La procura aveva avviato un’inchiesta su 87 persone dopo alcune intercettazioni telefoniche, dichiarate dal giudice inutilizzabili
17 GIUGNO 2021
“Il fatto non sussiste”. Con questa formula la giudice di Termini Imerese Valeria Gioeli ha prosciolto Salvatore Cordaro, assessore regionale al Territorio, che era stato accusato di voto di scambio dalla procura. Stessa decisione per l'ex governatore Salvatore Cuffaro. Oggi pomeriggio, si è conclusa l’udienza preliminare che vedeva imputate 87 persone. L’inchiesta contestava decine di episodi di voto di scambio, favoritismi e promesse di lavoro alla vigilia delle Regionali e delle Comunali del 2017. Ma solo in 18 sono stati rinviati a giudizio. Proscioglimento anche per il deputato nazionale della Lega Alessandro Pagano e per i deputati regionali Alessandro Aricò e Mario Caputo; rinviato a giudizio invece il fratello di Caputo, Salvino, ma solo per una delle 20 ipotesi di corruzione elettorale che gli venivano contestate, per le altre è arrivato il proscioglimento.
Mario Caputo era accusato di aver ingannato gli elettori mettendo nei volantini elettorali la scritta “detto Salvino”, il nome del fratello. “Ma questa ipotesi di accusa era già stata cassata dal tribunale del riesame e dalla Cassazione”, dice l’avvocato Raffaele Bonsignore, che assiste i Caputo.
Commenta Cordaro: “Ringrazio il presidente Musumeci per non avermi mai fatto mancare la sua fiducia e gli avvocati Franco Inzerillo e Dario Vecchio per aver sostenuto in maniera magistrale le mie ragioni”.
Il proscioglimento è arrivato anche per l’avvocato Vito Patanella e per la preside Maria Bellavia (assistiti dagli avvocati Mario e Fabrizio Bellavista). Nove imputati hanno invece chiesto il rito abbreviato, una ventina la “messa in prova”. Nel corso dell’udienza preliminare sono però cadute alcune intercettazioni telefoniche, che erano il cuore dell’accusa. “Era state fatte nell’ambito di un altro procedimento, quello sui furbetti del cartellino – hanno sostenuto i legali – non erano dunque utilizzabili”. Tesi accolta dal giudice.
Fonte: palermo.repubblica.it
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