Ricevo e pubblico
dal Responsabile Provinciale di Salerno
dello SNAF Sindacato Autonomo Lavoratori Forestali
Bartolo Scandizzo
Precari assunti e licenziati ogni anno, la Cassazione conferma che non si può
- 16/07/2022 Sul precariato i tribunali cominciano a tenere conto della importante sentenza del 13 gennaio scorso della Corte di Giustizia europea: il parere dei giudici di Lussemburgo sulla causa 282/19, rimessa dal Tribunale di Napoli, che ha di fatto condannato l’abuso dei contratti a termine per i docenti di religione, sta producendo quella giurisprudenza, come si dice in gergo, che in Italia non è mai stata chiara.
L’importante parere della Corte di Giustizia europea
La Corte europea aveva stabilito che l’idoneità diocesana e la conseguente revoca anche se attuati nel rispetto del Concordato, non costituiscono una ragione oggettiva per perpetrare nel tempo determinato anche per decenni.
Quindi, i giudici europei nemmeno hanno giustificano il ricorso al 30% “fisso” di supplenti (gestiti in modo diretto dalla Cei) nella disciplina.
Come pure aveva riscontrato la poca compatibilità delle continue assunzioni e licenziamenti di diverse migliaia di precari di Religione con i contenuti dell’articolo 267 del Trattato dell’Unione.
Ora, quella presa di posizione potrebbe avere influito non poco su due nuove sentenze della Cassazione (la n. 22260 e n. 22261 del 14 luglio 2022), che hanno respinto il ricorso presentato dal ministero dell’Istruzione sulla materia, contro due sentenze della Corte d’Appello di Firenze.
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