16 novembre 2021

IN OGNI PROCURA. INCENDI BOSCHIVI IN SICILIA, GLI AMBIENTALISTI CHIEDONO LA NASCITA DI UN POOL INVESTIGATIVO


15 Novembre 2021
Dopo le manifestazioni, i dibattiti e i sit-in, dalle associazioni parte una richiesta concreta di intervento per l’individuazione e repressione degli incendi, la cui continua progressione è anche agevolata dalla certezza della sostanziale impunità degli autori.


La richiesta di un pool

Una lettera congiunta a firma di Coordinamento Salviamo i Boschi, Wwf, Italia Nostra, Legambiente, Lipu e Flai Cgil per chiedere alle massime autorità della Repubblica  l’istituzione di sezioni di magistrati inquirenti e nuclei investigativi interforze, specializzati nelle indagini relative al fenomeno degli incendi boschivi e di vegetazione e la costituzione di un coordinamento investigativo tra i vari Uffici inquirenti presenti nel territorio della Regione siciliana.
«La nostra è la voce dei cittadini siciliani che partecipano attivamente e con interesse alla salvaguardia dell’ambiente, attraverso il fenomeno associativo - dicono i firmatari - e che negli ultimi anni hanno organizzato svariate iniziative di natura sociale per contrastare il terribile fenomeno degli incendi boschivi, ma anche denunciato illeciti in sede giudiziaria constatando la lentezza e la scarsa efficacia delle operazioni di indagine e di repressione messe in atto fino ad ora.


Il 2021 un anno nero

Il 2021 purtroppo rappresenta l’anno peggiore rispetto a un’evoluzione storica degli incendi e delle superfici percorse dal fuoco che già vedeva la nostra isola primeggiare rispetto alle altre regioni d’Italia. Molto superiore allo stesso 2020 che sembrava un apice non più raggiungibile: ben 7.000 incendi tra maggio e agosto 2021, 78.000 ettari  percorsi dal fuoco sui 160.000 nell’intera nazione, secondo le informazioni riportate sulla stampa e che attingono a fonti istituzionali (EFFIS). Un numero così alto di  incendi non si erano mai verificati.  A fronte di essi solo una dozzina di arresti.


Le cause dei roghi quasi sempre dolosi

Le cause sono quasi sempre dolose: a quelle tradizionali come rinnovazione dei pascoli, recupero dei terreni agricoli a spese del bosco per la coltivazione o per attivare contributi comunitari, speculazione edilizia, ritorsioni contro la Pubblica amministrazione, conflitti o vendette tra proprietari, si aggiungono cause più specifiche, come quelle legate agli interessi che ruotano intorno agli investimenti per il fotovoltaico. Ultimamente anche la Commissione Regionale Antimafia, cha avviato una sua indagine sul tema specifico, facendo emergere l'ipotesi per cui in alcune zone gli incendi verrebbero appiccati per liberare i terreni dalla vegetazione e renderli così disponibili per l’installazione di impianti fotovoltaici.


Le colpe della mancata prevenzione

Alla luce di questi dati che mostrano la preoccupante progressione del fenomeno, accelerato anche dal cambiamento climatico, dall’abbandono dei terreni agricoli e dalla mancata prevenzione, le associazioni sottolineano «le difficoltà operative di coloro che sono istituzionalmente chiamati a svolgere l’attività repressiva di tali reati. Ciò è anche dovuto, a nostro parere, all’assenza di magistrati inquirenti specializzati negli incendi boschivi all’interno delle Procure della Repubblica siciliane ed al mancato coordinamento fra le stesse».


Un ufficio in ogni procura

Per questo motivo le associazioni hanno deciso di unire le loro forze insieme a quella della Flai Cgil per chiedere che venga istituito nell’ambito di ciascun Ufficio della Procura presso i Tribunali della Regione siciliana un pool di Magistrati con particolari competenze nell’ambito della repressione di tutti i delitti connessi al fenomeno degli incendi boschivi, e affinchè si costituisca un Nucleo Interforze (Corpo Forestale della Regione, Carabinieri, Polizia, Guardia di Finanza) altrettanto specializzato nel compimento dei relativi atti di indagine volti all’acquisizione delle prove dei suddetti delitti. L’obiettivo, già attuato con eccellenti risultati in altri ambiti, è quello di mettere in sinergia investigatori, competenze, professionalità, tecnologie ai fini di un autentico salto di qualità per il contrasto a questo aberrante fenomeno, dagli effetti devastanti non solo per l’ambiente, ma anche per il contesto economico e sociale dell’Isola.

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