13 agosto 2021

DAL VENETO ALLA SICILIA PER SPEGNERE LE FIAMME: I VOLONTARI TREVIGIANI NELL’INFERNO DELLE MADONIE



Dal sito madonielive.com

La storia di un gruppo di volontari veneti che hanno scelto di restare a Gangi, con il sostengo dell’amministrazione comunale, per aiutare il territorio a riprendersi dopo gli incendi
 
Dal Veneto alla Sicilia per dare una mano nella settimana nera degli incendi sulle Madonie. Qualche giorno fa sono arrivati in Sicilia i volontari dell’Avab di Valdobbiadene, insieme all’Ana (Associazione Nazionale Alpini) e ad altre squadre provenienti dalla provincia di Treviso, Vincenzo, Verona e Belluno. Sono giunti in Sicilia per dare un supporto concreto ai Vigili del fuoco, al Corpo forestale, alla Protezione civile e alle Forze dell’Ordine, impegnati da settimane sul fronte del fuoco. Solo negli ultimi 10 giorni le fiamme hanno devastato ettari di vegetazione prima tra Gangi e San Mauro Castelverde, poi tra Polizzi Generosa, le Petralie e Geraci Siculo. Le fiamme hanno devastato i campi destinati al pascolo e l’intero raccolto cerealicolo, ci sono danni a stalle, magazzini e abitazioni private e con effetti fin qui incalcolabili ad imprenditori agricoli, allevatori e al bestiame. E mentre la Sicilia bruciava, c’è chi era in prima linea per spegnere gli incendi, per salvare cose e persone dalle fiamme. Sono i volontari dell’Ana che hanno scelto di restare a Gangi per dare una mano a spegnere gli incendi ma anche per evitare che il fuoco raggiungesse quelle coltivazioni non toccate dalle fiamme. “Noi siamo gente del nord, per carattere siamo persone riservate, ma qui abbiamo trovato la tipica accoglienza del sud – racconta Bepi Poletti, originario di Belluno e volontario dell’Ana -. Tutti ci chiedono se abbiamo bisogno di qualcosa, se ci manca qualcosa. Siamo noi che invece, vorremmo dare una mano a questa terra meravigliosa colpita da una piaga terribile come gli incendi”.
I volontari sono ospiti dell’amministrazione comunale di Gangi e il loro apporto in questi giorni è stato cruciale per evitare che le fiamme si propagassero anche nelle contrade non colpite dalle fiamme ma soprattutto per cercare di controllare il territorio insieme al Nois, ovvero il Nucleo Operativo Interforze Sicilia. “C’è una bella collaborazione con i nostri colleghi siciliani – racconta Poletti -. Stiamo cercando di far sentire la nostra presenza attraverso una campagna informativa. Noi non conosciamo il territorio, usciamo in batteria con i colleghi del Nois e pattugliamo le contrade. Siamo vicini alla gente, agli agricoltori e agli allevatori per evitare che episodi del genere si possano ripetere perché quello che è successo qui in Sicilia ma anche in Calabria e Sardegna ha devastato il territorio con ettari di vegetazione bruciati. È un peccato perché abbiamo scoperto una terra meravigliosa che non merita questo scempio”.
Il Comune, impegnato in prima linea nell’emergenza incendi, ha coordinato una task force cha ha interessato anche gli altri comuni delle Alte Madonie. “È nata una bella alchimia con i ragazzi che ci sono venuti a dare una mano – spiegano i volontari di Gangi -. Siamo un bel gruppo, anche in un momento tragico come questo per il nostro territorio, abbiamo trovato prima di tutto uomini e professionisti”.
L’amministrazione comunale da oltre 10 giorni è impegnata a dare un sostegno concreto a tutti gli imprenditori e gli agricoltori della zona che hanno subìto danni a causa delle fiamme. Secondo una prima stima sono oltre 500 aziende: ricadenti tra i comuni di Gangi, Geraci Siculo, Petralia Soprana e Sottana, Castel Lucio e Polizzi Generosa ad aver subìto danni ingenti. “Ringrazio i volontari veneti, che insieme ai nostri ragazzi hanno operato con grandissima professionalità  – afferma il primo cittadino di Gangi e presidente del Gal Madonie Francesco Migliazzo -. Ringrazio la Protezione civile siciliana per il supporto che ci ha dato. Con la delegazione veneta si è creata una bella sinergia e siamo felici che siano nostri ospiti. Noi siamo impegnati per la ricognizione dei danni e per ottenere quanto prima i ristori da destinare alle aziende zootecniche”, conclude.







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