28 Luglio 2021
Tanti gli incendi boschivi che si sono verificati in questo ultimo mese nell’himterland della provincia di Agrigento.
“A seguito dell’incontro, molto cordiale, tra il Prefetto di Agrigento e i rappresentanti del Co.N.Al.Pa AGRIGENTO e del coordinamento Regionale “SALVIAMO I BOSCHI DI SICILIA” avevamo sviluppato la speranza che qualcosa quest’anno sarebbe stata messa a punto per invertire i risultati disastrosi della stagione antincendio, applicando il piano regionale contro gli incendi”, dice in una nota il Cav. Domenico Bruno, Presidente Prov.le Co.N.Al.Pa. Agrigento.
“È necessaria la ripulitura delle scarpate delle strade, dei terreni incolti, dei viali parafuoco e delle piste forestali. A parte il Parco Archeologico della Valle dei Templi, tutti gli altri Enti pubblici hanno ripulito poco o niente e con una certa approssimazione, come ha fatto l’Anas e la Provincia Regionale di Agrigento, lasciando le erbe tagliate mista a spazzatura sulle scarpate delle strade. Mai si era assistito alla distruzione quasi completa di un bosco come “Monte Cavallo” in agro di Cianciana, “Matarana” in agro di Siculana, “Mendolito” in agro di Agrigento, sino a sfiorare le case di Favara, per non parlare di “Galluzzo” in agro di Licata, e i boschi di Caltabellotta e Sambuca di Sicilia, motivo per cui Co.N.Al.Pa Agrigento e i rappresentanti provinciali del Coordinamento SalviAmo i boschi di Sicilia hanno presentato un esposto denuncia sia alla Procura della Repubblica di Agrigento che di Sciacca. Vorremmo ricordare ai governanti siciliani, ai Sindaci, ai politici agrigentini e siciliani che il 9 Maggio scorso erano all’interno della Cattedrale di Agrigento ad assistere alla beatificazione del giudice Rosario Livatino che il magistrato beato portava avanti le inchieste sugli incendi boschivi, coadiuvato dagli investigatori del Corpo Forestale di Agrigento, continua Bruno. Ad ogni incendio chiedeva lumi sulle cause, studiava i piani regionali per la prevenzione degli incendi boschivi che, anche allora, non venivano applicati nei tempi e nei modi previsti anche della legge 47/75. In quegli anni non c’erano tutti questi incendi boschivi e le fiamme si spegnevano a terra con i flabelli e le piccole autobotti della Forestale montati sulle campagnole. Oggi malgrado i canadair, droni, foto trappole ecc, che comportano un grande dispendio di soldi pubblici, non si riesce ad avere il controllo della grave situazione. Serve un impegno quotidiano e fare memoria perché, forse, qualcuno ha già dimenticato.”
Fonte: www.grandangoloagrigento.it
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