20 Settembre 2022
Un vero e proprio decalogo finalizzato a ridurre i rischi idrogeologici derivanti dagli effetti degli incendi boschivi che devastano il territorio, cagionando gravissimi danni al patrimonio naturalistico dell’Isola. È questo il contenuto della direttiva emanata dal segretario generale dell'Autorità di Bacino del Distretto Idrografico della Regione Siciliana, Leonardo Santoro. Si tratta di una serie di raccomandazioni cui, i vari enti, comuni per primi, dovranno attenersi, pena la segnalazione alle autorità giudiziarie competenti, in caso di inosservanza, accertata dalla polizia idraulica dell'Autorità di bacino. La direttiva nasce dalla possibile minore capacità di ricezione delle acque piovane a causa di ostruzioni dovute a tronchi, massi e materiale trascinato a valle con maggiore energia a causa dei danni al suolo causati dagli incendi. Danni che, alle prime piogge causano spesso devastanti colate di fango.
La disposizione invita i comuni alla difesa del territorio agendo contro la corrosione dei corsi d'acqua, attraverso una serie di azioni. Fra queste: la perimetrazione delle aree interessate dagli incendi, lo sgombero dei rifiuti abbandonati a ridosso degli alvei, l'individuazione dei tratti di viabilità ricadenti impropriamente nell’alveo di corsi d’acqua, l'effettuazione di una efficace azione vigilanza, soprattutto in caso di allerta meteo, finalizzata ad impedire l’utilizzo di guadi, attraversamenti abusivi, piste in alveo o varchi nei muri d'argine, mediante azioni di presidio e dissuasione, la rimozione di tutto ciò che possa indurre a transitare, così come quella di qualsiasi ostacolo al regolare deflusso delle acque
Nella direttiva, inoltre, viene sottolineata l'importanza di provvedere alla manutenzione dei canali, evitare l'accumularsi di rifiuti a ridosso degli alvei, attivare le procedure di Protezione Civile quando vengono pubblicati bollettini che annuncino allerta meteo. Per quanto riguarda gli attraversamenti, la direttiva ribadisce l'importanza di garantire sempre la sezione fluviale nella geometria originariamente prevista dal progetto di realizzazione dell'opera. Relativamente a questo punto, quindi, gli enti proprietari di opere di attraversamento fluviale hanno l’obbligo di provvedere alla manutenzione delle proprie opere, prevedendo il ripristino delle sezioni idrauliche anche parzialmente intasate tutelando la stabilità delle opere di difesa di loro competenza.Ai comuni è fatto divieto di aprire piste in terra, piazzali, effettuare risagomature dei pendii in assenza di adeguate reti di convogliamento delle acque. È fatto obbligo, inoltre, di curare la bonifica dei siti interessati dagli incendi, verificando, al tempo stesso, l’eventuale contaminazione di falde acquifere.
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Fonte: gds.it
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