidati? Al terzo posto dovrebbe arrivare il grillino Di Paola, più per la debolezza di Caterina Chinnici che per la sua forza; al quarto posto, appunto, dovrebbe arrivare la Chinnici; al quinto posto Gaetano Armao, che non dovrebbe raggiungere il 5% dei voti (idem la lista che lo sostiene nelle elezioni per il rinnovo dell’Ars); al sesto posto l’indipendentista Eliana Esposito, che potrebbe prendere più voti rispetto alle previsioni.

Rinnovo dell’Ars: due possibili sorprese: le liste di De Luca e la lista nata dall’alleanza tra la Nuova DC di Totò Cuffaro e l’UDC
E nelle elezioni per il rinnovo dell’Ars? De Luca, con le sue liste, supererà tutti. Se vincerà le elezioni e si prenderà i deputati del listino potrebbe raggiungere la maggioranza assoluta dei voti (servono 36 deputati su 70). A primo acchito le liste di Fratelli d’Italia e Forza Italia dovrebbero essere le più forti. Ma… Ma c’è una lista che è un punto interrogativo: la lista nata dall’alleanza tra la Nuova DC di Totò Cuffaro e l’UDC. Se per il rinnovo dell’Ars ci sono risultati prevedibili – per esempio l’avanzata di Fratelli d’Italia – ci sono anche risultati imprevedibili. Ecco, la lista nata dall’alleanza tra la Nuova DC di Totò Cuffaro e l’UDC è imprevedibile: potrebbe fermarsi al 7-8%, ma potrebbe schizzare anche al 14-15%. Perché? Per almeno tre motivi. Primo motivo: l’indubbia bravura di Cuffaro, che nella composizione delle liste è imbattibile. Secondo motivo: l’UDC, partito che tutti danno sempre per finito e poi è sempre lì con i suoi voti. Terzo motivo: gli errori commessi dai vertici del PD che potrebbero portare molti elettori dello stesso PD di provenienza democristiana a votare per l’alleanza tra la Nuova DC di Totò Cuffaro e l’UDC. Poiché non è facile quantificare questi tre elementi, ecco spiegata la ‘forbice’ piuttosto ampia tra 7-8%-14-15%. Quanto al PD siciliano, ebbene, c’è poco da commentare; questo partito si è privato di due candidati che sarebbero stati tra i primi degli eletti a Palermo (Giuseppe Lupo) e a Catania (Angelo Villari, che è candidato con De Luca). Il PD siciliano, a nostro modesto avviso, dovrebbe scendere sotto il 10%. Quanto a Forza Italia non sembra avere liste irresistibili. Certo, c’è l’effetto Berlusconi e ci sono sempre i voti di ‘certi ambienti’. Il primo in Sicilia non si è visto, mentre i secondi ci sono sempre ma non sono più motivati come un tempo. Per i berlusconiani siculi 10-12% sarebbe già un grande risultato. Anche la lista di Fratelli d’Italia, alle elezioni regionali siciliane, non ci sembra volante. Grazie all’election day – il 25 settembre si voterà sia per le elezioni politiche nazionali, sia per le regionali – si avvantaggerà del ‘trascinamento’ di Giorgia Meloni. Ma non riusciamo a immaginare un grandissimo risultato di questa forza politica alle elezioni siciliane.

Lega e Popolari e Autonomisti rischiano di restare fuori dalla Nuova Assemblea regionale siciliana
Anche la Lega in Sicilia non è messa bene. Intanto è il partito che pagherà un alto tributo alle liste di De Luca; e poi le liste della Lega ci sembrano forti (ma non fortissime) solo a Palermo, a Catania e a Trapani; nelle altre sei province vediamo ‘poca roba’. Le liste leghiste di Palermo, Catania e Trapani, messe insieme, non dovrebbero superare i 45-50 mila voti. Poiché con una media del 50% dei votanti che si recherebbero alle urne il 5% si dovrebbe raggiungere con poco più di 100 mila voti, noi riteniamo che la Lega, in Sicilia, in queste particolari elezioni caratterizzate dalla presenza del ‘ciclone De Luca’, avrà difficoltà a raggiungere i poco più di 100 mila voti. Se poi dovesse aumentare il numero di siciliani che si recheranno alle urne – per esempio, il 55% dei siciliani – il quorum si alzerà a 110-115 mila voti e la Lega sarà matematicamente fuori dalla nuova Assemblea regionale siciliana, perché i siciliani che non votano da anni che eventualmente dovessero decidere di tornare alle urne non lo faranno per votare la Lega in Sicilia. Su questo ci mettiamo la firma. E il Movimento 5 Stelle? In Sicilia è la brutta copia del Movimento di Giuseppe Conte a Roma. I grillini siciliani sono stati costretti a rompere l’alleanza con il PD, ma sono poco credibili. Grazie al ‘trascinamento’ del voto nazionale potrebbero attestarsi intorno al 10%, ma non è detto. La lista del Movimento Cento Passi, l’abbiamo scritto più volte, ci sembra un po’ deboluccia: insomma non la vediamo tra le liste da 100 mila voti. Anche Popolari e Autonomisti non ci sembrano in grande salute. E’ vero, Luigi Genovese a Messina e Roberto Di Mauro ad Agrigento sono ottimi candidati: ma anche loro perderanno voti in favore delle liste di De Luca. Tra tutte le liste messe male forse è l’unica che potrebbe raggiungere il 5%: ma non ci sembra una certezza. Le altre liste, con rispetto parlando, non ci sembrano della partita.

Foto tratta da Libertà Sicilia





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