Dal sito www.romadailynews.it
03 Marzo 2022
Un nuovo nemico sta minacciando lo strato di ozono, il prezioso gas che protegge, come un guscio sottile, la Terra dalle radiazioni ultraviolette provenienti dal Sole.
Le sue particelle formate da tre atomi di ossigeno si trovano negli strati più alti dell’atmosfera e si concentrano a 25 chilometri di altezza, in uno strato chiamato ozonosfera, che a partire dagli anni 70 subisce fenomeni di assottigliamento alterni, più o meno ampi.
Di recente, ai clorofluorocarburi (Cfc) – un tempo largamente impiegati come refrigeranti nei frigoriferi e come propellenti negli spray, poi drasticamente ridotti dal Protocollo di Montreal del 1987 – si sono aggiunti i fumi dei catastrofici incendi che negli ultimi anni hanno colpito aree sempre più vaste della Terra, come quello che ha devastato l’Australia nel 2019-2020.
Ne parla uno studio pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS), che si basa su dati satellitari. La ricerca, condotta da un gruppo internazionale di ricercatori coordinato dal Dipartimento di Scienze Terrestri, Atmosferiche e Planetarie del Massachusetts Institute of Technology (MIT), analizza le conseguenze degli incendi che hanno colpito l’Australia due anni fa, che non hanno causato solo danni al patrimonio boschivo e alla fauna, ma hanno immesso nell’atmosfera oltre 1 milione di tonnellate di particelle di fumo che hanno raggiunto un’altitudine di 35 chilometri. Una quantità tale da essere paragonata alla diffusione in atmosfera di materiale vulcanico.
I ricercatori analizzando i dati satellitari, rilevati da tre differenti satelliti nel 2019-2020, si sono resi conto che il fumo degli incendi ha innescato reazioni chimiche che hanno intaccato seriamente lo strato di ozono: è stato osservato un forte calo del biossido di azoto nella stratosfera, il primo passo di un processo chimico che porta all’assottigliamento dello strato di ozono. Processo che, secondo i modelli informatici 3D realizzati dagli scienziati, era fortemente correlato alla quantità di fumo rilasciata dagli incendi.
La diminuzione delle particelle di ozono, secondo quanto valutato dagli esperti, è pari all’1%. Questo nuovo dato, avvertono i ricercatori, è un campanello d’allarme ed impone una particolare sorveglianza sul nuovo nemico dell’ozono: il riscaldamento globale che porta al verificarsi di incendi vasti e sempre più frequenti e il fumo che immettono in atmosfera potrebbe avere un impatto serio e duraturo sullo scudo protettivo della Terra.
Rita Lena
Fonte: www.romadailynews.it
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