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Fai-Flai-Uila Sicilia: “Colpi di mano e false promesse ai lavoratori, così finisce il confronto con la Regione sulla riforma forestale. Lunedì sit-in a Palermo, pronti allo sciopero generale”
“Lunedì saremo in sit-in a Palermo, nei giorni successivi ci incontreremo con tutti i capigruppo dell’Assemblea regionale che hanno raccolto il nostro invito. Sia chiaro, però, che colpi di mano e false promesse ai lavoratori, patetiche passerelle e bugie seriali, rendono impossibile ogni confronto con la Regione sulla riforma forestale. Siamo pronti allo sciopero generale, ancora una volta accanto alle centinaia di sindaci siciliani che hanno firmato la nostra proposta e aderito alla Giornata SvegliaRegione”. Così, gli Esecutivi di Fai Cisl-Flai Cgil-Uila Uil Sicilia riuniti oggi in videoconferenza su iniziativa dei segretari generali Adolfo Scotti, Tonino Russo e Nino Marino.
“Ad anni di battaglia condotta da operaie e operai forestali insieme con Fai, Flai e Uila – sottolineano gli Esecutivi unitari delle tre organizzazioni di categoria – qualcuno vorrebbe rispondere con una risposta povera presentata come disegno di legge e con un ricco paniere di mezze verità. Al danno, poi, si aggiunge la beffa dei ritardi cronici nei pagamenti a lavoratrici e lavoratori, che hanno già rischiato di vedersi negare l’effettivo riconoscimento del loro diritto alle giornate lavorative previste dalle norme in vigore”.
Fai, Flai e Uila Sicilia denunciano “le cose non dette ai forestali, a partire dal fatto che il disegno di legge del Governo Musumeci nega qualsiasi stabilizzazione, offre soltanto precariato a vita e blocca assurdamente il turn-over”. “È altresì inaccettabile – aggiungono – che venga spacciata per una miglioria e una magnanima concessione la garanzia di 180 giornate, perché queste saranno effettivamente disponibili solamente dopo sei o sette anni almeno dall’entrata in vigore della normativa, peraltro a fronte di un taglio progressivo degli organici e delle risorse”. Fai-Flai-Uila Sicilia contestano, inoltre, la “menzogna dei vincoli di spesa imposti dall’accordo Stato-Regioni: già oggi, infatti, la gran parte dei fondi per la Forestale provengono da finanziamenti europei e sono destinati a investimenti per l’ambiente che non possono essere furbescamente confusi con la spesa corrente, questa sì da ridurre”.
Le organizzazioni guidate da Adolfo Scotti, Tonino Russo e Nino Marino confermano, infine, “la necessità di una legge utile alla difesa del territorio e alla sicurezza dei siciliani”. “Tra roghi e alluvioni, non si può passare di emergenza in emergenza pensando che possa bastare al Governo regionale qualche annuncio e un paio di belle frasi per salvare la faccia. Anche alla luce dei disastri ambientali ormai ricorrenti, noi non smetteremo mai di rivendicare una riforma vera che sfrutti finalmente le potenzialità professionali dei forestali. Ribadiamo la nostra esigenza di progettazione e programmazione di un grande piano di riforestazione dell’Isola per combattere il riscaldamento globale, il dissesto idrogeologico, il processo di desertificazione in corso. Ci rivolgiamo ancora una volta all’Assemblea regionale, al suo presidente e a ogni singolo deputato perché non si abbatta sulla Forestale e sulla Sicilia un disegno di legge che non migliora le cose. Anzi, le peggiora”.
Sveglia regine.sveglia sindacato.per me il sindacato a perso i sensi e l'orientamento dove andare..di solito dovrebbero difendere i diritti dei lavoratori. Non fare i palacuri della politica e della regione.vedi il riordino della legge. Vedi i 50 euro al mese.che si prendono dopo 14 anni anche se sono caduti in prescrizione. Addirittura per gli oti che stanno andando in pensione si tengono tutto l'importo nella buona uscita.vergogna.operaio otifranco costanzo
RispondiEliminaSe vi svegliate voi sindacati automaticamente ci svegliamo noi operai per una lotta per una stabilizzazione di tutti .Se fate le cose tanto per noi non siamo scemi ormai dopo 30 anni abbiamo esperienza da vendere.Secondo me sono solo chiacchiere perché si aspettano le elezioni regionali,forse forse si farà qualche cosa.Di Stefano Mario Giovanni.
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