01 novembre 2021

DIGNITÀ FORESTALE (31 OTTOBRE 2015)



di Antonino Lomonaco
Aspi di Linguaglossa (CT)

Personalmente ritengo che, anche nell’ambito di un lavoro, il primo fattore da cui scaturiscono tutti i riconoscimenti conseguenti, sia il fattore della “dignità”, un tempo si diceva dell’”onore” (e spero tanto che lo si dica ancora oggi). La “dignità” proviene direttamente dalla fama che una persona, un gruppo, una categoria lavorativa, riesce a “disegnarsi”, o a farsi “disegnare”, addosso. Se quella fama è positiva sarà fuori dubbio che i riconoscimenti avranno la stessa valenza e le possibili ulteriori pretese potranno usufruire di maggiore spazio di accoglienza. Il contrario favorisce, invece, un atteggiamento inverso: di astio, di pregiudizio e avversione.
La nostra categoria di lavoratori forestali siciliani, disgraziatamente, negli anni ha avuto disegnato addosso, per vari motivi, un giudizio negativo ed è, purtroppo, in base a questo giudizio che si fanno poi delle scelte e si legifera su di essa. 
Il primo fattore su cui dobbiamo impuntarci è, perciò, quello di una adeguata informazione delle nostre attività. In secondo luogo, ma non secondario, vi è la lotta contro quei casi di effettivo lassismo e di “maleducazione” al lavoro, il quale, come spesso accade un po’ in tutte le categorie di questo nostro contorto Paese, capita purtroppo anche fra noi.
Riguardo la “maleducazione” al lavoro, però, non ci si può dimenticare di quell’aspetto che concerne la progettazione dei lavori, tanto spesso disattesa da “dirigenti” profumatamente pagati ma non altrettanto profumatamente diligenti nel redigere adeguati progetti lavorativi, produttivi e di utilità ambientale, tali da corrispondere a quei piani di finanziamento europei. Finanziamenti che troppo spesso, e colpevolmente, si perdono proprio per mancanza di progettazione.
Noi non possiamo essere come quei pseudo giornalisti, nullafacenti ed ignoranti, che si scagliano contro di noi, confondendoci persino con le guardie forestali nazionali. E’ in questo modo che si manifesta l’indegnità al proprio lavoro, che, nel caso del giornalismo, dovrebbe essere di approfondimento e di informazione ma che, invece, confondendo lucciole per lanterne, dimostra soltanto la propria falsità e, quindi, usurpazione di un dignitoso ed importantissimo lavoro di informazione. Un tale comportamento lavorativo, negligente, lassista, superficiale, non potrebbe essere sanzionato che con il licenziamento in tronco, appunto, per indegnità! 
Il nostro lavoro ha il merito di tutela e di cura di un territorio a rischio idrogeologico, a rischio desertificazione, a rischio di esser preda di una mentalità rapace e capace soltanto di “stuprare” il territorio anzichè valorizzarlo nelle sue ricche potenzialità di ulteriori lavori legati al turismo, all’agricoltura, all’escursionismo, ed alla Cultura.
E’ in questo senso che il lavoro forestale è legato, certamente, al territorio siciliano ma, anche, al resto della fibrillante e sofferente società siciliana. Qualsiasi scelta ci riguardi, riguarda anche il resto della società siciliana e come essa viene gestita. Per questo non bisogna essere “miopi” soprattutto nei momenti di difficoltà come l’attuale, e quando pensiamo ai nostri problemi non dobbiamo dimenticare i problemi dell’intera nostra Regione.
I nostri problemi nascono da atteggiamenti politici strafottenti, quindi non possiamo avallare la strafottenza politica, anche quando, in apparenza, sembra favorirci. Poichè questo apparente favore non è altro che ancora un “rattoppo” che lascia la questione irrisolta.
La nostra Dignità non può farsi abbindolare da tali atteggiamenti, la nostra dignità deve pretendere la soluzione dei problemi, non l’ennesimo “contentino”, magari dando “spallate” a fondi di altre categorie altrettanto sofferenti ed altrettanto importanti per la nostra Regione.
Ha ragione chi non è disposto ad esser complice di un tale atteggiamento di irresponsabilità politica!
La nostra Dignità deve pretendere la lealtà di chi, a parole, dice di rappresentarci ma che poi, pur essendo maggioranza dell’assemblea Regionale, e sapendo del momento nevralgico, si assenta dall’assemblea legiferante!
Noi non possiamo assecondare o essere complici, di un atteggiamento politico opportunista ed ammiccante al “rattoppo”.
A rattoppo a rattoppo assumiamo, tutti quanti, l’aspetto di accattoni, e di conseguenza veniamo in tale modo trattati. Quando, invece, i veri accattoni morali, e nostri veri parassiti dell’anima, sono quelli che ammiccano ancora e sempre al rattoppo imperituro, all’imperitura nostra postura all’ “elemosina”! 
Io, a questa imperitura presa per i fondelli, non ci sto!

Antonino Lomonaco





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