di Antonino Lomonaco
Lti di Linguaglossa
La proposta di riforma forestale che la giunta Musumeci ha recentemente presentato, purtroppo, si compone di aspetti di vera cialtroneria. In essa si evidenzia non la semplice cecità di fronte ai problemi dei cambiamenti climatici e di dissesto idrogeologico, che a parole essa stessa cita, ma una volontà a non volerne tener conto!
Perchè se si è ciechi di fronte a dei problemi, anche se macroscopici, non li si vede e non se ne ha coscienza.
Ma se si fa riferimento ad essi e, avendone la responsabilità, non ci si pone in modo tale da affrontarli adeguatamente, si dimostra una sufficienza sciatta, di forma e di contenuto, che disonora il ruolo e le responsabilità assunte, dal momento che questi problemi non sono di poco conto ma si elevano a problemi di un'intera epoca come la nostra.
Se, in Sicilia, da oltre sei mesi non piove e le temperature si mantengono particolarmente alte; se in Canada si raggiungono i cinquanta gradi e si è costretti a sgomberare, persino con gli aerei, intere comunità prima di esser travolte dalle fiamme di incendi boschivi che alla loro latitudine dovrebbero essere improbabili e rari; se i ghiacciai ed i poli ghiacciati del nostro pianeta si stanno sciogliendo; se tempeste particolarmente virulente si presentano, un po' ovunque, più che in passato; significa che qualcosa sta cambiando davvero: significa che bisogna guardare con serietà a questi problemi ambientali e non soltanto citarli.
Il comparto forestale ha bisogno di una riforma urgente, che sia un investimento per il futuro, non un problema di bilancio!
E' sciocco ed ipocrita riconoscere il ruolo del lavoro forestale quale fattore imprescindibile per la tutela degli ambienti naturali, climatici, ecc. se poi lo si relega all'estinzione.
Allo stesso modo, qual è il valore di parole che esprimono l'intenzione alla promozione di un utilizzo più razionale ed efficace delle risorse umane, mediante interventi che esaltino il ruolo dei lavoratori, secondo un'ottica affrancata da concezioni assistenzialistiche, se poi si indica anche la lotta al randagismo come attività in aggiunta ai compiti dei lavoratori forestali! Beninteso, senza che ciò comporti alcun onere aggiuntivo a carico del bilancio regionale!
Svalutando, in un colpo solo, il lavoro dei lavoratori forestali (che, evidentemente, secondo la giunta Musumeci, hanno poco da fare, contraddicendo le stesse premesse, ipocrite ed untuose, di questo stesso disegno di legge) e chi si occupa già di cani randagi, sapendo benissimo che, per tale compito, come tutti i lavori seri, non ci si può improvvisare ma serve una adeguata formazione e strumentazione: altro che nessun onere alla regione!
L'improvvisazione cialtronesca è il male della politica, così come di ogni altro approccio sociale o professionale.
Ecco perchè una vera riforma va intesa come un investimento e non un onere, un investimento verso una maggiore professionalizzazione del settore, capace di affrontare i dissesti idrogeologici e gli incendi boschivi, attraverso una nuova generazione di giovani formati tecnicamente, motivati ed elogiati nel loro compito nevralgico di difesa ambientale e territoriale.
La Sicilia, fin'ora, in questi ambiti, è stata all'avanguardia, soprattutto nella lotta agli incendi boschivi.
Non accorgersi di questa peculiare esperienza, facendola naufragare nel nulla, non è solo una miopia politica: é peggio!
Qualcosa paragonabile ad un vero e proprio reato!"
Antonino Lomonaco
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