Dal sito www.tempostretto.it
Il coordinamento dei forestali Messina-Catania chiede all'Ars di bocciare la riforma Musumeci. Uila prosegue sit in a Palermo
“Abbiamo rivendicato per anni una riforma regionale dei lavori forestali. E con noi lo hanno fatto centinaia di sindaci. Il governo Musumeci, invece, ha confezionato tre paginette di controriforma che ci auguriamo venga bocciata dall’Assemblea regionale siciliana. Lo diremo martedì in Commissione Bilancio, dove siamo stati convocati. Dinanzi a Palazzo dei Normanni, intanto, la Uila con Fai e Flai prosegue il sit-in di protesta avviato ormai da giorni”. Lo ha detto oggi il segretario generale della Uila Sicilia, Nino Marino, al Coordinamento forestali Catania-Messina dell’organizzazione sindacale. Presente alla riunione la segretaria generale della Uil di Catania, Enza Meli.
Il comparto, composto perlopiù da stagionali, conta attualmente nel territorio etneo 2mila 800 addetti e oltre 2mila nel Messinese: “Tra loro – precisa Marino – vi sono nelle due province oltre 570 operai a cui vengono garantite annualmente appena settantotto giornate lavorative. Adesso, il disegno di legge proposto dalla giunta Musumeci vuole negare loro anche il diritto alla stabilizzazione, ignorando peraltro la procedura d’infrazione aperta dall’Unione Europea contro la vergogna del precariato a vita dei forestali siciliani”.
L’esponente della Uila ha spiegato ancora: “Abbiamo proposto e continuiamo a proporre alla Regione il miglioramento delle due leggi-quadro che regolano il settore e che sono il risultato di un esame lungo e approfondito. Non certo il parto frettoloso del disegno di legge attualmente in discussione all’Ars, che produrrebbe il paradossale risultato di bloccare il turn-over e cancellare ogni possibilità di passaggio al tempo indeterminato. Nel tentativo di nascondere questo orrore, il governo Musumeci ha lanciato la cortina fumogena costituita da una manciata di giornate in più. Che, peraltro, verrebbero conquistate a detta dello stesso assessore Tony Scilla in almeno sei anni e solo a fronte di risparmi di spesa dati anche dai pensionamenti”. “Le lavoratrici e i lavoratori – aggiunge Nino Marino – stanno iniziando a comprendere quanto sia pericolosa questa controriforma. L’Assemblea regionale la bocci. Siamo pronti a chiederlo insieme con le amministrazioni comunali che hanno sottoscritto la nostra idea di riforma, fondata sull’allargamento di competenze per i forestali oltre le aree boschive e sulla presenza stabile di un corpo professionale per la salvaguardia dell’ambiente nell’interesse dei cittadini”.
Fonte: www.tempostretto.it
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