di Antonino Lomonaco
LTI di Linguaglossa (CT)
Alle “brave persone” (VENERDÌ 24 LUGLIO 2017)
Quest’anno, riguardo la questione degli incendi boschivi, vi è una novità: finalmente non vi è stata alcuna accusa mossa contro noi operai dell’antincendio boschivo siciliano!
Certo, probabilmente, i grandi sapientoni si saranno accorti che la massima parte degli incendi boschivi riguarda i terreni privati ed abbandonati, dove i lavori forestali non si fanno e neanche possono farsi.
Certo, vi è anche il fatto che gli incendi, quest’anno, non riguardano solo la Sicilia ma molte altre regioni italiane, dove gli operai siciliani non operano e sarebbe stato un assurdo incolpare di questi anche loro.
Tuttavia vi è sempre la necessità di trovare chi abbia la responsabilità di tali atti criminali.
Così escono fuori teorie fra le più strambe, analoghe ai vanti del 2014 del “simpatico” Crocetta”, il quale diceva di esser riuscito a ridurre (chissà poi per quale miracolo, dal momento che non aveva fatto alcun chè!) del quattrocento per cento i roghi in Sicilia, senza tener conto della anomala piovosità di quella stagione estiva!
Una anomalia che, più o meno, durò per i seguenti due anni (2015 e 2016).
Quest’anno (2017), invece, ci si tira i capelli per la quantità degli incendi già, a metà stagione, pari alla quantità dell’intera estate del duemilasedici, facendo dire a quei cervelloni della piazza e dei condizionatori d’aria, di complotti, ed altre amenità, contro le brave amministrazioni che ci governano.
Io inviterei queste “brave” persone a riflettere, semplicemente, sulle temperature.
Infatti la recrudescenza degli incendi di quest’anno trova la sua ragione nelle alte temperature raggiunte e nei bassi indici di piovosità che vi sono stati ormai da diversi mesi a questa parte.
Due fattori che, insieme, rappresentano il vero motivo che, in ogni posto del mondo, favoriscono gli incendi boschivi, persino presso il circolo polare artico come avvenne l’anno passato in quella città del Canada di novantamila abitanti, costretta perfino a far evacuare la sua popolazione!
Ecco il perchè della peculiarità, incomprensibile ai più, negli anni scorsi, degli incendi in Sicilia: perchè la Sicilia è la regione più a sud d’Italia, dove maggiore è l’impatto estivo delle alte temperature e della siccità!
E’, infatti, più difficile estinguere un incendio quando la temperatura ambientale è già alta e le piante disidratate.
A questo si aggiunge la triste questione dell’abbandono dei terreni agricoli e della conseguente espansione della vegetazione spontanea, abbandono dovuto alla difficoltà dell’agricoltura tradizionale, fatta di piccoli proprietari, a competere con i grandi gruppi economici.
Ma tutto ciò, come dicevo, sono solo le concause che favoriscono gli incendi boschivi.
Un incendio boschivo nasce sempre dalla mano umana che lo appicca. Una mano mossa da una consapevolezza etica ridotta ai minimi termini. Consapevolezza etica che non riesce a comprendere nulla che non sia al di là della propria “pancia” di roditore.
Stiamo erodendo un intero pianeta, modificandone rapidamente anche il clima e non ce ne rendiamo conto.
Ogni incendio boschivo è una strage di esseri viventi diventati ormai sempre più preziosi.
Questo è, infatti, un incendio boschivo: una strage!
Ed a tale reato dovrebbe esser penalmente equiparato!
Se davvero vogliamo trovare il criminale che appicca il fuoco, causando distruzioni inimmaginabili, lo troviamo facilmente, senza bisogno di pensare ai complotti di vario genere, e lo troviamo nei motivi più banali e stupidi della pochezza umana, così come capita ad ogni omicida definito prima, sempre, come una “brava persona”.
Lo troviamo in quell’etica meschina che ritiene di poter fare tutto impunemente e senza alcuna responsabilità.
Noi tutti, “brave persone”, con l’impatto numerico miliardario, e mossi dal desiderio di soddisfare strumentalmente tutte le nostre passioni, siamo all’origine di questi cambiamenti climatici, che fanno evaporare i ghiacciai ed impazzire le stagioni.
Dobbiamo solo rendercene conto.
Antonino Lomonaco
(Poco più di dieci giorni dopo aver scritto questa nota, rischiai di rimanere fra le fiamme di un incendio. Non posso dimenticarlo mai.)
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