Dal sito palermo.repubblica.it
Trovati i punti di innesco, a rischio la fauna che nella zona trova l'habitat ideale per la riproduzione
08 AGOSTO 2021 - di Natale Bruno
Nella conta dei danni per l'incendio doloso della settimana scorsa, definiti incalcolabili, all'Oasi del Simeto, emerge un particolare che ha colpito gli investigatori dei carabinieri forestali guidati dal colonnello Carmelo Parisi: col vento caldo che spingeva verso il mare sarebbero stati individuati più focolai nella distruzione totale che dal lido le Capannine si è estesa oltre la foce del fiume Simeto. Una lunga lingua di stoppie carbonizzate che gli esperti dell'Oasi del Simeto quantificano in 100 ettari. E così è emerso che col vento che spirava verso la città è stato molto improbabile che gli incendi di Fossa Creta possano essere arrivati sino alla foce del Simeto malgrado le altissime temperature con un veto caldissimo che superava i 40 gradi. I carabinieri forestali hanno inoltre rilevato delle chiazze di bruciature isolate tra il verde che sono certamente opera della mano dell'uomo. Per questa ragione gli investigatori hanno più di un sospetto che essendo stati individuati più punti di innesco si tratti di un'operazione organizzata.
La conta dei danni come detto è incalcolabile in un'oasi in cui la stragrande maggioranza della flora è andata in fumo. La conseguenza si riverserà sulla fauna che con gli evidenti segni di devastazione in autunno sarà costretta a una migrazione altrove mettendo a dura prova la Riserva dell'Oasi del Simeto con moltissime specie rare che proprio in Sicilia trovano l'habitat naturale perfetto per la riproduzione. L'inchiesta della magistratura che il procuratore Carmelo Zuccaro ha fatto partire con il coinvolgimento di tutte le forze intervenute per spegnere gli incendi alla Playa dovrà tenere conto anche dei danni all'ecosistema dell'Oasi.
Fonte: palermo.repubblica.it
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