di Antonino Lomonaco
LTI di Linguaglossa (CT)
Viviamo un' epoca politica opaca, dove i principi comunemente sbandierati sono contraddetti dalle decisioni prese, così che fra le idee e le azioni si prefigura una scissione funzionale solo alle ipocrisie. Ciononostante, in mancanza di un minimo di coerenza, niente può durare senza che si abbiano poi delle conseguenze.
I problemi sociali che ci riguardano sono tanti, diversi e aggrovigliati eppure vanno comunque affrontati, così come conviene ad una postura dritta, invece che piegata all'arbitrio e all'approfittazione. In questo caso, il tema a cui mi riferisco sono gli incendi boschivi che tanto devastano e contribuiscono ad inaridire questa nostra Terra, ma il ragionamento vale per ogni altra questione sociale.
Pochi giorni fa, in una intervista alla radio, un responsabile nazionale dei Vigili del fuoco esponeva le gravi difficoltà di un servizio lavorativo generoso ed importante come il loro. Già il numero, che si aggira sui trentamila, per tutto il territorio nazionale, fa capire la situazione insufficiente ad assolvere in modo adeguato il loro compito, il quale sappiamo bene che non si rivolge soltanto agli incendi. Un altro punto dolente ed increscioso, vista la loro attività, è la mancanza di coperture assicurative, per cui di fronte ad infortunio, chi svolge questo lavoro eroico, viene incredibilmente lasciato a sé stesso o alla solidarietà dei colleghi.
I volontari della protezione civile svolgono un servizio che ha i suoi limiti proprio nella condizione di disponibilità del tempo che, da privati cittadini, possono mettere a disposizione, oltreché della sufficiente professionalità dell'intervento che possono donare. Ciò significa che di fronte ad una calamità, come quella di un incendio boschivo, la presenza di squadre appositamente predisposte e preparate sia davvero opportuna. Allo stesso modo è necessaria una forza di Polizia specializzata in questo ambito della protezione del patrimonio pubblico, come era la Guardia forestale nazionale e così come sono ancora oggi, con mille difficoltà di sopravvivenza, le Guardie forestali delle regioni a statuto autonomo come la Sicilia.
Visto l'aumento degli incendi boschivi e dei reati contro il patrimonio ambientale, queste esigenze assumono un'unica entità di cui l'Associazione Nazionale Comuni Italiani e, per quanto ci riguarda, l'ANCI siciliana, dovrebbe farsi carico ed assumere a sé, in quanto nei territori sono proprio i Sindaci e le amministrazioni locali ad avere per primi la responsabilità di cura e protezione di cui i territori stessi necessitano.
Così le esigenze di una riforma dell'antincendio boschivo e del comparto forestale in Sicilia, che preveda un miglioramento delle condizioni professionali ed un serio rinvigorimento generazionale, coincidono con le esigenze dei Sindaci che gestiscono con mille difficoltà i territori, con le esigenze dei Vigili del fuoco che, per i loro disagi sopra ricordati, non arrivano ad affrontare in modo consono anche l'enormità degli incendi boschivi delle nostre estati, con quelle della Protezione civile che, essendo una attività di volontariato, ha tutti i pregi ma anche tutti i limiti del volontariato medesimo ed infine, ma non ultime, con le esigenze di rinnovamento e di recupero dell'importanza del Corpo forestale, come corpo specifico di polizia ambientale.
Ecco come esigenze diverse e particolari convergono verso un'unica direzione! Poiché questa è la società civile: una associazione di esigenze e sforzo di soluzioni fra gli uomini di buona volontà, altrimenti votati ad una competizione di tutti contro tutti dall'unico risultato ineluttabile della rovina generale, capace solo di farci regredire ed imbruttire in una ipocrisia che, falsando le condizioni reali, mortifica tutte le buone intenzioni.
E' la condizione migliore, quest'ultima, soltanto per quelle nature di saprofagi e parassiti che nel degrado generale, con l'approfittazione sulle altrui disgrazie, trovano il loro osceno e ripugnante rigoglio.
Noi non siamo e non vogliamo appartenere a queste degenerazioni, il nostro sforzo è votato alla coerenza di intenti e soluzioni, dove il bene del singolo trova corrispondenza nel benessere comune: solo questo può avere senso. Il resto è rovina! Il resto sono vermi e la decomposizione di cui si nutrono.
Antonino Lomonaco
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