Ricevo e pubblico
dal Segretario Generale del Sifus
Maurizio Grosso
Roma 23 maggio 2022. E' evidente che i Governi Nazionali, i vertici di cgil-cisl-uil e di cia-coldiretti- confagricoltura che si susseguono dal dicembre 68 ad oggi, ossia, da quando si registrarono, quelli che la storia ricorda come, "i fatti di Avola", le ragioni di quel massacro, li sconoscono.
Ebbene, senza presunzione, ci permettiamo di ricordaLe noi del sifus.
Il 2 dicembre del 1968, 2 braccianti agricoli di Avola (sr), Giuseppe Scibilia e Angelo Sigona, furono uccisi e altri 48 furono feriti dalla polizia in seguito ad una serie di manifestazioni di protesta in cui rivendicavano i loro diritti e, specificatamente, un salario che si avvicinasse a quello riconosciuto agli operai agricoli della parte nord della provincia di Siracusa. Nella provincia di Siracusa infatti, vigevano 2 diversi contratti che regolamentavano il costo del lavoro in agricoltura : uno, nella zona nord, l'altro,nella zona sud. Il primo, prevedeva un salario giornaliero di 3480 lire mentre il secondo, di 3110 lire.
In questo paese, dopo oltre 50 anni, nonostante le lotte, i morti e i feriti poco é cambiato rispetto la definizione del salario unico per tutta Italia dentro il contratto collettivo nazionale: la definizione di esso viene rimandata alla contrattazione provinciale.
Questo meccanismo determina in Italia contro gli operai agricoli e florovivaisti, ben 109 contratti, uno diverso dall'altro, tanti quante sono le province, naturalmente, con "salario" diverso l'uno dall'altro.
In sintesi fino ad oggi, siamo stati in presenza di 109 silenziose gabbie salariali.
Solo un ccnl che introduce un salario minimo univoco per tutta Italia può cambiare lo stato di cose presente a favore dei braccianti agricoli.
In occasione dell'insediamento del tavolo per il rinnovo del ccnl degli operai agricoli e florovivaisti, il SIFUS che, per ragioni di rappresentatività, non partecipa, chiede al Governo Draghi e agli attori sindacali di farsi carico dell'inserimento, nel ccnl in argomento, dell'introduzione del costo del lavoro minimo e univoco per tutta Italia, pari a 9,36 Euro senza rimandare la sua definizione alla contrattazione provinciale dalla quale scaturirebbero 109 gabbie salariali.
L'assenza di un salario univoco per tutta Italia e del relativo inserimento del costo minimo nel contratto collettivio nazionale del lavoro degli operai agricoli e florovivaisti, ha caratterizzato negativamente il contratto medesimo, poiche' ha determinato il dispiegarsi di 109 gabbie salariali in agricoltura.
Queste 109 gabbie salariali rappresentano la distanza enorme esistente tra cgil-cisl-uil e noi del SIFUS che rivendichiamo un contratto collettivo che preveda un salario unico con un costo minimo mansione per mansione, da Avola a Trieste.
Lino Masi - Segretario Nazionale - settore- braccianti agricoli
Maurizio Grosso - Segretario Generale SIFUS CONFALI
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