di Michele Mogavero
Ho avuto modo di leggere un messaggio che la segreteria della UILA di Palermo ha inviato ai propri capilega e iscritti in merito alle disposizioni che impedirebbero la prestazione lavorativa in assenza di esibizione del Green Pass e che le Segreterie di FAI, FLAI e UILA hanno già censurato con una comunicazione di giorno 3 indirizzata al Dirigente Dott. Lo Meo chiedendogli di ritirare il provvedimento.
In assenza di riscontro la UILA ha diramato ai propri il messaggio che segue e che su autorizzazione ho ritenuto di pubblicare
"Facendo seguito alla nota unitaria di giorno 3 agosto in merito alle disposizioni diramate dalle Direzioni dei Lavori dell’UST di Palermo (sempreché tali si possano intendere dei semplici messaggi WhatsApp), che renderebbe obbligatorio per il lavoratore la dimostrazione della propria situazione vaccinale per l’accesso al luogo di lavoro, vorrei in primo luogo rivolgermi ai capi operai e ai capi squadra nostri iscritti, in quanto la situazione è molto delicata e qualcuno la sta sicuramente sottovalutando, lasciando proprio i Capi operaio e i Capi squadra a rischiare per primi.
In data 7 luglio u.s. il Presidente della Regione ha firmato l’ordinanza 75 che in sintesi dice che nell’ambito degli uffici pubblici va fatto un monitoraggio sui vaccinati in merito alle funzioni svolte Art. 3 Ricognizione del personale non vaccinato operante nelle Pubbliche Amministrazioni e preposto ai servizi di pubblica utilità e ai servizi essenziali di cui alla legge n. 146 del 12 giugno 1990.
L’ordinanza dice anche altre cose ma nulla di assolutamente rilevante nel nostro contesto.
Solo per conoscenza vi diciamo che l’Ordinanza è stata oggetto di valutazione da parte del Garante nazionale sulla Privacy che ha avvertito la Regione Siciliana che il provvedimento su diversi aspetti è criticabile.
Vi riporto solo un passaggio invitandovi ad andare a leggere l’intero provvedimento (https://www.garanteprivacy.it/web/guest/home/docweb/-/docweb-display/docweb/9683814)
“Tali trattamenti relativi allo stato vaccinale del personale non previsti dalla legge statale, introducono, di fatto, un requisito per lo svolgimento di determinate mansioni su base regionale, generando una disparità di trattamento rispetto al personale che svolge le medesime mansioni sull’intero territorio nazionale.
Fatta questa dovuta premessa, l’indicazione che va data ai lavoratori è che non sono tenuti a dimostrare nell’ambito lavorativo dei cantieri forestali, ad alcuno, la propria situazione vaccinale e che il soggetto, quindi anche il semplice capo squadra, che a qualsiasi titolo gli impedisca l’accesso al luogo di lavoro e la prestazione lavorativa va senza eccezione alcuna denunciato alla stazione dei Carabinieri, sarà poi il denunciato a dover dare prova in virtù di quale provvedimento superiore è stato obbligato a impedire l’accesso ai lavoratori che non gli hanno esibito prova della vaccinazione.
Questa ferma posizione non va assolutamente interpretata come favorevole alla non vaccinazione che ritengo una enorme e pericolosa stupidaggine, ma è dovuta all’assenza di una norma nazionale che regolamenti l’obbligo o meno della vaccinazione sui luoghi di lavoro, obbligatorietà che vedrebbe la mia totale condivisione.
Ma in assenza di tali provvedimenti nazionali la pretesa del Dott. Lo Meo, non è solo un abuso di autorità lesivo dei diritti dei lavoratori (cittadini) ma è anche discriminatorio in quanto richiesto e preteso esclusivamente ai lavoratori forestali e non anche ai dipendenti di ruolo.
Leggi la nota unitaria:
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